Racconti

Tutto ciò accadde mentre affogavo tra cadaveri.
Tutto ciò accadde in una notte nera come la notte mentre giocavo con le tue perle di fiume o piccolo fiorellino, e non ci fù tempo nè di vedere nè di cadere volevo solo far l'amore.
con te.
vidi il sommergibile spogliarsi e fottere il mare, venire in una nuvola di cianuro
sul fondo dell'abisso, dove mi trovo ora piccolo fiorellino, o mio piccolo fiorellino!
sto bene quaggiù

Lo avevo giurato.
"Oddio e ora che si fa?"
"Si cerca di uscire da questo temporale indenni"
"Vivi vorrai dire"
"Di' come ti pare. Passami quella cima lì per terra"
"Ci salverà una corda?"
"Passamela, voglio vedere di tenere bloccato il timone in qualche modo e scendere in coperta a telefonare"
"Non puoi usare il cellulare?"
"Non c'è campo, uso la radio"

Phillies
Mi trovavo a Marblespring alla sagra del " Country in Picture" e decisi di acquistarlo io, il quadro di Edward Hopper Phillies. Ora mi sento meno solo quando poso lo sguardo – filo – umore - veloce concentrato timido - sul barman, sui manichini: quella donna, quegli uomini. Sembra di entrare, ritornare da Hopper, che mi apre gli occhi sul nulla – cocente montagna di stili – bazzecole – nudità vestite di tutto punto – cittadini. Hopper maestro d'iniziazione, Hopper sei ancora tra i miei preferiti but I love Picasso.

Underdogs'news n. 27
A 200 m da qui potete mangiare al profumo di lime il maialino, un cotolettino smilzo carico d'erbette costose appiccicose come la ciccia d'infante del suinetto da latte ucciso per il gusto di servire a cinghiali di lusso, porcate su tavole imbandite riccamente. Sentite? Sono i cafoni che grugniscono, bevono vinello coop e dicono, ottimo, col baciamano finale all'ostessa speculona che la fa franca ogni volta e imbottisce il reggiseno di dollari;

Sono cianotico e me ne vanto.
- Quale è il tuo colore preferito?
- Il blu.
- Ma va, proprio il blu?
- Sì, perché? Che c'è di strano?
- Perché è un colore poco significativo, una sorta di limbo. Non è né carne né pesce. E' scuro ma non ha la seduttività del nero. E' un colore senza colore e consistenza. Anche gli antichi greci e romani non lo consideravano un colore vero e proprio ma il risultato di variazioni di bianco, verde e nero.

Explicit contents
Il ragazzo di colore la cinge da dietro, stringe forte i suoi fianchi e comincia a pomparle dentro tutta la sua virilità.
La pellicola consumata mostra i segni del tempo. Bruciature ingiallite si rincorrono sullo schermo consumato.
Sono le cinque del mattino e il Politeama è quasi del tutto deserto. Un inserviente spazza, senza alcuna voglia, tra le poltrone vuote. Un signore di mezza età legge il giornale qualche fila più dietro.

Termiti
Chissà, forse un giorno la mia voce arriverà su quella strada senza tempo, senza spazio. Forse sarà lì domani, forse fra cent'anni. Ma sono sicuro che, una volta arrivata, avrà incontrato ciò che avrei voluto incontrasse. O meglio, la persona che avrei voluto incontrasse. Sì, perchè su quella strada senza tempo si muove un uomo.
Uno sconosciuto.
Un senzatetto.
Un vagabondo.
Un clochard.

Pachiderma
Sono le 6 e 58 di mattina. Fuori piove. E' ancora buio, ma non per molto. Il sole sta iniziando a colorare il cielo di giallo intenso. Un giallo intenso che però è sporcato dai nembi scuri che sovrastano ogni cosa. Il vento muove i rami degli alberi che di tanto in tanto toccano i vetri della mia finestra. Io sono a letto. Occhi spalancati. Mal di testa. Saliva pastosa e alito di fogna.
Non sono riuscito a dormire. Non sono riuscito a dormire neanche questa notte. Niente. Non dormo mai. Solo un paio d'ore, forse, quando capita.

Il tramite
Si accese una sigaretta, e subito la allontanò dalla bocca tenendola tra le due dita. Gli piaceva osservare il primo filo di fumo che, come un colpo silenzioso di tosse, si leva dalla brace illuminata.
"Che cazzo di freddo..."
Un freddo che si infilava coi suoi rigagnoli dappertutto, come il fumo. Restò per un attimo a immaginare la bava sottile che lasciava la sigaretta e iniziava a spaccare il gelo della stanza, come una manciata di liquido caldo gettata in un secchio ghiacciato.

Una camicia nuova di zecca.
Quando, nel bel mezzo del bar affollato, l'uomo in camicia a scacchi gialli e viola sbraitò al suo amico con faccia truce: "Ho ammazzato cinque vacche la settimana passata!", Giacomo Berilli, psicologo della Cattolica, rifletté sul fatto che il contadino ruspante se ne fregava totalmente della sensibilità altrui. Giannina Picchi, maestra elementare, corresse mentalmente la frase con una matita blu: osservò che avrebbe potuto usare "ucciso" al posto di "ammazzato", "mucche" al posto di "vacche", e, a voler essere pignoli, "la settimana scorsa" invece di "passata".
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