RECENSIONI
Toshikazu Kawaguchi
Finché il caffé è caldo
Garzanti, trad. Claudia Marseguerra, pagg. 178 euro 21,00
C’è un locale davvero molto particolare nel cuore del Giappone, un luogo dove prendere un caffè diventa una straordinaria esperienza. Sì perché con un caffè davanti (e a determinati patti) la persona può rivivere istanti della propria vita.
Diciamo subito che l’idea che ha avuto Toshikazu Kawaguchi è straordinaria, ma che poi la sua realizzazione narrativa lo è stata un po’ meno. Best seller internazionale, chissà perché, in Italia ha avuto diverse ristampe. Il libro è uscito nel 2020 e ve ne parliamo solo ora perché il romanzo ha avuto poi diversi seguiti: Basta un caffè per essere felici e l’appena uscito Il primo caffè della mattina. Più che di romanzi verrebbe però quasi da parlare di raccolte di racconti, di un format che ci ha ricordato The Place, il bello e pluripremiato film tratto da un serial americato. Tante infatti solo le vicende che leggiamo, indipendenti l’una dall’altra. A legarle insieme c’è questo luogo quasi fatato, sospeso nel tempo, e il caffè che rappresenta la macchina del tempo. E così leggiamo di Fumiko che non è riuscita a trattenere accanto a sé il suo ragazzo Kotake, oppure Hirai che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella, o Kei che deve trovare la forza per essere una buona madre. Poi ancora Kiyoshi che non è riuscito a dire addio alla moglie come avrebbe voluto. E per finire, ne Il primo caffè della mattina, appena arrivato in libreria, c’è Hayashide che non ha mai capito che la felicità è accanto a lui, o Reiji che non riesce proprio a dire “ti amo”.
Certo che non è poi così facile viaggiare nel tempo per gli avventori del Caffè. Ci sono tante regole da seguire — la prima è quella che dà il titolo al libro — e soprattutto non è un’azione che darà luogo a un futuro diverso. Non si tratta insomma di riavvolgere il nastro e iniziare nuovamente per cambiare quello che viene dopo. Kawaguchi ci dice che cancellare il passato non è possibile e tutto sommato non è la soluzione, bisogna solo imparare a perdonare gli altri e accettarsi con tutti i nostri errori.
Insomma.. da leggere. Senza strapparsi i capelli.
di Marco Minicangeli
Diciamo subito che l’idea che ha avuto Toshikazu Kawaguchi è straordinaria, ma che poi la sua realizzazione narrativa lo è stata un po’ meno. Best seller internazionale, chissà perché, in Italia ha avuto diverse ristampe. Il libro è uscito nel 2020 e ve ne parliamo solo ora perché il romanzo ha avuto poi diversi seguiti: Basta un caffè per essere felici e l’appena uscito Il primo caffè della mattina. Più che di romanzi verrebbe però quasi da parlare di raccolte di racconti, di un format che ci ha ricordato The Place, il bello e pluripremiato film tratto da un serial americato. Tante infatti solo le vicende che leggiamo, indipendenti l’una dall’altra. A legarle insieme c’è questo luogo quasi fatato, sospeso nel tempo, e il caffè che rappresenta la macchina del tempo. E così leggiamo di Fumiko che non è riuscita a trattenere accanto a sé il suo ragazzo Kotake, oppure Hirai che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella, o Kei che deve trovare la forza per essere una buona madre. Poi ancora Kiyoshi che non è riuscito a dire addio alla moglie come avrebbe voluto. E per finire, ne Il primo caffè della mattina, appena arrivato in libreria, c’è Hayashide che non ha mai capito che la felicità è accanto a lui, o Reiji che non riesce proprio a dire “ti amo”.
Certo che non è poi così facile viaggiare nel tempo per gli avventori del Caffè. Ci sono tante regole da seguire — la prima è quella che dà il titolo al libro — e soprattutto non è un’azione che darà luogo a un futuro diverso. Non si tratta insomma di riavvolgere il nastro e iniziare nuovamente per cambiare quello che viene dopo. Kawaguchi ci dice che cancellare il passato non è possibile e tutto sommato non è la soluzione, bisogna solo imparare a perdonare gli altri e accettarsi con tutti i nostri errori.
Insomma.. da leggere. Senza strapparsi i capelli.
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