RECENSIONI
Maurizio Ferrero
I volti degli spiriti
Rill, pag. 136 euro 10,00
Fin dalla sua nascita "Il Paradiso degli orchi" è stato attento a quelle realtà “minori” della narrativa — piccole case editrici, il mondo del fandom — perché spesso è da lì che si sono palesati approcci diversi e sono usciti prodotti interessanti. Ecco, tra queste realtà il mondo che ruota intorno al Premio Rill , ha da sempre giocato un ruolo di primo piano. Il Rill, lo sappiamo, è un concorso e insieme anche un’antologia composta da varie sezioni e che è diretta derivazione del premio. Dal 2011 si è poi affiancata un’altra antologia — la collana “Memorie dal futuro” — che è personale e che ogni anno sceglie come autore uno di quelli che in passato hanno vinto il concorso.
Quest’anno è la volta di Maurizio Ferrero che il Rill lo ha vinto ben due volte. I volti degli spiriti, si intitola così l'antologia composta da dieci racconti che svariano dal fantasy alla fantascienza. Diciamolo subito: meglio i racconti fantasy che quelli di fantascienza. Nei primi Ferrero sembra infatti prendere spunto dai racconti e dalle leggende dei nostri paesi, storie raccontate che l’autore deve avere in qualche maniera frequentato. Ferrero rielabora, riscrive (bene), costruisce intrecci credibili e quello che ne esce fuori sono letture godibili. È, per esempio, il caso dei racconti “Il carrettiere nero” o di “Tre-Graffi e l’Orsa”, dove a farla da padrone sono delle creature fantastiche (Draghi, Gorgoni o Orsi parlanti) che sembrano uscire dalle leggende di qualche paese di montagna. Molto bello è anche “Testimonianza d’un cavaliere virtuoso”, narrato con un linguaggio ricercato, quasi arcaico, che ci proietta in un ipotetico medioevo. Azzeccata l’introduzione di Andrea Viscusi.
www.rill.it, per saperne di più.
di Marco Minicangeli
Quest’anno è la volta di Maurizio Ferrero che il Rill lo ha vinto ben due volte. I volti degli spiriti, si intitola così l'antologia composta da dieci racconti che svariano dal fantasy alla fantascienza. Diciamolo subito: meglio i racconti fantasy che quelli di fantascienza. Nei primi Ferrero sembra infatti prendere spunto dai racconti e dalle leggende dei nostri paesi, storie raccontate che l’autore deve avere in qualche maniera frequentato. Ferrero rielabora, riscrive (bene), costruisce intrecci credibili e quello che ne esce fuori sono letture godibili. È, per esempio, il caso dei racconti “Il carrettiere nero” o di “Tre-Graffi e l’Orsa”, dove a farla da padrone sono delle creature fantastiche (Draghi, Gorgoni o Orsi parlanti) che sembrano uscire dalle leggende di qualche paese di montagna. Molto bello è anche “Testimonianza d’un cavaliere virtuoso”, narrato con un linguaggio ricercato, quasi arcaico, che ci proietta in un ipotetico medioevo. Azzeccata l’introduzione di Andrea Viscusi.
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