RECENSIONI
Giovanni Di Iacovo
Tutti i poveri devono morire
Castelvecchi, Pag. 156 Euro 14,00
Ho scoperto un vero talento letterario. Ebbene sì, si chiama Giovanni Di Iacovo, è abruzzese, ed è al suo secondo romanzo. Mi aveva attirato il titolo, così provocatorio (ma dietro mi sa che c'è tutta la mano di Cristiano Armati che da quando dirige la narrativa di Castelvecchi sta facendo veramente bene!), così d'impatto. Ebbene, già dalle prime dieci pagine ho capito che avevo a che fare con un vero genio. Sì perché Di Iacovo è Ammaniti al cubo. E, oltre alle invenzioni, ai colpi di scena, al linguaggio accattivante, ha in più l'estro delle boutade a effetto che non t'aspetti. La storia di questo libro? Semplice. Nella massonica e templare Inghilterra c'è un Cenacolo degli Assassini formato da facoltosi e ricchi borghesi (e/o aristocratici) che si divertono a uccidere tutti coloro che hanno un reddito inferiore al loro (non esistendo più le classi sociali, come insegnano i nuovi economisti, l'umanità è suddivisa per fasce di reddito). Ovviamente nessuno di questi viene mai preso, hanno ramificazioni ovunque, in primis fra le forze di polizia, fra i media compiacenti, fra i magistrati giudicanti. La società è loro e loro decidono, come Dio, a chi dare la morte, impunemente. Per vezzo, per gioco, per ideologia, per missione. La forza del romanzo, tuttavia, oltre alla storia, sta nei personaggi. Judy, ad esempio, è una delle macchiette letterarie meglio riuscite degli ultimi tempi; una svampita mogliettina di uno degli assassini del cenacolo, innamorata persa del suo lui che, nella sua idiozia da dissociata, dopo che gliel'hanno ammazzato, non si rende conto di nulla finché una sera (geniale!) non le iniettano una specie di siero per ridarle l'intelligenza e aprirle gli occhi su quanto le accade intorno. Il tono della storia è volutamente assurdo e sarcastico, iperrealista, freak, delirante. Parallelamente alla svampita Judy s'incrocia la storia di tale Hellen, che narra il tutto in prima persona, una schizzata innamorata del Muro di Berlino, letteralmente, e che con lui copulerà e che per lui ucciderà, che incontrerà altri feticisti dell'oggetto, del costrutto, o dell'artefatto (il prete innamorato degli oggetti in plastica, la tipa innamorata del vimini o delle cose in paglia), e che con loro darà vita ad alcune delle pagine più divertenti della storia delle narrativa italiana degli ultimi anni. Vi ho stimolato a sufficienza a leggerlo? No? Bè, vi assicuro che la recensione con cui sto cercando di riassumere il libro non sarà mai abbastanza in grado di inquadrare o dare un'idea di questa storia esilarante e allo stesso tempo letterariamente importante. Di Iacovo infatti non solo scrive bene ma il suo tratto è in molte circostanze poetico e intenso. Tutti i poveri devono morire per quanto mi riguarda credo che sarà il libro dell'anno. Per questo, a voi fedeli lettori del Paradiso degli Orchi vi regaliamo l'intervista con l'autore. Un plauso come pochi di questi tempi!
di Adriano Angelini
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