Racconti

Underdogs n.13
A voi che siete sintonizzati, buongiorno da PeeDee. A voi che rimuginate affranti immersi nel logorio, a voi yuppies managers che non siete schiattati in tempo e a coloro che insomma non mi piacciono, faccio lo stesso ascoltare qualcosa di buono del grande Iggy. Agli indiani metropolitani, alle nazioni punk, ai neo hippies and beatniks della diaspora, ai vikinghi locavores, alle radicalità sociali pacifiche e libertarie, alle espressioni del mare, del vero e del profondo, dedico la voce di velluto di Nico.

La prima del mimo
Gli ebrei dicono che "Tre cose arrivano all'improvviso: il Messia, un oggetto trovato, e uno scorpione."
Io dovetti accontentarmi di una telefonata.
"Ciao Billy..."
"Mimo..."
"Sto cercando di mettere su un laboratorio in un cortile."
"E ?"
"Beh, perché non vieni a darmi una mano? Male che vada ho una bottiglia di Jack Daniels."

Chemin de fer
Dalla finestra semiaperta entrava la primavera di Argenteuil. Era una primavera di baci, di papaveri allegri, prati fioriti e margherite delicate, che esalavano tutt'intorno il profumo dell'estasi e della felicità.
Non ricordo bene il nome di quel luogo, benché il borgo che ho citato sembrasse presente nella brezza mattutina.
Oltre le tende vermiglie, nella stanza adorna di quadri variopinti, c'era il letto a baldacchino,

Pupazzi
Sabato Notte.
Asino frutto della selezione naturale.
Dopo Bob, accecato da un lavaggio in lavatrice, e dopo Marl, sfigurato dagli acari.

La raccolta
Aveva iniziato da poco a raccogliere tutti i frammenti sparsi sul pavimento increspato dei colori del giorno.
Ogni piccolo coccio, pezzo, sapeva di un attimo durante il quale il respiro resta sospeso a metà tra gli occhi sgranati e il corpo proteso in avanti.
Ogni piccolo coccio, pezzo era di un'importanza necessaria per ricostruire.
Cercava sotto ogni angolo possibile e trovava schegge che si infilavano dispettose sotto le unghie,

Cani e umani
Il cane, un fiero pastore tedesco, mi guarda e di colpo cambia espressione, aguzza lo sguardo, socchiude gli occhi, tira il guinzaglio nella mia direzione, ringhia, piano, indeciso sulla decisione da prendere. Il padrone lo tira di più verso la sua gamba, accorcia la catena di alcuni anelli, gli intima qualcosa di incomprensibile (in tedesco forse?) e passa oltre. Il cane si gira a guardarmi e nel fare questo quasi si strozza: ce l'ha con me, punto.

L'arco e la freccia (novembre 1936 – settembre 1938)
L'odore del mare gli entrava salato nel naso. Ma forse era solo un'impressione. Un'allucinazione dovuta alla fatica. Ormai Florindo ce l'aveva quasi fatta. Ancora pochi metri, forse dieci, forse ancora meno: era alla fine. Tra poco, dopo qualche poderosa pedalata, sarebbe riuscito a passare il traguardo: quel fragile nastro da distruggere col corpo, il panno bianco su cui erano scritti il nome della gara e una parola francese (che probabilmente significava "arrivo") legato tra due alti pali, sopra la testa della folla che era diventata sempre più numerosa man mano che si avvicinava alla fine della corsa.

Underdogs n.12
Hai mai montato in compagnia di trovatori, le scene di un film? Sei mai stato coinvolto da un andamento emotivo mentre attraversavi un periodo di cadute repentine e risalite maleodoranti di umanità confusa? Benvenuto sulle frequenze di PeeDee! Prendi il ritmo con Jenny takes a ride. Balla, shake and twist! Avvitati! Fai la spirale! Non demordere! Questa stazione non è il capolinea. E' la magica frequenza della radio che ti avvolge e ti trasforma in soul man! Puoi ascoltarmi? Ora comincia a protestare, uno, per non farti raggirare dal papa nazista creazionista!

Seconda Alba
Nessun dubbio che si tratti di una guerra.
Spietata, senza regole.
Guerra.
Vent'anni appena.
Corpo flessuoso accarezzato da morbidi tessuti che ne esaltano le forme. Un casco fittissimo di capelli neri le scivola sulle spalle e definisce il suo volto concentrandosi in una frangia obliqua, fresca di parrucchiere. Il viso di un pallore delicato, porcellana che esalta gli occhi grandi, azzurro solcato da venature celesti, spalancati su di un mondo impaziente di gettarsi ai suoi piedi.

Mi infilo in centinaia di letti
Mi infilo in centinaia di letti, sotto coperte e lenzuola che non mi appartengono. Lenzuola che avranno scaldato chissà quanti altri corpi stanchi, accolto chissà quante storie d'amore fugaci, passeggere. Ogni giorno un viso nuovo, decine di visi nuovi, di sguardi indifferenti che colmano la mia giornata, tante voci allegre, scontrose, adirate, insinuanti, ma nessuna è mai la sua. Ho inviato un messaggio sul suo cellulare. Non mi risponde, forse è troppo tardi e a quest'ora sta già dormendo. Non mi ero accorto che fosse così tardi.
CERCA
NEWS
-
27.04.2025
La Nabe di Teseo
Jonathan Lethem -
27.04.2025
Sellerio
Colwill Brown -
27.04.2025
Prehistorica Editore
Julia Deck
RECENSIONI
-
Rosa Matteucci
Cartagloria
-
Francesco Troccoli
Dugo e le stelle
-
Fred Vargas
Sulla pietra
ATTUALITA'
-
Stefano Torossi
Charles Gounod 1818 - 1893
-
Stefano Torossi
HENRY PURCELL 1659 – 1695
-
Stefano Torossi
Jean Sibelius 1865 - 1957
CLASSICI
CINEMA E MUSICA
-
marco minicangeli
La fossa delle Marianne
-
marco minicangeli
The Shrouds
-
marco minicangeli
Una barca in giardino
RACCONTI
-
Joseph Santella
La mosca
-
Valentina Casadei
Diciotto metri quadrati.
-
Leonello Ruberto
Dispositivi mobili