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Stefano Ghisleri

I problemi de Il problema dei tre corpi di Cixin Liu

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Preambolo scientifico: il problema dei tre corpi.
Quello dei tre corpi è un problema della meccanica classica che ha percorso la storia della matematica e della fisica del XVIII e XIX secolo.
Con la pubblicazione dei suoi Principia, Newton risolse il problema dei due corpi, ovvero la ricerca delle traiettorie percorse da due corpi che interagiscono tra loro tramite la sola forza gravitazionale. La soluzione di Newton, di tipo geometrico e non analitico come quella che viene studiata oggi, com’è noto, porta alla prima legge di Keplero: il pianeta percorre un’orbita ellittica e il Sole occupa uno dei due fuochi della conica.
Keplero era giunto a quella legge per via sperimentale, utilizzando le tavole astronomiche di Tyco Brahe. Le altre due leggi, sempre dedotte dalle osservazioni, sono deducibili anch’esse dalla teoria di Newton che quindi si dimostra essere una teoria generale (universale è il termine che viene utilizzato nei testi di fisica) della gravitazione.
Risolto il problema dei due corpi venne spontaneo affrontare la stessa situazione con un pianeta (o un satellite) in più. Il primo terzetto che si cercò di studiare è il sistema Sole-Terra-Luna. Qui nascono i problemi: il sistema di equazioni, la cui soluzione fornisce le traiettorie dei tre astri, diventa complicatissimo; addirittura irrisolvibile.

