Attualità

L'Italia che non schioda e un francese di mezzo millennio fa.
L'odierna ma non nuova subcultura di un popolo pigro, quello italico, cinico e sentimentale, di consumatori del già dato e sempre pronti a servire il padrone di turno, immuni da qualsiasi tentazione riguardante la propria dignità, sembra manifestarsi apposta per dar ragione alla lettura scettica e virile che dell'umana specie dette in un libretto memorabile ma sconosciuto ai più l'umanista francese Etienne de La Boétie.

Lo sventrapapere di Benigni e l'acciaio poco cazzuto della Avallone.
L'elenco che Benigni fece durante uno show serale sabatino di fronte ad un'attonita ed impaurita Carrà non comprendeva il 'pipo'. La lista dei sinonimi del 'pisello' abbracciava: pisellino, pistolino, pipino, randello, banana, asta, verga, mazza, cetriolo, pesce, uccello e l'inimmaginabile sventrapapere. Riferimento 'alcuno sul 'pipo', anche se 'pipino' è un suo diminutivo.
Tutto questo perché? Perché in tempi di riprovazioni, l'ascia della censura che non calò sull'allora comico toscano (e per fortuna!)

Agorà, il brutto dell'avere ragione.
Ultras come talebani d'epoca – si chiamavano Parabolani, sempre in bilico come succede non di rado nel Cattolicesimo sul crinale che separa la stupidità dalla protervia, con la Croce bene in vista, in questo polpettone fumettistico, Agorà, diretto dall'incerto Alejandro Amenábar.
La forma-macchietta è in parte necessitata dal soggetto - non Ipazia evidentemente, astronoma, matematica, filosofa "insegnante di strada" interprete del Neo-platonismo,

Baricco se l'è cercata: ora possiamo a buon diritto dire che è uno scrittore che fa cagare!
E' appena uscito in libreria un libello di Giulio Ferroni Scritture a perdere. La letteratura negli anni zero (Laterza) dove l'insigne professore spara appunto a zero contro la letteratura contemporanea e spesso giovanile. Posizione poi questa riassunta in modo mirabile nel titolo che l'inserto domenicale de Il sole 24 ore dedicava all'evento: 'Scrittori-spettacolo' io vi detesto.
Ci piace dunque pensare che in questo marasma editoriale non siamo i soli a pensarlo.
Ma cosa dice di così tanto truce il professore?

L'occasione mancata di Roman Polanski.
Viviamo in un'epoca in cui è facile dimenticare, dove anche il grande scandalo fa presto a trovare un cantuccio dove nascondersi e sperare nell'oblio. Cattiva di più, invece, l'opera del leguleio, del giuriusta un po' manzonianamente azzeccagarbugli, che cavilla sul diritto e spesso sulla realtà.
Personalmente mi vien da farlo bene, fin dalla più tenera età, per questo immagini, opere d'arte, espressioni del pensiero e quisquiglie e pinzillacchere mi stimolano la propensione alle analisi, che spesso poi sono vere e proprie scomposizioni, per approdar alla disapprovazione.

I folgorati della Sacra Sindrome.
Quando ultimamente in libreria ho visto il secondo libro del calciatore Nicola Legrottaglie, difensore juventino e probabilmente anche della prossima spedizione italiana ai mondiali del Sud Africa, mi sono detto: «No! Per Pietà!». E invece Piemme (guarda caso) ha fatto uscire il nuovo "capolavoro" di uno dei tanti nuovi "folgorati" da Dio del nuovo millennio. Cento volte tanto, con la fede vivo meglio.
Aveva cominciato Magdi Allam, l'ex giornalista di origini arabe del Corriere della Sera, nato in Egitto e naturalizzato italiano

E-sordi d'autore. Sull'ipocusia della giovane letteratura.
Credete che esista un incubo peggiore di quello di vedere ogni giorno il volto di Berlusconi su tutte le tv e su tutti i giornali (come puntualmente avviene da quindici anni a questa parte)?
Esiste: è la pubblicità del canale 'Current' di Sky, dove un popolo intero ha la faccia dell'autore di Gomorra. Titolo? Saviano racconta Saviano.
Già intuisco l'angoscia di quei pochi che sono riusciti a sopravvivere all'invadenza di questo evento monstre: contorcimenti di budella e conati di vomito con rigetto finale (altro che l'horror di Federico Zampaglione!).

Perché il senatore Dell'Utri possiede il capitolo inedito di 'Petrolio'?
Quando ho letto la notizia sono saltato sulla sedia, come immagino un po' tutti coloro che ricordano con grande ammirazione, per utilizzare un eufemismo, Pier Paolo Pasolini. Marcello Dell'Utri, bibliofilo e senatore del Pdl, diversi giorni fa ha dichiarato di essere in possesso di un capitolo di 70 pagine che attribuirebbe a Pier Paolo Pasolini e che farebbe parte del romanzo postumo Petrolio, pubblicato da Einaudi nel 1992.
Noi, ingenuamente, chiediamo, se la notizia è vera, perché ce l'ha lui?

Esordio della collana 'La nave dei folli'. O di ciò che è essenziale.
Allora, oggi dovremo fare un discorso che, se non è esattamente commerciale e consumista, si colloca però con saldezza nell'ambito di queste due svariate categorie: certamente le considera come premesse. In fondo questo discorso mira a decidere cosa sia meglio commerciare e consumare.
Sarà evidente, innanzitutto, che commerciare e consumare rientrano nel novero di quelle azioni definibili come belle, nel senso propriamente estetico di gesto bello: gesto bello possibile se,

La scuola. Ancora un De Profundis.
Filippo La Porta, nell'introduzione a un volumetto di scrittori-insegnanti sulla scuola, Consiglio di Classe, uscito da poco per Ediesse, scrive che "Non si ragiona abbastanza sul conflitto che si è formato tra la scuola e la società (come si è andato configurando nell'ultimo decennio)".
Ora, la maggioranza dei critici (lo dico in senso lato, visto che un senso proprio oggi non si vede, includendovi nominalmente recensori, promoter di ex-terze pagine e via di seguito)
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