RECENSIONI
Giacomo Bendotti
Paolo Borsellino. L'agenda rossa.
BeccoGiallo, Pag. 127 Euro 14,00
Scrive l'autore nelle note finali: Verità, ipotesi, invenzioni. A distanza di vent'anni dalla strage di Via D'Amelio, la verità giudiziaria sui mandanti occulti dell'eccidio è ancora tutta in discussione. E' storia recente che il processo sull'uccisione di Borsellino e degli uomini della sua scorta ha subito un massiccio depistaggio ed è quindi da rifare.
Strano davvero questo paese: immobile da una parte, dinamico dall'altro. Siamo ancora in attesa di sapere le verità sulle innumerevoli stragi che hanno insanguinato la nostra povera Italia e invece, all'improvviso, una nota che segue un bel fumetto, appena uscito, diventa già 'vecchia' perché nel frattempo ci sono accadimenti di un certo rilievo. E' di pochi giorni fa la notizia che un bel gruppo di signori, da politici, a persone delle istituzioni, da forze dell'ordine, a mafiosi, è stato indagato per la questione del patto tra Stato e mafia che ornai, a detta di tutti, è riconducibile alla strage di Via D'Amelio.(Mi si perdoni l'appunto irrispettoso ma viene spontanea una domanda: ma se Mancino, l'ex ministro dell'Interno nei giorni del delitto Borsellino, è stato indagato, e il Presidente della Repubblica Napolitano, pochi giorni prima, solleva un quesito di attribuzione con la Magistratura per un'intercettazione telefonica che lo vede a colloquio con lo stesso Mancino, non sarà che forse le due cose potrebbero essere collegabili? Così, è solo una curiosità).
BeccoGiallo, che ormai è una realtà ben riconoscibile nel nostro panorama letterario e fumettistico, e naturalmente l'autore del progetto, Giacomo Bendotti, con la solita competenza e anche grazia, ci raccontano gli ultimi giorni e le ultimi ore di Borsellino prendendo spunto anche dai cenni di memoria della sorella del giudice, Rita, che firma l'introduzione al presente volume.
Una storia che si legge tutto d'un fiato, che non manca di pathos, che non manca di una rispettosa distanza da ipotesi pellegrine e poco attendibili, e che non manca persino di un riserbo nei confronti di personaggi, al momento della scrittura del libro, ancora poco inquadrabili (esempio: sempre a proposito dell'allora ministro dell'Interno Mancino, ora accusato di falsa testimonianza, l'autore ne fa una figura appena accennata e piuttosto defilata).
Qualcuno potrebbe obiettare: ma era necessario che una tragedia di siffatta enormità fosse oggetto anche di un rappresentazione fumettistica?: ovviamente sì. Dice correttamente la prima di copertina, riprendendo un discordo dello stesso Borsellino: parlate della mafia, parlatene sui giornali, alla radio, in televisione, però parlatene.
Qui non si tratta, come disse a suo tempo Sciascia, di diventare professionisti della mafia, qui si tratta soltanto di essere cittadinanza moderna e informare, con tutti i mezzi possibili, e anche col fumetto che è suprema arte, chi non è parte direttamente attiva. Mi sembra un compito sacrosanto e BeccoGiallo lo fa ormai da tempo con intelligenza e dovuta competenza.
di Alfredo Ronci
Strano davvero questo paese: immobile da una parte, dinamico dall'altro. Siamo ancora in attesa di sapere le verità sulle innumerevoli stragi che hanno insanguinato la nostra povera Italia e invece, all'improvviso, una nota che segue un bel fumetto, appena uscito, diventa già 'vecchia' perché nel frattempo ci sono accadimenti di un certo rilievo. E' di pochi giorni fa la notizia che un bel gruppo di signori, da politici, a persone delle istituzioni, da forze dell'ordine, a mafiosi, è stato indagato per la questione del patto tra Stato e mafia che ornai, a detta di tutti, è riconducibile alla strage di Via D'Amelio.(Mi si perdoni l'appunto irrispettoso ma viene spontanea una domanda: ma se Mancino, l'ex ministro dell'Interno nei giorni del delitto Borsellino, è stato indagato, e il Presidente della Repubblica Napolitano, pochi giorni prima, solleva un quesito di attribuzione con la Magistratura per un'intercettazione telefonica che lo vede a colloquio con lo stesso Mancino, non sarà che forse le due cose potrebbero essere collegabili? Così, è solo una curiosità).
BeccoGiallo, che ormai è una realtà ben riconoscibile nel nostro panorama letterario e fumettistico, e naturalmente l'autore del progetto, Giacomo Bendotti, con la solita competenza e anche grazia, ci raccontano gli ultimi giorni e le ultimi ore di Borsellino prendendo spunto anche dai cenni di memoria della sorella del giudice, Rita, che firma l'introduzione al presente volume.
Una storia che si legge tutto d'un fiato, che non manca di pathos, che non manca di una rispettosa distanza da ipotesi pellegrine e poco attendibili, e che non manca persino di un riserbo nei confronti di personaggi, al momento della scrittura del libro, ancora poco inquadrabili (esempio: sempre a proposito dell'allora ministro dell'Interno Mancino, ora accusato di falsa testimonianza, l'autore ne fa una figura appena accennata e piuttosto defilata).
Qualcuno potrebbe obiettare: ma era necessario che una tragedia di siffatta enormità fosse oggetto anche di un rappresentazione fumettistica?: ovviamente sì. Dice correttamente la prima di copertina, riprendendo un discordo dello stesso Borsellino: parlate della mafia, parlatene sui giornali, alla radio, in televisione, però parlatene.
Qui non si tratta, come disse a suo tempo Sciascia, di diventare professionisti della mafia, qui si tratta soltanto di essere cittadinanza moderna e informare, con tutti i mezzi possibili, e anche col fumetto che è suprema arte, chi non è parte direttamente attiva. Mi sembra un compito sacrosanto e BeccoGiallo lo fa ormai da tempo con intelligenza e dovuta competenza.
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