DE FALSU CREDITU
Christiano Raccomandita
Mia sorella e la figa della monaca.
Cazi editore, Pag. 220 Euro 16,00
L'editore Cazi, ultimamente, non ne sta azzeccando una: troppo sbilanciato nella direzione di un mercato editoriale impazzito ed ossessionato dalle prurigini adolescenziali e da una letteratura a ricasco della cultura più deleteria e nazional-popolare.
Francamente non sentivamo la mancanza di questo nuovo esordiente, che pare abbia precedenti da 'tronista': ma non è detto che se non si riesce nell'ars amatoria (leggi: trombare fighette sciape) si debba poi 'planare' nella letteratura di consumo.
Qui purtroppo siamo dalle parti de I monologhi della vagina (se si diceva poc'anzi che non sentivamo la mancanza di un personaggio del genere è perché la narrativa, in questo senso, ha già dato: come 'dimenticare' I monologhi de 'sto cazzo di un coattone di Abbiategrasso che ha scatenato gli entusiasmi dei leghisti e dei 'vecchi' fascisti che sembravano essersi dati una riverniciatura con le prese di distanza di Fini, ma che di fronte ad un prodotto del genere, hanno rivelato tutto la loro inquietante natura?).
Mia sorella e la figa della monaca racconta le imprese di tal Ferdinando Impostato (nome omen a questo punto ci viene da dire... e per fortuna che si è voluto evitare una deriva più volgare, tipo chessò... Indurito, Invergato, ... solo a Busi è concesso, ma lui è frocio, annoverare nella sua onomastica un Celestino Lometto di ben altra proporzione letteraria) che affetto da satiriasi nervosa (la satiriasi è un termine usato in passato nella storia della medicina, indicante l'aumento in modo morboso nel maschio dell'istinto sessuale. Il termine deriva da satiro, il ferino e licenzioso accompagnatore di Dioniso. Alla satiriasi corrispondeva il concetto di ninfomania riguardante il femminile. Entrambi i termini non vengono più utilizzati a livello scientifico e sono stati sostituiti dal concetto di ipersessualità... e questo dovrebbe essere suggerito non solo all'autore, ma anche all'eventuale editor), non contento di far stragi di femmine nei suoi abituali ambienti, (gustosa, lo dobbiamo ammettere la scena in cui il protagonista circuisce la professoressa di matematica che nel momento dell'orgasmo ridefinisce gli assunti del teorema di Godel) finisce col trombare con una licenziosissima monaca dell'Istituto Superiore di Catechesi delle Immacolate Vergini dell'Assunto in cielo di Ripafratta. Il dialogo tra i due la dice lunga.
- Ma sei di Monza?
- Wrrrrrrrrrrrrr
- Dai non scherzare, sei di Monza?
- Wrrrrrrrrr...
E nel dirlo scapocciava a destra e a sinistra. In realtà godeva ed ebbe un orgasmo plurimo.
Dubitiamo che un romanzo del genere possa aspirare alla cinquina dello Strega, nonostante i clamori del caso e l'interesse personale della Maraini che ha espresso compiacimento per una prosa a tratti ardimentosa, ma di sicuro fascino consolatorio.
Ci chiediamo: consolatorio per chi? Forse per le donne? Chissà forse per le laiche e le false credenti. Ma è facile supporre che sia più fattibile e consolante soddisfare una vergine, la monaca appunto, che in fondo l'aveva promessa solo al Padre Eterno.
Francamente non sentivamo la mancanza di questo nuovo esordiente, che pare abbia precedenti da 'tronista': ma non è detto che se non si riesce nell'ars amatoria (leggi: trombare fighette sciape) si debba poi 'planare' nella letteratura di consumo.
Qui purtroppo siamo dalle parti de I monologhi della vagina (se si diceva poc'anzi che non sentivamo la mancanza di un personaggio del genere è perché la narrativa, in questo senso, ha già dato: come 'dimenticare' I monologhi de 'sto cazzo di un coattone di Abbiategrasso che ha scatenato gli entusiasmi dei leghisti e dei 'vecchi' fascisti che sembravano essersi dati una riverniciatura con le prese di distanza di Fini, ma che di fronte ad un prodotto del genere, hanno rivelato tutto la loro inquietante natura?).
Mia sorella e la figa della monaca racconta le imprese di tal Ferdinando Impostato (nome omen a questo punto ci viene da dire... e per fortuna che si è voluto evitare una deriva più volgare, tipo chessò... Indurito, Invergato, ... solo a Busi è concesso, ma lui è frocio, annoverare nella sua onomastica un Celestino Lometto di ben altra proporzione letteraria) che affetto da satiriasi nervosa (la satiriasi è un termine usato in passato nella storia della medicina, indicante l'aumento in modo morboso nel maschio dell'istinto sessuale. Il termine deriva da satiro, il ferino e licenzioso accompagnatore di Dioniso. Alla satiriasi corrispondeva il concetto di ninfomania riguardante il femminile. Entrambi i termini non vengono più utilizzati a livello scientifico e sono stati sostituiti dal concetto di ipersessualità... e questo dovrebbe essere suggerito non solo all'autore, ma anche all'eventuale editor), non contento di far stragi di femmine nei suoi abituali ambienti, (gustosa, lo dobbiamo ammettere la scena in cui il protagonista circuisce la professoressa di matematica che nel momento dell'orgasmo ridefinisce gli assunti del teorema di Godel) finisce col trombare con una licenziosissima monaca dell'Istituto Superiore di Catechesi delle Immacolate Vergini dell'Assunto in cielo di Ripafratta. Il dialogo tra i due la dice lunga.
- Ma sei di Monza?
- Wrrrrrrrrrrrrr
- Dai non scherzare, sei di Monza?
- Wrrrrrrrrr...
E nel dirlo scapocciava a destra e a sinistra. In realtà godeva ed ebbe un orgasmo plurimo.
Dubitiamo che un romanzo del genere possa aspirare alla cinquina dello Strega, nonostante i clamori del caso e l'interesse personale della Maraini che ha espresso compiacimento per una prosa a tratti ardimentosa, ma di sicuro fascino consolatorio.
Ci chiediamo: consolatorio per chi? Forse per le donne? Chissà forse per le laiche e le false credenti. Ma è facile supporre che sia più fattibile e consolante soddisfare una vergine, la monaca appunto, che in fondo l'aveva promessa solo al Padre Eterno.
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