RECENSIONI
Luigi Balocchi
Exit in fiamme
Emersioni, Pag. 195 Euro 19.50
Luigi Balocchi non è una novità per noi del Paradiso. Più di dieci anni fa recensimmo un volume di Meridiano Zero, e precisamente Il diavolo custode. Il diavolo custode era la biografia romanzata di Sante Pollastro, sorta di eroe popolare, anarchico e brigante, Robin Hood dei nostri tempi - addirittura ricordato in una vecchia canzone di De Gregori (il bandito e il campione) – ed emblema di un idealismo libertario che lambiva anche le sponde di un antifascismo "diverso", non per questo minore.
Ora abbiamo Exit in fiamme. Indubbiamente gli anni sono passati e sono passate, molto probabilmente, anche certe istanze storico-politiche: non per convinzioni politiche ma perché non si può stare a lungo attaccati ad un’idea senza appoggiarla a certi schemi o a certe dinamiche sociali.
Tranquilli, Balocchi in tutti questi anni non si è perso, si è, come si suol dire oggi, evoluto.
E vediamo questa evoluzione: la storia è ambientata in una Milano irriconoscibile (lasciamo perdere, per carità, le dinamiche di un’infezione da virus). Attraverso la città. Sfreccio a tutta birra zigzagando tra cumuli di sabba che il vento ha addensato lungo i viali, sotto i cavalcavia, tra le macchine parcheggiate, sui balconi, alle finestre, davanti ai negozi, lungo i muri dei palazzi, dappertutto si trovasse un pertugio, un incavo, un mattone o un parafango contro il quale far ressa, infine ammucchiarsi. L’aria è densa di nebbia giallastra. Vi svolazzano tizzoni ardenti, scintille di cenere. L’afa tropicale da ieri è scomparsa. Non si suda più. Si brucia e basta.
E in questo setting tutto particolare si svolgono le vicissitudini di Ludovico Tacca, giornalista, che crede di appartenere ad un sistema ben definito per poi ritrovarsi alla fine vinto in una dimensione a lui quasi sconosciuta.
In parole povere siamo davanti ad una storia che mischia realtà a fantasia, che ha tutte le caratteristiche d una ambientazione fantascientifica (attenti voi lettori ad individuare certi maestri sf) ma che si ricollega ad una realtà che potrebbe diventare reale e apocalittica in men che non si dica.
Me ne rendo conto, Exit in fiamme, per quanto storia molto attuale (ridisegnata su schemi fantastici) non è facile da raccontare, per quanto illustri dinamiche e incubi che ormai appartengono al nostro sentire. Ha una struttura lineare ma nello stesso tempo fuggevole ed il linguaggio è perfettamente adattabile al contesto. Rapido ed efficace per la storia.
Accontentatevi di quello che ho detto. Se siete poi curiosi comprate il libro. Ma abbiate il sentore che tutto non sia come prima. Con tutto ciò che comporta.
di Alfredo Ronci
Ora abbiamo Exit in fiamme. Indubbiamente gli anni sono passati e sono passate, molto probabilmente, anche certe istanze storico-politiche: non per convinzioni politiche ma perché non si può stare a lungo attaccati ad un’idea senza appoggiarla a certi schemi o a certe dinamiche sociali.
Tranquilli, Balocchi in tutti questi anni non si è perso, si è, come si suol dire oggi, evoluto.
E vediamo questa evoluzione: la storia è ambientata in una Milano irriconoscibile (lasciamo perdere, per carità, le dinamiche di un’infezione da virus). Attraverso la città. Sfreccio a tutta birra zigzagando tra cumuli di sabba che il vento ha addensato lungo i viali, sotto i cavalcavia, tra le macchine parcheggiate, sui balconi, alle finestre, davanti ai negozi, lungo i muri dei palazzi, dappertutto si trovasse un pertugio, un incavo, un mattone o un parafango contro il quale far ressa, infine ammucchiarsi. L’aria è densa di nebbia giallastra. Vi svolazzano tizzoni ardenti, scintille di cenere. L’afa tropicale da ieri è scomparsa. Non si suda più. Si brucia e basta.
E in questo setting tutto particolare si svolgono le vicissitudini di Ludovico Tacca, giornalista, che crede di appartenere ad un sistema ben definito per poi ritrovarsi alla fine vinto in una dimensione a lui quasi sconosciuta.
In parole povere siamo davanti ad una storia che mischia realtà a fantasia, che ha tutte le caratteristiche d una ambientazione fantascientifica (attenti voi lettori ad individuare certi maestri sf) ma che si ricollega ad una realtà che potrebbe diventare reale e apocalittica in men che non si dica.
Me ne rendo conto, Exit in fiamme, per quanto storia molto attuale (ridisegnata su schemi fantastici) non è facile da raccontare, per quanto illustri dinamiche e incubi che ormai appartengono al nostro sentire. Ha una struttura lineare ma nello stesso tempo fuggevole ed il linguaggio è perfettamente adattabile al contesto. Rapido ed efficace per la storia.
Accontentatevi di quello che ho detto. Se siete poi curiosi comprate il libro. Ma abbiate il sentore che tutto non sia come prima. Con tutto ciò che comporta.
di Alfredo Ronci
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Luigi Balocchi
Il diavolo custode
Meridiano Zero, Pag.253 Euro14.00Sere fa vedevo Storie incredibili, sottoprodotto estivo di Chi l'ha visto, il famoso programma di Rai tre. E si narrava la storia di due fratelli, Franco e Renzo Polazza che, rifiutati dalla madre e da gran parte dei concittadini, si rifugiarono, sparendo, nei monti tra il Piemonte e la Liguria, per ricomparire all'improvviso dopo 12 anni di vita furtiva ed animalesca.
Vicende, impestati come siamo di presenzialismo televisivo e mediatico, davvero di altri tempi.
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