RECENSIONI
Milena Michiko Flasar
Single con criceto.
Feltrinelli, Traduzione di Monica Pesetti, Pag. 266 Euro 18.00
				Lo sfaccettato mondo giapponese. Di questo universo (a noi lontano) abbiamo iniziato a conoscere molti termini, che sono poi dei mondi. “Origami”, l’arte di piegare la carta, ovvero il mio amato Blade Runner; “Hikikomori”, lo starsene in disparte, una patologia, ma anche un’evoluzione antropologica. Ecco, con Single con criceto impariamo a conoscere un altro termine con il quale dovremo fare i conti: “Kodokusha”, persone che muoiono da sole nelle case, e la cui morte passa inosservata per molto tempo.
Suzu, la protagonista del romanzo di Milena Michiko Flasar — madre giapponese, padre austriaco — di lavoro fa proprio questo: con la ditta del signor Sakai, si occupa di pulire gli appartamenti di chi se n’è andato in silenzio. Lavoro particolare, che però sembra l’ideale per lei, licenziata dal ristorante dove lavorava perché non abbastanza socievole con i clienti. Particolare, e aggiungeremo non semplice, perché bisogna abituarcisi. E infatti Suzu vomita la prima volta che va in uno di quegli appartamenti: le tracce organiche, l’odore non piacevole della putrefazione. Si abituerà.
Nonostante ciò, il romanzo riesce a mantenere una lievità che lo rende piacevole alla lettura. C’è la solitudine di Suzu, la sua impermeabilità che proprio grazie a questo lavoro, lentamente si sgretola e lascia penetrare le vite degli altri. E poi c’è Punsuke, il criceto del titolo italiano, che richiama in modo determinante gli esseri fantastici dei manga giapponesi. Suzu lo dota quasi di caratteristiche umane, perché è vero che essenzialmente è una solitaria, ma non vuole correre il rischio di vivere e morire da sola. Vuole “esserci per qualcuno”.
A proposito del titolo. Più poetico quello originale: Oben Erde, Unten Himmel (Sopra la terra, sotto il cielo).
Da leggere.
di Marco Minicangeli
		
	Suzu, la protagonista del romanzo di Milena Michiko Flasar — madre giapponese, padre austriaco — di lavoro fa proprio questo: con la ditta del signor Sakai, si occupa di pulire gli appartamenti di chi se n’è andato in silenzio. Lavoro particolare, che però sembra l’ideale per lei, licenziata dal ristorante dove lavorava perché non abbastanza socievole con i clienti. Particolare, e aggiungeremo non semplice, perché bisogna abituarcisi. E infatti Suzu vomita la prima volta che va in uno di quegli appartamenti: le tracce organiche, l’odore non piacevole della putrefazione. Si abituerà.
Nonostante ciò, il romanzo riesce a mantenere una lievità che lo rende piacevole alla lettura. C’è la solitudine di Suzu, la sua impermeabilità che proprio grazie a questo lavoro, lentamente si sgretola e lascia penetrare le vite degli altri. E poi c’è Punsuke, il criceto del titolo italiano, che richiama in modo determinante gli esseri fantastici dei manga giapponesi. Suzu lo dota quasi di caratteristiche umane, perché è vero che essenzialmente è una solitaria, ma non vuole correre il rischio di vivere e morire da sola. Vuole “esserci per qualcuno”.
A proposito del titolo. Più poetico quello originale: Oben Erde, Unten Himmel (Sopra la terra, sotto il cielo).
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