RECENSIONI
John Berger
Lillà e Bandiera
Bollati Boringhieri, Pag.176 Euro 17,00
Scrivevo anni fa, sulle pagine del Paradiso cartaceo, a proposito di Berger e del suo capolavoro G(Il Saggiatore).: Berger è un romanziere che ci voleva. Ci voleva perché rappresenta il perfetto trait d'union col passato letterario (ma non esiste passato letterario quando i capolavori ci insegnano continuamente il presente). Nella sua prosa scorre Proust (l'amato Proust!), Musil, Balzac, Svevo, Verne (e cos'è la tragedia del francese Chavez, che sorvola le alpi franco-italiane se non l'ennesimo tentativo, riuscito, di rinverdire le gesta, qui sprofondate però nella miseria di una condizione umana che non è positivistica, del Giro del mondo in ottanta giorni?) e tutta la psicanalisi da Freud in poi.
(...) Qualcuno ha visto nella storia di G. una similitudine con le vicissitudini e la "dinamicità" dell'altro personaggio tanto caro a Berger: Pablo Ricasso. La vita adulta di G. coincide quasi esattamente con gli anni del Cubismo, di cui Picaro è grande sperimentatore. Come potrebbe coincidere l'analisi di una rivoluzione delle arti visive con la necessità di una rivoluzione politica.
Lillà e Bandiera fa parte di una trilogia (i precedenti volumi sono Le tre vite di Lucia, Gelka,Palermo 1992 e Una svolta in Europa, Bollati Boringhieri, Torino 2003 che ha però vita a sé. Perché Berger ci ha abituato ad una condizione letteraria lontana dai flussi costanti (per chi non lo ricordasse Festa di Nozze era un improvviso "tour" tra le nebbie e il dolore di un'incommensurabile tragedia come quella legata all'Aids e qui, in questa storia ammantata quasi di mito, non vi è traccia degli amati scrittori, tanto meno di Proust) ed apre ogni volta squarci tormentati e riflessivi sulla condizione umana.
Lillà e Bandiera è una storia d'amore ed una favola insieme (perché dividere le due equazioni potrebbe dire qualcuno, non è forse vero che le favole sono quasi sempre delle storie d'amore?) sorrette da un'ambientazione improvvisata (Troia è il luogo, un "archeologico" spazio dove sembrano convivere nello stesso tempo l'atmosfera quasi demodè di un neorealismo ah hoc e un "modernismo" rappresentato dai segni del nostro quotidiano: traffico, caos, tecnologia) e da un dialogare mai piano e di routine, ma "strappato" spesso, mi verrebbe da dire, ad un abbecedario infantile.
Lillà e Bandiera sono rispettivamente una ragazza e un ragazzo (bella e cordiale lei, sfaccendato e un pochino anarcoide lui) che si incontrano per caso e si desiderano quasi subito e tutt'intorno un mondo che fa da spalle alle loro avventure e alle loro imprese (per far soldi organizzeranno insieme al fratello di lei un furto di passaporti).
Troia è un luogo di morte che ha all'improvviso, nelle ultime pagine del libro, un contr'altare, una sorta di limbo pre-paradiasiaco dove si ritroveranno tutti i protagonisti della vicenda: L'ispettore che indaga sul furto e si uccide perché solo e disperato, Bandiera che si suicida al commissariato, il fratello di Lillà, morto durante uno scontro con i carabinieri, il padre di Bandiera, spentosi dopo che la televisione del salotto gli è praticamente scoppiata addosso. Ma non Lillà, creduta anche lei morta da Bandiera che pensa di averla soppressa, ma che in realtà, in quella zona franca non c'è, non è mai arrivata.
Lillà appartiene ancora al mondo dei vivi, ed invecchiata testimonia il suo attaccamento alla terra e alle sue origini. Forse, per Berger, la ragazza, poi cresciuta, è solo il testimone ideale di una prosecuzione "storica" degli eventi, un necessario mezzo per il prolungamento della vita. O forse, e anche questa sarebbe un'interpretazione non azzardata, un semplice atto d'amore, come era stato, nella sua disarmante ingenuità, il suo rapporto fresco e spontaneo con Bandiera.
