RECENSIONI
Andrea Albertini
Una famiglia straordinaria.
Sellerio, Pag. 458 Euro 16.00
Che cosa strana è una libreria. Vi accedi per curiosità, per interesse certo e a volte anche per noia (non sempre la letteratura offre il meglio) e ti ritrovi poi in mano un oggetto (libro) che senti il dovere di esaminare e di investigare per capire se possa offrirti il bene dell’intelletto o la monotonia del vivere.
Leggo i risvolti de Una famiglia straordinaria di Andrea Albertini: Una cronaca familiare, a volte cullata a volte agitata dal secolo di storia (metà ottocento, metà novecento) che le turbina attorno; il romanzo di tre dinastie destinate ad unirsi: i Tolstoj, la figlia e la nipote del genio russo; i Giacosa, la famiglia del più famoso drammaturgo italiano del tempo; gli Albertini, i fratelli che fecero grande il “Corriere della Sera” e osarono dire no a Mussolini.
Accidenti, dico fra me, qua c’è da perderci la testa. E poi quella copertina, così dolce e familiare (Tolstoj con la nipotina Tania in una fotografia del 1909). E inizio dunque la lettura.
Non me ne voglia l’Albertini, di cui riconosco, nonostante tutto, una lucidità espressiva ed una abilità narrativa che ha pochi eguali nella letteratura contemporanea, ma la sua storia, così come è raccontata, potrebbe non interessare a nessuno. Una noia sottile e stabile sostiene l’intreccio, e nemmeno nelle fasi più avvincenti e determinanti vi si determina una frattura di fondo. Certo, ci sono delle situazioni che invogliano a conoscere di più, tipo le vicende di Luigi Barzini e le sue imprese per il mondo, ma oltre quello vi è un tedio che non fa per nulla bene alla storia.
Intendiamoci, la costruzione della vicenda, per quanto complicata, è ben strutturata e Albertini sa seguire le vicende con intelligenza e fermezza, ma c’è tanto di troppo e di inconveniente perché poi l’avventura diventi straordinaria.
Il volume è arricchito anche da fotografie che in qualche modo cercano di completare l’operazione.
O forse no (nonostante la copertina).
di Alfredo Ronci
Leggo i risvolti de Una famiglia straordinaria di Andrea Albertini: Una cronaca familiare, a volte cullata a volte agitata dal secolo di storia (metà ottocento, metà novecento) che le turbina attorno; il romanzo di tre dinastie destinate ad unirsi: i Tolstoj, la figlia e la nipote del genio russo; i Giacosa, la famiglia del più famoso drammaturgo italiano del tempo; gli Albertini, i fratelli che fecero grande il “Corriere della Sera” e osarono dire no a Mussolini.
Accidenti, dico fra me, qua c’è da perderci la testa. E poi quella copertina, così dolce e familiare (Tolstoj con la nipotina Tania in una fotografia del 1909). E inizio dunque la lettura.
Non me ne voglia l’Albertini, di cui riconosco, nonostante tutto, una lucidità espressiva ed una abilità narrativa che ha pochi eguali nella letteratura contemporanea, ma la sua storia, così come è raccontata, potrebbe non interessare a nessuno. Una noia sottile e stabile sostiene l’intreccio, e nemmeno nelle fasi più avvincenti e determinanti vi si determina una frattura di fondo. Certo, ci sono delle situazioni che invogliano a conoscere di più, tipo le vicende di Luigi Barzini e le sue imprese per il mondo, ma oltre quello vi è un tedio che non fa per nulla bene alla storia.
Intendiamoci, la costruzione della vicenda, per quanto complicata, è ben strutturata e Albertini sa seguire le vicende con intelligenza e fermezza, ma c’è tanto di troppo e di inconveniente perché poi l’avventura diventi straordinaria.
Il volume è arricchito anche da fotografie che in qualche modo cercano di completare l’operazione.
O forse no (nonostante la copertina).
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