RACCONTI
Giulio Perri
Il problema

Non stiamo parlando di niente di particolarmente interessante.
Il punto principale è : la goccia.
Si, la classica goccia.
Come ripeto, niente di interessante, ma, il vero problema della goccia, ciò che determina cioè la vita o la morte della goccia stessa, che ricordo essere argomento della nostra attuale discussione, è in verità: la guarnizione.
Corrosa, schiacciata, compressa, privata dell'aria, senza nessuna possibilità di conoscenza, è lei che, povera schiava del capo assoluto detto rubinetto, causa, sia pur diffidente, il problema della goccia.
Sull'orlo dell'abisso.
La guarnizione non conosce i percorsi tortuosi ed oscuri dei tubi, non sa se credere alle vecchie leggende o avere paura di quello che, le vecchie leggende, per paura, non dicono.
E questo è, forse, il problema delle vecchie leggende, ma torniamo alla goccia.
Lanciamo uno sguardo distratto al rubinetto( la guarnizione non sempre è visibile, la guarnizione è oscura, nascosta e sono in molti a credere che, addirittura, non esista.)
La goccia.
Vediamo!
Problema della goccia sembra essere, a prima vista, il cadere o il non cadere.
E' questo il problema.
No, non è vero!
Esistere.
Cadere non ha senso.
Cadere non significa nulla.
-Nonnino! Nonnino apri la porta, sono io! Nonnino sono Carolina, apri, per favore!?-
Dunque, vediamo...
-Mamma! Mammina, il nonnino non apre! Perché?-
-Piccola mia, cosa ci fai in cucina a quest'ora?-
-Il nonno, mamma! Non vuole aprire la porta|-
-Vieni qui, ecco ti prendo la mano, te la stringo, tu la senti e, avanti, lo vedi? Stiamo salendo le scale, tu ed io, per mano. Le scale, bambina, sono fatte di tanti scalini, vieni, vieni con me!-
- Dal nonno?-
"La mia bambina
Che si chiama Carolina,
sale, sale per le scale
sale e non si sentirà mai male!"
-Quanti scalini dobbiamo salire, mamma?-
-Siamo noi due e stiamo salendo le scale. Ti prendo per mano ed andiamo dal nonno.-
-Ieri, questi scalini erano di meno! Quante scale mammina!!!-
-Ieri siamo salite, oggi dobbiamo salire ancora di più.-
-Ieri, mammina, la porta della stanza del nonno era qui, ricordi?!-
-Ma era ieri.-
-Oggi non c'è? Vedi, c'è una parete!-
-Non ci sono porte, lo vedi Carolina?-
Stavo dicendo, la goccia...
I percorsi là in fondo, orlati di bianco fino alla bocca, nascono, appunto, da quel bianco deserto concavo, detto tra noi, lavandino.
Perché?
Per giustificare la vita.
Ma si, se non ci fosse la bocca, la goccia cadrebbe inesorabilmente in terra e poi basta.
E che razza di fine sarebbe?!
La poesia sta all'interno dei tubi o fuori, prima dei tubi? In equilibrio sul filo ed il filo, teso ad altezze tremende, che oscilla.
La goccia.
La goccia allora è un'equilibrista!
Che tristezza.
Una semplice equilibrista, una virtuosa.
Ma è scendere che conta, nell'umidità, nel freddo, nel buio.
E' questo che vuole la goccia?
-Sono stanca! E poi non c'è più neanche la finestra, quella piccola e poi, mammina...guarda, guarda gli scalini mammina! Dietro di noi...non ci sono più, perché?-
-Sei stata cattiva, ma non ti lascio la mano. Ti tengo, ti stringo, andremo su ancora insieme noi due. Saliremo le scale e busseremo alla porta del nonno. Vedrai, ci aprirà. Ci farà entrare e ti racconterà una bella storia, una di quelle che piacciono a te!-
-C'è il Cielo lassù dove andiamo? Mammina, c'è il Cielo? Mi prendi un po' in braccio, mammina?!-
-Ancora col cielo, bambina? Bambina cattiva! Noi stiamo solo salendo e nient'altro.Ma...va bene, ti prenderò in braccio.-
-Niente scalini!-
-In braccio ti dico.-
La goccia.
Sarebbe opportuno esordire, a questo punto, affermando: io sono la goccia!
Ma non sarebbe corretto.
-Mamma, è quella lassù la porta del nonno?-
-Sono stanca di portarti in braccio, sei pesante, fai tante domande e poi, si, si è quella lassù! Siamo quasi arrivate, per oggi. Sono stanca e non mi posso fermare!-
-Devo ucciderti, mammina!-
-Siamo quasi arrivate, aspetta ancora un istante, manca poco e potremo bussare. Il nonno ci aprirà, te lo prometto! Questa volta aprirà e domani non dovremo salire!-
-Bugiarda, ti uccido.-
-Come lo scorpione, morirai!?-
-Ti sbagli, ti sbagli mammina: io posso volare!-
Non vi distraete, torniamo alla goccia.
Vi siete distratti?
Peggio per voi, dovrete ricominciare a salire.
