RECENSIONI
Joel Dicker
La scomparsa di Stephanie Mailer
La nave di Teseo, Traduzione di V. Vega, Pag. 640 Euro 22,00
Qualcuno si chiederà: ma questo Joel Dicker dove vuole andare a parare? Beh, senza paragrafare il grande Totò, lo scrittore in questione vuole aggredire il mercato statunitense e reggere il confronto con gli altri grandi del settore (ammettendo che non lo abbia già fatto, lui che viene dalla lontana Svizzera).
Ma uno qualsiasi s’interroga: ma vale davvero qualcosa questo Dicker? Gli appunti che si leggono e le recensioni che si stilano parlano di un grande scrittore che a volte si lascia prendere dal mestiere. E il Paradiso cosa ne pensa? (a dire la verità, la sottoscritta cosa ne pensa, visto che è stata la vittima che ha dovuto sopportare la bellezza di quasi700 pagine). Pensa che siamo di fronte ad una specie di farabutto che raccoglie tutto il meglio (e anche il peggio) del noir finora scritto e scrivendo (davvero troppo) di suo regala storie imbastardite grondanti irrealtà e cose fuori dal comune.
Ma qualcuno dirà: ma la trama? A volte siamo di fronte a un romanzo sorprendente e pieno di meraviglie fino alla fine.
Già, la fine. Ad arrivarci. Io durante le quasi 700 pagine mi sono persa più volte. Ma non perché si faceva fatica a perdere il senso della faccenda, ma perché gli avvenimenti erano talmente fuori logica e fuori lettura (nel senso che i dialoghi son artificiosi e senza nessuna decenza) che chiedersi il come e il perché di certe prodigiose meraviglie finali non ha alcuna logica.
Di questi tempi o si scrive un noir cazzuto e pieno di sangue o (per proprie necessità) si scrive un giallo vecchio stampo. Non credo ci siano alternative. Dicker ha scritto un romanzo che definirlo noir è un abominio e definirlo giallo mi sembra una presa in giro delle vecchie scuole di pensiero.
Dicker ha scritto una storia che non regge la Storia (lo so è una specie di bisticcio, ma serve a chiarire un po’) e credete ame, non ci sarà da parte sua nessuna marcia indietro.
Pensa di essere Ellery Queen.
Ma viva Agatha Christie che diamine!
di Eleonora del Poggio
Ma uno qualsiasi s’interroga: ma vale davvero qualcosa questo Dicker? Gli appunti che si leggono e le recensioni che si stilano parlano di un grande scrittore che a volte si lascia prendere dal mestiere. E il Paradiso cosa ne pensa? (a dire la verità, la sottoscritta cosa ne pensa, visto che è stata la vittima che ha dovuto sopportare la bellezza di quasi700 pagine). Pensa che siamo di fronte ad una specie di farabutto che raccoglie tutto il meglio (e anche il peggio) del noir finora scritto e scrivendo (davvero troppo) di suo regala storie imbastardite grondanti irrealtà e cose fuori dal comune.
Ma qualcuno dirà: ma la trama? A volte siamo di fronte a un romanzo sorprendente e pieno di meraviglie fino alla fine.
Già, la fine. Ad arrivarci. Io durante le quasi 700 pagine mi sono persa più volte. Ma non perché si faceva fatica a perdere il senso della faccenda, ma perché gli avvenimenti erano talmente fuori logica e fuori lettura (nel senso che i dialoghi son artificiosi e senza nessuna decenza) che chiedersi il come e il perché di certe prodigiose meraviglie finali non ha alcuna logica.
Di questi tempi o si scrive un noir cazzuto e pieno di sangue o (per proprie necessità) si scrive un giallo vecchio stampo. Non credo ci siano alternative. Dicker ha scritto un romanzo che definirlo noir è un abominio e definirlo giallo mi sembra una presa in giro delle vecchie scuole di pensiero.
Dicker ha scritto una storia che non regge la Storia (lo so è una specie di bisticcio, ma serve a chiarire un po’) e credete ame, non ci sarà da parte sua nessuna marcia indietro.
Pensa di essere Ellery Queen.
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