RECENSIONI
Edoardo Monti
Vangelo del cavolo
Casa editrice Emil, Pag. 86 Euro 14,00
Minimalisti fino alla sciatteria, questi racconti non mancano di qualche spunto originale. Come 'Non lavoravo', in cui un'agenzia si assume il compito di creare posti di lavoro fittizi per dare copertura a persone che vivono di rendita, e che sono però disposte a sborsare un mensile per evitare la figura dei fannulloni.
Se qualcuno, per un suo vezzo, fosse venuto a fare un controllo avrebbero detto – senza scomporsi – che certo sì, lavoravo con loro... che in quel momento io non c'ero, erano spiacenti, avevo un impegno. Ma che comunque, lì dentro, ero senz'altro un elemento valido.
Se una ragazza, per dire, avesse chiesto di me al telefono...
Serpeggia un'ironia sommessa,o per meglio dire dimessa,che fa pensare a quei comici che buttano là una battuta senza enfasi, che però fa ridere per contrasto. La cifra di lettura va trovata nell'ultimo dei quattordici racconti, 'Il dio normalità', auto ironico da far tenerezza.
A parlare è l'autore dei racconti che state leggendo.
Egli vi chiede di aiutarlo a diventare uno scrittore noto.
Di qui in poi si prodiga in una tragicomica opera di persuasione, spiegando quanto in futuro sarebbe proficuo il suo ruolo di punto di riferimento, guida ed esempio ai giovani come uomo realizzato e saggio, e quanto invece sarebbe negativa per la società la posizione di scrittore fallito. E insiste su quanto il suo scrivere potrebbe essere compiacente e collaborativo, e dare ogni sorta di soddisfazione ai suoi sostenitori.
E' uno dei migliori della raccolta, il cui filo conduttore è una tranquilla disperazione con cui si guarda alla condizione giovanile, al mondo del lavoro, a una società senza futuro. Il tutto viene spesso messo a fuoco attraverso la lente del surreale, sfiorando la fantasociologia. Su situazioni appena accennate si costruiscono trame brevi come schegge, aperte su futuri indefiniti. Il linguaggio è quello del banale quotidiano.
C'è una telefonista di call center che finisce all'inferno a scontare le truffe inflitte ad ingenui clienti ('I peccati') ma scopre che i suoi capi sono tenuti invece in grande considerazione anche nell'aldilà,e dunque non sono beati gli ultimi, anzi, sono sempre quelli che pagano il conto per gli altri. C'è un rito di iniziazione per giovani che consente di entrare nel mondo del lavoro solo dopo essersi inflitti una gragnuola di bastonate ('La sua battaglia'). E una società che si accanisce contro gli Sterili, che rifiutano la procreazione ('Futuro migliore'). Oltre a sette religiose di varia assurdità ('Da dentro i muri').
A parte qualche sprazzo di originalità, in questo filone "sociologico" c'è tanto déjà-vu.
Più riusciti sono i racconti come 'L'origine delle specie', dove ricorre il tema evidentemente più sentito: l'ambascia di un giovane scrittore, o aspirante tale, che mentre si arrabatta per pubblicare un libro a pagamento si dà anche da fare per rimorchiare una ragazza on line. Il confronto fra due situazioni altrettanto squallide porta la vena ironica di Monti a dare il meglio. Ma ancora non basta.
di Giovanna Repetto
Se qualcuno, per un suo vezzo, fosse venuto a fare un controllo avrebbero detto – senza scomporsi – che certo sì, lavoravo con loro... che in quel momento io non c'ero, erano spiacenti, avevo un impegno. Ma che comunque, lì dentro, ero senz'altro un elemento valido.
Se una ragazza, per dire, avesse chiesto di me al telefono...
Serpeggia un'ironia sommessa,o per meglio dire dimessa,che fa pensare a quei comici che buttano là una battuta senza enfasi, che però fa ridere per contrasto. La cifra di lettura va trovata nell'ultimo dei quattordici racconti, 'Il dio normalità', auto ironico da far tenerezza.
A parlare è l'autore dei racconti che state leggendo.
Egli vi chiede di aiutarlo a diventare uno scrittore noto.
Di qui in poi si prodiga in una tragicomica opera di persuasione, spiegando quanto in futuro sarebbe proficuo il suo ruolo di punto di riferimento, guida ed esempio ai giovani come uomo realizzato e saggio, e quanto invece sarebbe negativa per la società la posizione di scrittore fallito. E insiste su quanto il suo scrivere potrebbe essere compiacente e collaborativo, e dare ogni sorta di soddisfazione ai suoi sostenitori.
E' uno dei migliori della raccolta, il cui filo conduttore è una tranquilla disperazione con cui si guarda alla condizione giovanile, al mondo del lavoro, a una società senza futuro. Il tutto viene spesso messo a fuoco attraverso la lente del surreale, sfiorando la fantasociologia. Su situazioni appena accennate si costruiscono trame brevi come schegge, aperte su futuri indefiniti. Il linguaggio è quello del banale quotidiano.
C'è una telefonista di call center che finisce all'inferno a scontare le truffe inflitte ad ingenui clienti ('I peccati') ma scopre che i suoi capi sono tenuti invece in grande considerazione anche nell'aldilà,e dunque non sono beati gli ultimi, anzi, sono sempre quelli che pagano il conto per gli altri. C'è un rito di iniziazione per giovani che consente di entrare nel mondo del lavoro solo dopo essersi inflitti una gragnuola di bastonate ('La sua battaglia'). E una società che si accanisce contro gli Sterili, che rifiutano la procreazione ('Futuro migliore'). Oltre a sette religiose di varia assurdità ('Da dentro i muri').
A parte qualche sprazzo di originalità, in questo filone "sociologico" c'è tanto déjà-vu.
Più riusciti sono i racconti come 'L'origine delle specie', dove ricorre il tema evidentemente più sentito: l'ambascia di un giovane scrittore, o aspirante tale, che mentre si arrabatta per pubblicare un libro a pagamento si dà anche da fare per rimorchiare una ragazza on line. Il confronto fra due situazioni altrettanto squallide porta la vena ironica di Monti a dare il meglio. Ma ancora non basta.
di Giovanna Repetto
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