RECENSIONI
Marco Castoldi
Il libro di Morgan. Io, l’amore, la musica, gli stronzi e Dio.
Stile libero extra. Einaudi, Pag. 224 Euro 17.50
Chi lo avrebbe mai creso? Il Morgan che, abbandonati i fasti (deliri) dell’X factor nazionale, si da alla letteratura e alle querimonie ad essa collegata.
Praticamente tutti.
Immaginare un ometto simile senza un contraltare narrativo è come prevedere un formichiere senza il lauto pranzo formicaio.
Dunque veniamo a noi. Il libro non è una autobiografia vera e propria ma un passaggio da una sensazione all’altra, da un sentimento all’altro, portando seco il distacco, ma nello stesso tempo l’abbraccio con Dio e la sua musica.
Troppo?
Non tanto se si ha molta pazienza e lo si sta a sentire con molta eleganza.
Ma per non scostarci molto dalle intenzioni dell’autore, preferiamo seguire le categorie che lui stesso ha elencato nel titolo soddisfacendolo nelle sue grazie e nei suoi scazzi.
Io. Non ce n’è. Questo libro è pieno di Io. Una volta avevo qualcosa da dire, ora ho soltanto da ridire. Non è finita… Mi sono fatto di pubblico, lo sono sempre stato… ancora… Ecco perché mi innervosisco quando tutta questa gente che mi circonda, fisicamente e mediaticamente, mi distrae da quello che mi interessa sul serio. Perché la musica è la cosa più bella del mondo. E non è mai gratuita. Non solo nel senso che dovete pagarmela – quello è ovvio (Creative commons? Vaffanculo) e per finire… poche pagine ha ho detto che sono egoista. Non è vero. Al limite sono egotico, ma egoista no.
Citazioni prese a casa (in realtà potrei riempire la recensione, ma mi basta e spero che basti) che però danno il senso della misura del libro.
L’amore. Per il padre suicida, per la madre, per Asia, per i bambini (ha forse dimenticato una cantante di X-factor?) e per qualcosa d’altro che solo lui azzarda.
La musica. Ḉa va sans dire. Ma tentiamo un resoconto. Bach, Depeche Mode, Warren Cuccurullo, Duran Duran, Fabrizio De Andrè… e tanti altri.
Gli stronzi. Pochi in realtà, si capisce però il mondo degli stronzi dal mondo solitario di Morgan. E non è poca cosa.
Dio. Qui la cosa si fa più dura. Che cosa è Dio per Morgan? Tutto quello che lo riempie e lo tiene conservato. Diciamocelo… lui ci piace, scrive canzoni che il resto dei notabili non sa nemmeno cosa cogliere, ma non tutto quello che lui fa ha le stimmate dell’immortalità. Lui è appena sotto Dio (decidete voi quanto), tutto il resto è noia.
Ma forse Dio per Morgan è anche Battiato.
Bene, bravo, 7+.
Forse anche qualcosina in meno.
di Alfredo Ronci
Praticamente tutti.
Immaginare un ometto simile senza un contraltare narrativo è come prevedere un formichiere senza il lauto pranzo formicaio.
Dunque veniamo a noi. Il libro non è una autobiografia vera e propria ma un passaggio da una sensazione all’altra, da un sentimento all’altro, portando seco il distacco, ma nello stesso tempo l’abbraccio con Dio e la sua musica.
Troppo?
Non tanto se si ha molta pazienza e lo si sta a sentire con molta eleganza.
Ma per non scostarci molto dalle intenzioni dell’autore, preferiamo seguire le categorie che lui stesso ha elencato nel titolo soddisfacendolo nelle sue grazie e nei suoi scazzi.
Io. Non ce n’è. Questo libro è pieno di Io. Una volta avevo qualcosa da dire, ora ho soltanto da ridire. Non è finita… Mi sono fatto di pubblico, lo sono sempre stato… ancora… Ecco perché mi innervosisco quando tutta questa gente che mi circonda, fisicamente e mediaticamente, mi distrae da quello che mi interessa sul serio. Perché la musica è la cosa più bella del mondo. E non è mai gratuita. Non solo nel senso che dovete pagarmela – quello è ovvio (Creative commons? Vaffanculo) e per finire… poche pagine ha ho detto che sono egoista. Non è vero. Al limite sono egotico, ma egoista no.
Citazioni prese a casa (in realtà potrei riempire la recensione, ma mi basta e spero che basti) che però danno il senso della misura del libro.
L’amore. Per il padre suicida, per la madre, per Asia, per i bambini (ha forse dimenticato una cantante di X-factor?) e per qualcosa d’altro che solo lui azzarda.
La musica. Ḉa va sans dire. Ma tentiamo un resoconto. Bach, Depeche Mode, Warren Cuccurullo, Duran Duran, Fabrizio De Andrè… e tanti altri.
Gli stronzi. Pochi in realtà, si capisce però il mondo degli stronzi dal mondo solitario di Morgan. E non è poca cosa.
Dio. Qui la cosa si fa più dura. Che cosa è Dio per Morgan? Tutto quello che lo riempie e lo tiene conservato. Diciamocelo… lui ci piace, scrive canzoni che il resto dei notabili non sa nemmeno cosa cogliere, ma non tutto quello che lui fa ha le stimmate dell’immortalità. Lui è appena sotto Dio (decidete voi quanto), tutto il resto è noia.
Ma forse Dio per Morgan è anche Battiato.
Bene, bravo, 7+.
Forse anche qualcosina in meno.
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