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RECENSIONI

José Pablo Feinmann

Il giorno della madre

Baldini Castoldi Dalai editore, pp.303 Euro 15,00
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L'arte dello scrittore argentino, ancora una volta, è rivisitazione di luoghi e tempi. E magistrale sintesi di mondi letterari. Così fu anche per gli altri romanzi precedentemente tradotti in italiano: Gli ultimi giorni della vittima sunto magistrale tra mistery e metafisica borghesiana.; Il cadavere impossibile sunto tra cinematografia e splatter; Amaro non troppo sunto tra noir ed esistenzialismo bohemien; L'esercito di cenere sunto tra disperazione alla buzzati ed epica donchisciottesca e teatro dell'assurdo.

Quest'opera parte male, ma non per colpa dell'autore. Il titolo in italiano Il giorno della madre è un inganno e una pista falsa, rispetto all'originale La critica de las armas. Vi è una ragione: nel nostro paese Feinmann è conosciuto (espressione questa ardita, se si considera che il testo in questione è stato sistematicamente ignorato un po' da tutti) soprattutto come autore poliziesco.

Leggete la seconda di copertina: Buenos Aires, 21 ottobre 2002, giorno della festa della Madre. Pablo Epstein, industriale, decide di uccidere l'anziana madre che vive in una casa di riposo. Non è un'eutanasia.

Forza magnetica del plot, irresistibile tentazione di confrontarcisi. Si diceva che è un inganno. Lo è davvero. In realtà Il giorno della madre è uno spietato resoconto degli anni della dittatura dei generali in Argentina.

Pablo Epstein, il protagonista di questa tragedia si definisce un comunista di merda, ebro di merda, merdoso sovversivo, e, ovviamente montonero di merda. Un intellettuale che, prima dell'avvento dei torturatori, scrisse Rivoluzione e terzo mondo.

E a ragione vive il suo tempo nella paura e nell'angoscia di essere prelevato da casa e torturato nelle famigerate cantine dell'ESMA, l'incubo di tutti gli argentini: non c'è scenografia per il terrore, soprattutto se uno ce l'ha dentro.

Sopravviverà, tuttavia, anche se qualche amico sparirà, qualche collega emigrerà nell'occidente democratico, il fratello più grande morirà prematuramente e il matrimonio fallirà. Ma la sopravvivenza implicherà un resoconto coi propri fantasmi ed è a questo punto ( e solo a questo punto) che entra in scena la madre del protagonista, non più legata a lui da vincoli di sangue, ma da contrasti ideologici. Ma la madre-patria (traslazione necessaria ed inevitabile) ormai alleggerita dal terrore dei generali (ma solo in parte, perché il passaggio dell'Argentina dalla dittatura alla democrazia non fu indolore nemmeno a decenni di distanza) necessita di una rimozione definitiva. Di una cancellazione. Per Pablo Epstein avviene attraverso l'uccisione della madre emblema di una visione qualunquistica della politica e appunto della sopravvivenza.

Solo allora la dittatura sanguinaria dei generali, alimentata dal colonialismo statunitense, dalla bramosia dell'ordine (...ordine, ordine, ordine, quando c'è ordine, il paese si può ricostruire da cima a fondo), dallo specchietto delle allodole dei campionati mondiali di calcio del '78 (Il 21 giugno... la squadra del regime vinse 6 a 0 contro il Perù, a Risario. Ciascun gol, pensava Pablo, un gol per la dittatura. Ciascun gol, un gol per i sequestri. Ciascun gol, un gol per il saccheggio e il furto dei bambini. Ciascun gol, un gol per la tortura. Ciascun gol, un gol per le sparizioni. Ciascun gol, un gol per la Morte), dal falso luccichio rivistaiolo (...fiesta, que fantastica fantastica esta fiesta... sapevi Pablo Epstein che Raffaella Carrà, quella entertainer del Processo, cantava questa canzone per te...) muore, ma lascia una ferita non rimarginabile.

Il giorno della madre è un romanzo perfetto e commovente.

di Alfredo Ronci


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