Nel romanzo di Cixin Liu, vincitore del Premio Hugo nel 2015, una civiltà aliena vive su un sistema con tre soli, da cui il nome di Trisolaris (vago richiamo al capolavoro di Lem?).
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Notiamo subito che qualcosa che non va: il problema dei tre corpi consiste nello studiare l’interazione gravitazionale fra tre astri e ricavarne le relative traiettorie. Ma in un sistema solare che ha tre soli, con una popolazione che vive su un pianeta che gravita attorno a essi, i corpi diventano quattro.
Cosa succede su questo pianeta? A causa dell’orbita estremamente complessa esso si trova alcune volte molto vicino ai soli (entrando in un’era del caos), alcune volte alla giusta distanza (era dell’ordine), altre, rarissime, in cui ci sono tre stelle volanti (periodo di freddo estremo).
Gli abitanti del pianeta hanno la capacità (non spiegata) di disidratarsi per venire confinati in apposite strutture e salvati così dall’immenso calore provocato dai soli.
Dal punto di vista del nostro pianeta, esiste un gioco, Tre corpi, che permette di rivivere le diverse fasi evolutive degli abitanti di Trisolaris. Il gioco è molto complesso e richiede conoscenze matematiche e fisiche di tipo avanzato, tanto che solo scienziati di alto livello riescono ad appassionarcisi. Nel gioco, come nella storia di Trisolaris, ogni volta che una civiltà viene distrutta, essa ricomincia da capo la propria evoluzione. Nel testo sono presentate diverse civiltà, ognuna delle quali raggiunge un maggiore livello di conoscenza sul problema dei tre corpi.
Con questo espediente Cixin Liu ripercorre le teorie della gravitazione che nei secoli si sono succedute, riuscendo a inserire tutti i personaggi della storia della scienza (umana).
Particolarmente originale è il capitolo 17, nel quale su Tre corpi viene costruito un computer “umano”. Questo capitolo è probabilmente il più originale e interessante del romanzo, ma il livello tecnico richiesto al lettore non è coerente con il resto del testo. L’autore parte dal codice binario e fa realizzare, tramite bandierine colorate, delle porte logiche. Prosegue poi costruendo tutta l’architettura di un computer, realizzata anche tramite uomini a cavallo che trasmettono informazioni ai vari registri, per calcolare l’orbita dei soli. Mentre è comprensibile la presenza di von Neumann in questo capitolo, però, non si comprende perché debba esserci anche Newton, che infatti non fa praticamente nulla se non un duello iniziale all’arma bianca con Leibniz che gli contesta l’invenzione del calcolo dal risultato più ridicolo che divertente.
Altro problema del capitolo: all’allineamento dei tre soli le loro forze di gravità si sommano e le persone iniziano a fluttuare per aria. Naturalmente le forze gravitazionali dei soli si sommano in qualunque configurazione, e il fatto che compensino esattamente quella attrattiva del pianeta è improponibile. Questo capitolo avrebbe funzionato molto bene come racconto a sé.
Sul lato terrestre abbiamo invece dei problemi per quanto riguarda i personaggi.
La protagonista scientifica è Ye Wenjie. Ricevuto un libro proibito dal titolo Silenziosa primavera (del quale poi non sappiamo più nulla per tutto il romanzo) viene trasferita nella base miliare Costa Rossa. Dopo varie vicissitudini scopre che la base ha come scopo la progettazione delle tecnologie per difendersi da eventuali invasioni aliene. Nel capitolo XXII Ye scopre che il Sole è un amplificatore di onde radio (invenzione dell’autore) e grazie a questo riesce a spedire un messaggio molto potente verso lo spazio. Inaspettatamente riceve una risposta. Il sistema informatico decripta, magicamente, il messaggio alieno in pochi secondi e la donna viene avvisata da un alieno buono di non rispondere perché in caso contrario la Terra sarebbe stata invasa dagli abitanti di Trisolaris.
A questo punto succede l’impossibile: Ye scrive agli alieni (non si sa come si siano potuti accordare sulla codifica del messaggio) di invaderci perché la nostra civiltà non è capace di risolvere da sola i suoi problemi; in particolare, nel romanzo si fa riferimento alla deforestazione. Tutto quello che avverrà in seguito (e in seguito significa negli altri due romanzi della trilogia) è quindi stato causato da Ye, una sorta di moderna Eva che coglie il frutto dell’albero proibito e condanna l’umanità.
A questo punto abbiamo quello che potremmo considerare il vero messaggio del romanzo, che è di fatto molto importante: la necessità della ricerca scientifica.
Una volta che i trisolariani hanno individuato il nostro pianeta grazie al secondo messaggio di Ye, il loro scopo è quello di bloccare i nostri scienziati in modo che sia per noi impossibile raggiungere un livello tecnologico sufficiente per difenderci mentre ci stanno raggiungendo.
L’idea è molto interessante ed estremamente attuale, ma la soluzione dell’autore è poco convincente. Gli alieni creano una nuova particella, il sofone, che è un protone appiattito sul quale vengono incisi dei circuiti elettrici in modo che esso acquisti un’intelligenza artificiale, tutto questo a dimensioni superiori a tre. Due sofoni vengono inviati sulla Terra con il compito si sabotare gli esperimenti degli acceleratori di particelle.
Questi sofoni sciolgono alcuni nodi lasciati in sospeso durante il romanzo ma in un modo che pare troppo sbrigativo.
Sulla Terra nasce una resistenza che vuole combattere gli scienziati ormai schierati con i trisolariani. Per fare questo uno degli strumenti fondamentali saranno i nanomateriali. La prima missione consiste nel recupero di alcuni dati che sono contenuti all’interno di una nave che è stata localizzata; per fare questo vengono tesi dei nanofilamenti fra due tralicci in modo tale che al passaggio la nave venga affettata e con essa tutto l’equipaggio. Una soluzione che ricorda vagamente la serie di cartoni animati Lupin con Goemon che taglia le macchine in corsa.
Abbiamo poi un personaggio inutile: Cheng. Egli è un prodigio matematico che ha elaborato un approccio stocastico per risolvere il problema dei tre corpi. Quando, però, la soluzione viene proposta all’interno di Tre corpi viene risposto che loro hanno già metodi più avanzati del suo e che il problema è comunque irrisolvibile. Tutta la parte relativa alla vita di Cheng e alla sua teoria non erano quindi necessarie.
Insomma ci si aspettava davvero di più da un romanzo vincitore di un premio così importante come l’Hugo e che il The New York Times ha dichiarato essere “Un cambio di passo nel mondo della fantascienza”.



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