La goccia è il vero problema.
Il punto principale è : la goccia.
Si, la classica goccia.
Come ripeto, niente di interessante, ma, il vero problema della goccia, ciò che determina cioè la vita o la morte della goccia stessa, che ricordo essere argomento della nostra attuale discussione, è in verità: la guarnizione.
Corrosa, schiacciata, compressa, privata dell'aria, senza nessuna possibilità di conoscenza, è lei che, povera schiava del capo assoluto detto rubinetto, causa, sia pur diffidente, il problema della goccia.
Sull'orlo dell'abisso.
La guarnizione non conosce i percorsi tortuosi ed oscuri dei tubi, non sa se credere alle vecchie leggende o avere paura di quello che, le vecchie leggende, per paura, non dicono.
E questo è, forse, il problema delle vecchie leggende, ma torniamo alla goccia.
Lanciamo uno sguardo distratto al rubinetto( la guarnizione non sempre è visibile, la guarnizione è oscura, nascosta e sono in molti a credere che, addirittura, non esista.)
La goccia.
Vediamo!
Problema della goccia sembra essere, a prima vista, il cadere o il non cadere.
E' questo il problema.
No, non è vero!
Esistere.
Cadere non ha senso.
Cadere non significa nulla.
-Nonnino! Nonnino apri la porta, sono io! Nonnino sono Carolina, apri, per favore!?-
Dunque, vediamo...
-Mamma! Mammina, il nonnino non apre! Perché?-
-Piccola mia, cosa ci fai in cucina a quest'ora?-
-Il nonno, mamma! Non vuole aprire la porta|-
-Vieni qui, ecco ti prendo la mano, te la stringo, tu la senti e, avanti, lo vedi? Stiamo salendo le scale, tu ed io, per mano. Le scale, bambina, sono fatte di tanti scalini, vieni, vieni con me!-
- Dal nonno?-
"La mia bambina
Che si chiama Carolina,
sale, sale per le scale
sale e non si sentirà mai male!"
-Quanti scalini dobbiamo salire, mamma?-
-Siamo noi due e stiamo salendo le scale. Ti prendo per mano ed andiamo dal nonno.-
-Ieri, questi scalini erano di meno! Quante scale mammina!!!-
-Ieri siamo salite, oggi dobbiamo salire ancora di più.-
-Ieri, mammina, la porta della stanza del nonno era qui, ricordi?!-
-Ma era ieri.-
-Oggi non c'è? Vedi, c'è una parete!-
-Non ci sono porte, lo vedi Carolina?-
Stavo dicendo, la goccia...
I percorsi là in fondo, orlati di bianco fino alla bocca, nascono, appunto, da quel bianco deserto concavo, detto tra noi, lavandino.
Perché?
Per giustificare la vita.
Ma si, se non ci fosse la bocca, la goccia cadrebbe inesorabilmente in terra e poi basta.
E che razza di fine sarebbe?!
La poesia sta all'interno dei tubi o fuori, prima dei tubi? In equilibrio sul filo ed il filo, teso ad altezze tremende, che oscilla.
La goccia.
La goccia allora è un'equilibrista!
Che tristezza.
Una semplice equilibrista, una virtuosa.
Ma è scendere che conta, nell'umidità, nel freddo, nel buio.
E' questo che vuole la goccia?
-Sono stanca! E poi non c'è più neanche la finestra, quella piccola e poi, mammina...guarda, guarda gli scalini mammina! Dietro di noi...non ci sono più, perché?-
-Sei stata cattiva, ma non ti lascio la mano. Ti tengo, ti stringo, andremo su ancora insieme noi due. Saliremo le scale e busseremo alla porta del nonno. Vedrai, ci aprirà. Ci farà entrare e ti racconterà una bella storia, una di quelle che piacciono a te!-
-C'è il Cielo lassù dove andiamo? Mammina, c'è il Cielo? Mi prendi un po' in braccio, mammina?!-
-Ancora col cielo, bambina? Bambina cattiva! Noi stiamo solo salendo e nient'altro.Ma...va bene, ti prenderò in braccio.-
-Niente scalini!-
-In braccio ti dico.-
La goccia.
Sarebbe opportuno esordire, a questo punto, affermando: io sono la goccia!
Ma non sarebbe corretto.
-Mamma, è quella lassù la porta del nonno?-
-Sono stanca di portarti in braccio, sei pesante, fai tante domande e poi, si, si è quella lassù! Siamo quasi arrivate, per oggi. Sono stanca e non mi posso fermare!-
-Devo ucciderti, mammina!-
-Siamo quasi arrivate, aspetta ancora un istante, manca poco e potremo bussare. Il nonno ci aprirà, te lo prometto! Questa volta aprirà e domani non dovremo salire!-
-Bugiarda, ti uccido.-
-Come lo scorpione, morirai!?-
-Ti sbagli, ti sbagli mammina: io posso volare!-
Non vi distraete, torniamo alla goccia.
Vi siete distratti?
Peggio per voi, dovrete ricominciare a salire.
La goccia è il vero problema.
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