Attualità

L'anima della Zucconi e la presunta esistenza dei Simpson
Domenica 25 novembre, durante la trasmissione Rai Che tempo che fa, ho assistito ad un curioso dialogo tra il conduttore Fabio Fazio e la giornalista Giovanna Zucconi che cura la "rubrichina" dedicata ai libri (quelli che vendono poche migliaia di copie, perché per i best-sellers milionari ci pensa lo stesso Fazio) . Il testo su cui si è spostata l'attenzione dei due era L'anima e il suo destino di Vito Mancuso (Raffaello Cortina Editore). Dopo aver saputo che è un saggio impegnativo, ma bello (!) e prefato dal cardinal Martini, il presentatore ha chiesto all'interlocutrice

Saffiche convergenze e coincidenze letterarie
Highsmith – Una storia d'amore degli anni Cinquanta di Marijane Meaker (1) è uno spaccato interessante della vita omosessuale americana immediatamente dopo la fine della guerra. La relazione tra le due scrittrici, Patricia Highsmith e Marijane Meaker appunto, rivela un'epoca assai lontana dalle rivoluzioni sociali e sessuali che sarebbero seguite poi. E' invece un periodo di sotterfugi ed espedienti per trovare il modo di vivere una "diversità" tutto sommato passabile e non frustrante.

Biagi santino e il sistema delle stelle (1)
La morte di Biagi ha giustamente riempito le pagine dei giornali. Onore e merito ad un giornalista – e partigiano, di questi tempi conviene sempre sottolinearlo - che ha sempre svolto con dignità e passione il proprio lavoro. Ma nei peana massmediologici – pur di quelli che erano direttamente responsabili del suo allontanamento dalla tv – si avverte la stantia predisposizione, come pratica diffusa ed incontestabile, del supino ed acritico assenso. Come a dire: è morto il migliore. Personalmente non ho mai amato Biagi,

L'arte di turarsi il naso e l'autunno tedesco
Chi non ricorda l'invito che, anni fa, durante una campagna elettorale ibrida e moscia, il Montanelli anti-berlusconiano dell'ultimo periodo lanciò al popolo di quest'Italia che profuma di oleandri e di perché(1)? A chi lo ignora suggeriamo che fu una sorta di preghiera ad andare a votare, ma a turarsi il naso per l'eccessiva puzza di... sterco.
Operazione quella che, dal pulpito dal quale veniva, sembrava inappropriata e birichina

Augias il subdolo, Gesù Cristo lo sbruffone e Bertrand Russell
Senza troppi giri di parole: abbiamo il giornalismo di regime e il giornalismo subdolo. Sappiamo tutto sul primo, forse meno sul secondo, messo all'opera da giornalisti che te lo mettono dietro subdolamente senza che te ne rendi conto e alla fine, scusate la metafora, godi pure.
Campione assoluto di questa sodomia intellettuale è Corrado Augias. L'uomo si presenta con un allure di tutto rispetto, con un elan da far invidia anche a Dacia Maraini e quando va in tv a presentare i "suoi" programmi" lo fa con la classe e la distinzione del vero padrone di casa, austero, ma ospitale.

I quattro evangelisti era tre, Luca e Matteo
La mia professoressa nana di italiano del liceo, cinica e sadica a tal punto da consegnare i temi partendo dal voto più basso a quello più alto, segnò definitivamente la vita di un'allieva scrivendole sul compito: "Hai fatto come quello che diceva che i quattro evangelisti erano tre, Luca e Matteo". Indubbiamente giudizio tranchant, ma pregno di uno spessore, non solo dottrinale, di tutto rispetto. Lei che, tra l'altro, rifuggiva come peste – a darle torto! – l'eufuismo, ma anche l'azzardo sperimentale.

Omo illudens
Sui gaydem come sale della politica di sinistra, perché primatisti su strada della libertà e della responsabilità - entrambe con l'accento sulla "a". E sull'orchìte (doppi sènzi!!!) del linguaggio che dovrebbero esprimere - a cominciare dal corretto impiego del sodio cloruro, per evitare equivoci che fomentino il sodio di classe.

La creatività del male.
Heidegger e il nazionalsocialismo. Feinmann, col suo ultimo romanzo, l'ombra di Heidegger, scavalca la diatriba e condanna invece la Storia e chi la fa. E kantianamente non assolve.

Le madonne dei filosofi.
Festeggiamo il cinquantenario della pubblicazione del Pasticciaccio con una breve ricognizione gaddiana. Ove si considera l'illustrazione del reale come caratteristica della sua scrittura, non dimentica tuttavia della personalità dell'Autore - perciò, come taluno ricalcava l'album "Roselline", rendiamo ragione della figura, realizzata sulla pagina, di corrispondenza parola(sé)-mondo.

Svizzeri? Sì. E (semi)nuovi.
Accade a Bellinzona, dal venti al ventitré di settembre. Si chiama BABEL (www.babelfestival.com), ma non ha nulla a che vedere con l'omonimo scrittore che passò i suoi guai con Stalin (e chi non ce li passò?). E' la seconda edizione d'un festival di letterati e traduttori: lo accompagnano cinema, eventi, caròle. Perché "tradurre" non significa solo voltare da una lingua all'altra.
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