CINEMA E MUSICA
Alfredo Ronci
Per favore, tacete. “Other” di Alison Moyet.

Perché dico di tacere? Ma perché, al di là di certe costruite considerazioni, su la Moyet s’è detto di tutto. Dimenticando che lei ha ormai 56 anni, che non è più una pischella e che se volesse sotterrerebbe pure la migliore delle singer.
Lei, nella sua carriera, ha fatto quello che farebbe la migliore delle cantanti: ha cantato bene agli inizi (Yazoo), ha cantato ancora meglio da sola e ha vocalizzato alcune perle della musica non solo del passato (figurarsi, si è esibita anche in francese).
Quindi, tacete voi critici dell’improvvisazione che parlate di elettronica o chissà quale altra diavoleria (per non parlare di quelli che la paragonano ad Adele!). Lei non riprende le vecchie cose, né tanto meno cerca di abbellirle. Lei cerca sempre altri stimoli, e questo album ne è la conferma.
Alcuni giudicano il brano d’apertura (I germinate) il migliore. Devo dire che non lo so, ma se dovessi esprimere un mio personale convincimento la mia scelta va al pezzo che da il titolo all’album: Other. (Era da tempo che non sentivo brividi lungo la schiena).
Detto ciò lasciate stare gli Yazoo, lasciate stare pure la Bjork o chissà quale altra musa. La Moyet è e rimane un unicum. E va assaporata per questo. Nient’altro.
Lei, nella sua carriera, ha fatto quello che farebbe la migliore delle cantanti: ha cantato bene agli inizi (Yazoo), ha cantato ancora meglio da sola e ha vocalizzato alcune perle della musica non solo del passato (figurarsi, si è esibita anche in francese).
Quindi, tacete voi critici dell’improvvisazione che parlate di elettronica o chissà quale altra diavoleria (per non parlare di quelli che la paragonano ad Adele!). Lei non riprende le vecchie cose, né tanto meno cerca di abbellirle. Lei cerca sempre altri stimoli, e questo album ne è la conferma.
Alcuni giudicano il brano d’apertura (I germinate) il migliore. Devo dire che non lo so, ma se dovessi esprimere un mio personale convincimento la mia scelta va al pezzo che da il titolo all’album: Other. (Era da tempo che non sentivo brividi lungo la schiena).
Detto ciò lasciate stare gli Yazoo, lasciate stare pure la Bjork o chissà quale altra musa. La Moyet è e rimane un unicum. E va assaporata per questo. Nient’altro.
CERCA
NEWS
RECENSIONI
-
Paolo Agnoli
Gli ebrei e la cultura
-
Han Kang
Non dico addio
-
Fleur Jaeggy
Il dito in bocca
ATTUALITA'
-
Stefano Torossi
JEAN-PHILIPPE RAMEAU 1683 – 1764
-
Stefano Torossi
GIULIO BRICCIALDI 1818 – 1881
-
Stefano Torossi
Manuel de Falla 1876 - 1946
CLASSICI
-
Alfredo Ronci
Quel che resta: “L’aria che respiri” di Luigi Davì.
-
Alfredo Ronci
Un nome da rivalutare. “Schiaccia il serpente” di Mauro Curradi.
-
Alfredo Ronci
Un’ipotesi di suggestione: “Macingu” di Pietro A. Buttitta.
CINEMA E MUSICA
-
Marco Minicangeli
La mia famiglia a Taipei
-
Marco Minicangeli
To a Land Unknow
-
Marco Minicangeli
Predator: Badlands
RACCONTI
-
Massimo Grisafi
Dondola dondola
-
Luca Alessandrini
Apres la pluie vient le beau temps
-
Leonello Ruberto
Mondo adulto
