RECENSIONI
Simone Ungaro
All'improvviso mi mancano tutti
Edizioni Polìmata, Pag. 84 Euro 10,00
Freschissima di stampa, questa raccolta di otto racconti brevi offre frammenti di storie colte nella dimensione della quotidianità. Della quotidianità hanno il linguaggio, diretto e semplice, e l'accostamento apparentemente incongruo di frasi significative e dettagli banali, con un effetto spiazzante che moltiplica come un'eco le emozioni del primo impatto. Della quotidianità c'è anche il pathos dell'essere comunque sempre esposti al rischio dell'imprevisto, dell'indesiderato, di tutto quanto può esservi di sgradevole e disarmonico. Quindi l'angoscia, non quella con la a maiuscola, ma quella serpeggiante come l'umidità che entra nelle ossa, che ti pervade prima che tu te ne accorga.
C'è quasi sempre presente una relazione di coppia che fa da sfondo, è una delle cose date per scontate: quotidiane, pervasive, imperfette. Pure ha la sua importanza, diventa a tratti un'alleanza indispensabile nel procedere faticoso degli eventi. Non offre mai esattamente quello che ci si aspetta, o che si desidera: anche le intenzioni migliori sbagliano mira, arrivano tangenzialmente, a volte mancano clamorosamente il bersaglio. Ma in fondo ci si accontenta, perché questo è il massimo che si può avere dalla vita.
Nel racconto che dà il titolo al libro il protagonista cede all'accanimento terapeutico della moglie, che vuole consolarlo da un lutto instradandolo verso lo sport della "guerra finta". Goffo e riluttante, va incontro alla sua via crucis come a un destino ineluttabile.
Sono andato in camera e ho trovato Paola seduta sul bordo del letto. (...) Mi è sembrata la scena più naturale del mondo, lei in pigiama col fucile e io con la mimetica e i calzini.
- Mi è costato un sacco di soldi - , ha detto guardandomi in faccia. - Hai idea di quanto costano questi cosi?
Mi sono avvicinato e l'ho baciata sulla bocca. In mezzo a noi c'era il fucile. L'ho preso, l'ho puntato contro di lei e ho fatto finta di sparare con un suono della bocca che però mi è uscito male, troppo roco. Paola ha accennato un sorriso.
- Ci vado - , ho detto.
- Alla guerra finta?
- Alla guerra finta.
- Mica devi farmi un favore -, ha detto Paola.
- Ci vado e li ammazzo tutti -, ho detto.
La situazione paradossale potrebbe volgere al comico. Invece l'umorismo è presente, ma in tono molto discreto, che consente di mantenere una dimensione realistica.
Mi sembra che l'Autore dia il meglio di sé nel racconto Neppure si fermò a raccoglierlo, dove una situazione incresciosa è riportata con tutto il suo carico di imbarazzo e di pena. Una coppia di commercianti cerca di rintracciare un ragazzino che ha lavorato un giorno per loro e si è dileguato con l'incasso. La figura della madre, che i due riescono a rintracciare, si impone per realismo ed efficacia evocativa, insieme al dialogo che scaturisce dall'incontro.
Se è vero che Ungaro è un esordiente di venticinque anni, ho l'impressione che si riparlerà presto di lui.
di Giovanna Repetto
C'è quasi sempre presente una relazione di coppia che fa da sfondo, è una delle cose date per scontate: quotidiane, pervasive, imperfette. Pure ha la sua importanza, diventa a tratti un'alleanza indispensabile nel procedere faticoso degli eventi. Non offre mai esattamente quello che ci si aspetta, o che si desidera: anche le intenzioni migliori sbagliano mira, arrivano tangenzialmente, a volte mancano clamorosamente il bersaglio. Ma in fondo ci si accontenta, perché questo è il massimo che si può avere dalla vita.
Nel racconto che dà il titolo al libro il protagonista cede all'accanimento terapeutico della moglie, che vuole consolarlo da un lutto instradandolo verso lo sport della "guerra finta". Goffo e riluttante, va incontro alla sua via crucis come a un destino ineluttabile.
Sono andato in camera e ho trovato Paola seduta sul bordo del letto. (...) Mi è sembrata la scena più naturale del mondo, lei in pigiama col fucile e io con la mimetica e i calzini.
- Mi è costato un sacco di soldi - , ha detto guardandomi in faccia. - Hai idea di quanto costano questi cosi?
Mi sono avvicinato e l'ho baciata sulla bocca. In mezzo a noi c'era il fucile. L'ho preso, l'ho puntato contro di lei e ho fatto finta di sparare con un suono della bocca che però mi è uscito male, troppo roco. Paola ha accennato un sorriso.
- Ci vado - , ho detto.
- Alla guerra finta?
- Alla guerra finta.
- Mica devi farmi un favore -, ha detto Paola.
- Ci vado e li ammazzo tutti -, ho detto.
La situazione paradossale potrebbe volgere al comico. Invece l'umorismo è presente, ma in tono molto discreto, che consente di mantenere una dimensione realistica.
Mi sembra che l'Autore dia il meglio di sé nel racconto Neppure si fermò a raccoglierlo, dove una situazione incresciosa è riportata con tutto il suo carico di imbarazzo e di pena. Una coppia di commercianti cerca di rintracciare un ragazzino che ha lavorato un giorno per loro e si è dileguato con l'incasso. La figura della madre, che i due riescono a rintracciare, si impone per realismo ed efficacia evocativa, insieme al dialogo che scaturisce dall'incontro.
Se è vero che Ungaro è un esordiente di venticinque anni, ho l'impressione che si riparlerà presto di lui.
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