CINEMA E MUSICA
Giovanna Repetto
Tanto rumore per nulla: Ad Astra
Nel futuro non lontano, il sistema solare viene colpito da misteriosi picchi di energia, che minacciano tutta la vita sulla Terra. Dopo essere sopravvissuto a un incidente causato da uno di questi picchi, il maggiore Roy McBride, figlio del famoso astronauta Clifford McBride, viene informato dal Comando Spaziale Statunitense, SpaceCom, che le ondate sono provenienti da Nettuno e forse causate dalla base del "Progetto LIMA", una volta guidato da suo padre per cercare forme di vita intelligenti e di cui non si hanno più notizie da sedici anni. Informato che Clifford potrebbe essere ancora vivo, Roy accetta di recarsi sulla base sotterranea di Marte, incolume dai picchi, per stabilire un contatto con suo padre e cercare di fermare le ondate letali.
Tanta aspettativa (giuro che lo aspettavo con le migliori intenzioni) e a visione conclusa mi sento di dichiarare: Tanto rumore per nulla. Ovvero: La sfinge senza segreti.
Ho sentito molti pareri di spettatori che giudicano apprezzabili gli effetti speciali. Giusto, ma non siamo più ai tempi di Méliès. Voglio dire: ormai in un film di questo genere, e con tanta profusione di mezzi, gli effetti speciali dovrebbero essere il minimo sindacale. Tanto più che parte con grandi ambizioni. Quanto apprezzerei, piuttosto, una storia ad ambientazione minimalista, che con pochi mezzi sapesse scavarti nello stomaco!
Per farla breve, c’è questo astronauta che parte alla ricerca del padre, e ti fanno credere che deve scoprire chissà che cosa. In realtà, prima ancora che parta si sa o si immagina tutto. Non c’è sorpresa, non c’è emozione, non c’è un’idea originale. Tutto assolutamente scontato.
Però, per movimentare il viaggio, hanno pensato bene di inserire qualche imprevisto. Come la trovata, francamente imbarazzante, dell’inseguimento dei predoni sulla luna, di derivazione western. Ingenua e fuori luogo. Poi c’è la richiesta di soccorso per una nave in avaria. Anche qui, scene che sembrano prese in prestito da altri film.
Per l’assalto alla diligenza bastava Ombre rosse
Per la corsa delle bighe Ben Hur
Per la richiesta di soccorso che costringe a una tappa imprevista, Alien
Per lo sgomento dell’astronauta immerso nello spazio infinito, bastava 2001
Bastava Gravity
Per il rapporto problematico con il padre bastava Star Wars
Per un viaggio che coinvolga insieme lo spazio, il tempo e gli affetti, bastava Interstellar
E non so se mi spiego: sono film che lasciano ancora a bocca aperta. Zeppi di idee originali, che in questo film mancano completamente. Ripeto: completamente. Sfido chiunque a dimostrare il contrario.
E allora, di che parliamo?
Ho ancora l’amaro in bocca.
Ad Astra
Lingua originale inglese, giapponese, russo
Paese di produzione Stati Uniti d'America, Brasile, Cina
Anno 2019
Durata 124 min
Regia James Gray
Sceneggiatura James Gray, Ethan Gross
Fotografia Hoyte van Hoytema
Montaggio John Axelrad e Lee Haugen
Musiche Max Richter, Lorne Balfe
Scenografia Kevin Thompson
Fra gli interpreti Brad Pitt (che figura anche fra i produttori) e Tommy Lee Jones
Tanta aspettativa (giuro che lo aspettavo con le migliori intenzioni) e a visione conclusa mi sento di dichiarare: Tanto rumore per nulla. Ovvero: La sfinge senza segreti.
Ho sentito molti pareri di spettatori che giudicano apprezzabili gli effetti speciali. Giusto, ma non siamo più ai tempi di Méliès. Voglio dire: ormai in un film di questo genere, e con tanta profusione di mezzi, gli effetti speciali dovrebbero essere il minimo sindacale. Tanto più che parte con grandi ambizioni. Quanto apprezzerei, piuttosto, una storia ad ambientazione minimalista, che con pochi mezzi sapesse scavarti nello stomaco!
Per farla breve, c’è questo astronauta che parte alla ricerca del padre, e ti fanno credere che deve scoprire chissà che cosa. In realtà, prima ancora che parta si sa o si immagina tutto. Non c’è sorpresa, non c’è emozione, non c’è un’idea originale. Tutto assolutamente scontato.
Però, per movimentare il viaggio, hanno pensato bene di inserire qualche imprevisto. Come la trovata, francamente imbarazzante, dell’inseguimento dei predoni sulla luna, di derivazione western. Ingenua e fuori luogo. Poi c’è la richiesta di soccorso per una nave in avaria. Anche qui, scene che sembrano prese in prestito da altri film.
Per l’assalto alla diligenza bastava Ombre rosse
Per la corsa delle bighe Ben Hur
Per la richiesta di soccorso che costringe a una tappa imprevista, Alien
Per lo sgomento dell’astronauta immerso nello spazio infinito, bastava 2001
Bastava Gravity
Per il rapporto problematico con il padre bastava Star Wars
Per un viaggio che coinvolga insieme lo spazio, il tempo e gli affetti, bastava Interstellar
E non so se mi spiego: sono film che lasciano ancora a bocca aperta. Zeppi di idee originali, che in questo film mancano completamente. Ripeto: completamente. Sfido chiunque a dimostrare il contrario.
E allora, di che parliamo?
Ho ancora l’amaro in bocca.
Ad Astra
Lingua originale inglese, giapponese, russo
Paese di produzione Stati Uniti d'America, Brasile, Cina
Anno 2019
Durata 124 min
Regia James Gray
Sceneggiatura James Gray, Ethan Gross
Fotografia Hoyte van Hoytema
Montaggio John Axelrad e Lee Haugen
Musiche Max Richter, Lorne Balfe
Scenografia Kevin Thompson
Fra gli interpreti Brad Pitt (che figura anche fra i produttori) e Tommy Lee Jones
CERCA
NEWS
-
11.03.2024
Se solo fossi un orso
Gustatevi il trailer del film "Se solo fossi un orso” di Zoljargal Purevdash... -
5.03.2024
Daniela Matronola
Candidata al Premio Strega -
15.02.2024
Chimamanda Ngozi Adichie
Novità Einaudi
RECENSIONI
-
Andrea Ciucci
Ninna nanna per ubriaconi
-
Alasdair Gray
Povere creature
-
Lorenzo Lombardi
Storie normali di vite surreali
ATTUALITA'
-
Agostino Morgante
Una sottile Membrana
-
La redazione
Conviene leggere Holly?
-
Ettore Maggi
Il primo genocidio del XXI secolo
CLASSICI
CINEMA E MUSICA
-
Marco Minicangeli
"The Piper": Il pifferaio di Hamelin
-
Alfredo Ronci
Fiorella Mannoia e Danilo Rea
-
Francesco Piano
Nuovo Olimpo
RACCONTI
-
Carmela Chiara Imbrogiano
Lupo
-
Leonello Ruberto
Tornare indietro
-
Luigi Rocca
La vita vegetale