RECENSIONI
Boileau e Narcejac
I volti dell'ombra
Adelphi, Federica Di Lella, Maria Laura Vanorio, Pag.180 Euro 18.00
Bisogna ringraziare Adelphi per le scelte che fa. Ovviamente per quelle di natura strettamente commerciale, ma pensiamo che ci sia nelle persone che scelgono il catalogo anche una sorta di reminiscenza infantile. Eh sì, altrimenti come la chiameremmo quella attitudine (per niente italiana) di tradurre un libro di un autore e poi improvvisamente editare l’intero (o quasi) suo catalogo?
Un esempio? Georges Simenon. E la scelta non è stata delle più facili, perché penso proprio che quando finiranno le traduzioni dei suoi libri noi non ci saremo più, o quasi. O lo scrittore giapponese Matsumoto Seicho, di cui nessuno avrebbe scommesso per la sua esistenza, ma pare che piaccia e che si avranno altre edizioni dei suoi libri (tra l’altro è sempre stato chiamato come il Simenon dei francesi).
Ora Boileau e Narcejac. Un duo francese che i più attenti ricorderanno come gli autori, tra l’altro, de I diabolici e de La donna che visse due volte, ambedue ridotti cinematograficamente da Henry G.Clouzot e da Alfred Hitchcock. Un duo francese così rinomato (qualche critico d’oltralpe disse che con loro era finito il noir coi poliziotti) che qualcuno, in vena ovviamente di scherno, aveva pensato di fare una sorta di quiz (o di scelta): meglio loro o Ellery Queen? (Visto che Ellery Queen in realtà erano due).
Nei romanzi di Boileau e Narcejac c’è spesso, o quasi sempre, una sorta di mostro, ovviamente sociologico, non fisico. E anche in questo I volti dell’ombra ce n’è uno. Un certo Richard Hermantier, magnate dell’industria, che dopo aver subito una violenza da parte di rapitori, diventa cieco.
Da questa situazione, cioè dalla cecità, nasce una serie di avvenimenti, che coinvolge oltre al fratello e alla cognata, anche un pusillanime contabile di nome Hubert.
Non sto qui a raccontare la storia: rimane una lettura da fare assolutamente e magari confrontarsi anche col giallo/noir francese (che è una bella cosa).
P.S. Ho una serie considerevole di libri dei due (pubblicati in varie epoche). Ma qualcuno mi dice perché Pezzi d’uomo scelti è considerato anch’esso un capolavoro mentre alla sottoscritta pare essere un’emerita fesseria?
di Eleonora Del Poggio
Un esempio? Georges Simenon. E la scelta non è stata delle più facili, perché penso proprio che quando finiranno le traduzioni dei suoi libri noi non ci saremo più, o quasi. O lo scrittore giapponese Matsumoto Seicho, di cui nessuno avrebbe scommesso per la sua esistenza, ma pare che piaccia e che si avranno altre edizioni dei suoi libri (tra l’altro è sempre stato chiamato come il Simenon dei francesi).
Ora Boileau e Narcejac. Un duo francese che i più attenti ricorderanno come gli autori, tra l’altro, de I diabolici e de La donna che visse due volte, ambedue ridotti cinematograficamente da Henry G.Clouzot e da Alfred Hitchcock. Un duo francese così rinomato (qualche critico d’oltralpe disse che con loro era finito il noir coi poliziotti) che qualcuno, in vena ovviamente di scherno, aveva pensato di fare una sorta di quiz (o di scelta): meglio loro o Ellery Queen? (Visto che Ellery Queen in realtà erano due).
Nei romanzi di Boileau e Narcejac c’è spesso, o quasi sempre, una sorta di mostro, ovviamente sociologico, non fisico. E anche in questo I volti dell’ombra ce n’è uno. Un certo Richard Hermantier, magnate dell’industria, che dopo aver subito una violenza da parte di rapitori, diventa cieco.
Da questa situazione, cioè dalla cecità, nasce una serie di avvenimenti, che coinvolge oltre al fratello e alla cognata, anche un pusillanime contabile di nome Hubert.
Non sto qui a raccontare la storia: rimane una lettura da fare assolutamente e magari confrontarsi anche col giallo/noir francese (che è una bella cosa).
P.S. Ho una serie considerevole di libri dei due (pubblicati in varie epoche). Ma qualcuno mi dice perché Pezzi d’uomo scelti è considerato anch’esso un capolavoro mentre alla sottoscritta pare essere un’emerita fesseria?
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