RECENSIONI
Rosa Tiziana Bruno
I ladri di favole
EdiGio', Pag.107 Euro 13,50
Lo psicanalista Schwartz affermava che favole e fiabe sono la realtà nella quale ogni bambino vive, ma in questa "favolosa esistenza", per non cadere in cattive interpretazioni, è giusto sottolineare che nella fiaba soprattutto il bambino ci cresce, elaborando, come nei sogni, tutto in forma simbolica e assurgendo ogni cosa sentita o letta in un archetipo capace di condizionare e influire sul carattere e sul futuro. La favola, attraverso le sue regole ben congegnate, invia impulsi ed emozioni alla mente sia consciamente che inconsciamente, permettendo ai giovani lettori di riformulare internamente i propri conflitti, trovare i propri nemici, contenere e far esplodere le proprie indicibili passioni. Già nell'incipit più famoso del mondo, già in quel "C'era una volta" si proietta ogni vicenda, e quindi ogni aspettativa, in un tempo che non c'è più o indifferentemente c'è sempre stato nel nostro personalissimo cassetto della fantasia. Ora, destinare un ruolo così importante e decisivo alla lettura di una favola potrebbe spaventare scrittori e lettori del genere, ma nel voler ampliare il discorso ci si potrebbe chiedere se di tali responsabilità sia esente la letteratura degli adulti. In fondo non è tutta l'arte che dovrebbe arricchire il nostro immaginario e invitarci a riflettere? Prendersi meriti e critiche? La cosa più infantile che si possa fare è credere che si smetta di crescere. Ogni età ha un suo linguaggio, un suo personale conflitto e ci si augura anche una sua meritata ricompensa. Il problema da porsi, semmai, dovrebbe essere sulla qualità, sulla buona e cattiva arte. Accantonando ogni processo moralistico, il problema, a mio modesto parere, non è un gran problema. L'arte, e in particolare la letteratura, quando è buona arricchisce veramente, quando al contrario è cattiva, in primis non è arte, e poi rimane poco più che una cosa orticante, da spazzare via facilmente, nulla che una successiva buona lettura non possa cacciare dalla memoria. I Ladri di Favole di Rosa Tiziano Bruno è un omaggio e un dolce invito alla lettura delle tante favole nel mondo. I piccoli lettori seguendo le avventure di Angiolina, una bambina riccioluta e intelligente, ma assai poco principessa, verranno a conoscenza di tante fiabe tradizionali di diversi Paesi. La piccola protagonista, abitante di Solealto, è l'unica ad accorgersi che da quando in paese è giunta la banda degli storti le favole stanno scomparendo perché nessuno le racconta più. Giganti, principini, sirenette e folletti non hanno più dimora e vagano senza regno nell'oblio più feroce. Alla ricerca di questi personaggi, Angiolina vola su una forchetta magica, di continente in continente, da fiaba in fiaba. La bambina girovaga per il mondo seguendo un piano ben preciso per sconfiggere la temibile banda e riportare nella memoria degli adulti le favole. Nel libretto I Ladri di Favole, illustrato da Simona Meisser, i più piccoli potranno scoprire anche i continenti, innamorarsi del mondo e comprendere che culture diverse, non significa necessariamente diverse minacce. La favola di Rosa Tiziana Bruno è intelligente ed educativa, e seppur destinata a un pubblico giovanissimo, dispiace per il finale affrettato e una lingua fin troppo semplice e appiattita. Sarebbe bello poter ipotizzare una nuova avventura, tutta nostrana, della scaltra protagonista, oramai esploratrice professionista, alla ricerca delle parole in disuso del nostro ricco vocabolario che questo bel mondo globalizzato sta fagocitando sotto lo sguardo incurante degli adulti che non le usano più. Forza Angiolina!
di Massimiliano Di Mino
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