CINEMA E MUSICA
Lorenzo Lombardi
Educazione fisica
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Cinque persone, una palestra, un mistero. Questi sono gli elementi del nuovo film di Stefano Cipani Educazione fisica.
Quattro genitori vengono convocati dalla preside di una scuola che li metterà al corrente di un grave avvenimento causato dai loro figli. All’interno delle mura di una palestra i quattro esseri umani si trasformeranno in bestie pur di difendere i propri figli. Le loro anime, sporche quanto le pareti della palestra, verranno mostrate per quello che sono.
Il film, tratto dall’opera teatrale di Giorgio Scianna La palestra, per il suo senso claustrofobico e la messa in evidenza della cattiveria umana che si nasconde in un involucro borghese ricorda tre grandi film passati alla storia: L’angelo sterminatore di Luis Bunuel, Nel più alto dei cieli di Silvano Agosti e Carnage di Roman Polanski. Stefano Cipani alla direzione del suo secondo lungometraggio riesce con maestria e bravura a inquadrare, nel vero senso della parola, le emozioni dei nostri protagonisti non nascondendo il lato più umano (e a volte cattivo) di tutti.
L’ambiente scolastico, in questo caso la palestra, rappresenta un micromondo che fa da rifugio a un macromondo formato da cinismo, cattiveria e opportunismo. Come direbbe Jean Paul Sartre: “l’inferno sono gli altri” e il film di Cipani ce lo mostra benissimo. La bestia è dentro di noi ma potrebbe uscire in qualsiasi momento.
Da vedere. Assolutamente.
Quattro genitori vengono convocati dalla preside di una scuola che li metterà al corrente di un grave avvenimento causato dai loro figli. All’interno delle mura di una palestra i quattro esseri umani si trasformeranno in bestie pur di difendere i propri figli. Le loro anime, sporche quanto le pareti della palestra, verranno mostrate per quello che sono.
Il film, tratto dall’opera teatrale di Giorgio Scianna La palestra, per il suo senso claustrofobico e la messa in evidenza della cattiveria umana che si nasconde in un involucro borghese ricorda tre grandi film passati alla storia: L’angelo sterminatore di Luis Bunuel, Nel più alto dei cieli di Silvano Agosti e Carnage di Roman Polanski. Stefano Cipani alla direzione del suo secondo lungometraggio riesce con maestria e bravura a inquadrare, nel vero senso della parola, le emozioni dei nostri protagonisti non nascondendo il lato più umano (e a volte cattivo) di tutti.
L’ambiente scolastico, in questo caso la palestra, rappresenta un micromondo che fa da rifugio a un macromondo formato da cinismo, cattiveria e opportunismo. Come direbbe Jean Paul Sartre: “l’inferno sono gli altri” e il film di Cipani ce lo mostra benissimo. La bestia è dentro di noi ma potrebbe uscire in qualsiasi momento.
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