Lilla e Bandiera è alla sua prima edizione: un miracolo ancora per un autore, John Berger appunto, centellinato con preziosa parsimonia, ma per fortuna mai dimenticato.
di Alfredo Ronci
(...) Qualcuno ha visto nella storia di G. una similitudine con le vicissitudini e la "dinamicità" dell'altro personaggio tanto caro a Berger: Pablo Ricasso. La vita adulta di G. coincide quasi esattamente con gli anni del Cubismo, di cui Picaro è grande sperimentatore. Come potrebbe coincidere l'analisi di una rivoluzione delle arti visive con la necessità di una rivoluzione politica.
Lillà e Bandiera fa parte di una trilogia (i precedenti volumi sono Le tre vite di Lucia, Gelka,Palermo 1992 e Una svolta in Europa, Bollati Boringhieri, Torino 2003 che ha però vita a sé. Perché Berger ci ha abituato ad una condizione letteraria lontana dai flussi costanti (per chi non lo ricordasse Festa di Nozze era un improvviso "tour" tra le nebbie e il dolore di un'incommensurabile tragedia come quella legata all'Aids e qui, in questa storia ammantata quasi di mito, non vi è traccia degli amati scrittori, tanto meno di Proust) ed apre ogni volta squarci tormentati e riflessivi sulla condizione umana.
Lillà e Bandiera è una storia d'amore ed una favola insieme (perché dividere le due equazioni potrebbe dire qualcuno, non è forse vero che le favole sono quasi sempre delle storie d'amore?) sorrette da un'ambientazione improvvisata (Troia è il luogo, un "archeologico" spazio dove sembrano convivere nello stesso tempo l'atmosfera quasi demodè di un neorealismo ah hoc e un "modernismo" rappresentato dai segni del nostro quotidiano: traffico, caos, tecnologia) e da un dialogare mai piano e di routine, ma "strappato" spesso, mi verrebbe da dire, ad un abbecedario infantile.
Lillà e Bandiera sono rispettivamente una ragazza e un ragazzo (bella e cordiale lei, sfaccendato e un pochino anarcoide lui) che si incontrano per caso e si desiderano quasi subito e tutt'intorno un mondo che fa da spalle alle loro avventure e alle loro imprese (per far soldi organizzeranno insieme al fratello di lei un furto di passaporti).
Troia è un luogo di morte che ha all'improvviso, nelle ultime pagine del libro, un contr'altare, una sorta di limbo pre-paradiasiaco dove si ritroveranno tutti i protagonisti della vicenda: L'ispettore che indaga sul furto e si uccide perché solo e disperato, Bandiera che si suicida al commissariato, il fratello di Lillà, morto durante uno scontro con i carabinieri, il padre di Bandiera, spentosi dopo che la televisione del salotto gli è praticamente scoppiata addosso. Ma non Lillà, creduta anche lei morta da Bandiera che pensa di averla soppressa, ma che in realtà, in quella zona franca non c'è, non è mai arrivata.
Lillà appartiene ancora al mondo dei vivi, ed invecchiata testimonia il suo attaccamento alla terra e alle sue origini. Forse, per Berger, la ragazza, poi cresciuta, è solo il testimone ideale di una prosecuzione "storica" degli eventi, un necessario mezzo per il prolungamento della vita. O forse, e anche questa sarebbe un'interpretazione non azzardata, un semplice atto d'amore, come era stato, nella sua disarmante ingenuità, il suo rapporto fresco e spontaneo con Bandiera.
Lilla e Bandiera è alla sua prima edizione: un miracolo ancora per un autore, John Berger appunto, centellinato con preziosa parsimonia, ma per fortuna mai dimenticato.
di Alfredo Ronci
Dello stesso autore
John Berger
Qui, dove ci incontriamo
Bollati Boringhieri, Pag. 166 Euro 17.00Ci vuole coraggio a scrivere, ho detto (pag.45).
Credo sia una confessione. E concediamogliela ad un autore più che ottantenne che ha centellinato, nel corso della sua esistenza, le sue opere, senza strafare tanto meno ingolfare il mercato.
Autore che abbiamo ammirato (G. – Il Saggiatore). Che abbiamo amato (Festa di nozze – Il Saggiatore). Che abbiamo stimato (Lillà e Bandiera – Bollati Boringhieri).
Autore che ha anche una significativa attività saggistica: ma qui lo ritroviamo nei panni di un narrator cortese alle prese con la morte.
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