Cinema e Musica
Merkel sceglie Draghi, i tedeschi scelgono la Pavone: 'Ihre Größten hits'
Ai tedeschi il compito di antologizzare, a noi italiani quello di fare i conti col nazional-popolare. Sulla cui utilità sarebbe noioso soffermarsi perché vale il principio che non di solo pane si vive. Poi qui abbiamo la Pavone, che volente o nolente, ha rappresentato un modello di riferimento per un'intera generazione: sbarazzina e inconcludente? Andiamoci piano. Innanzi tutto un talento sconfinato che se fosse nata negli USA avrebbe fatto il botto
Lei potrebbe davvero cantare l'elenco del telefono: 'Sing it loud' di K.D.Lang and the Siss Boom Bang.
Ho sempre detto che mi piacerebbe vederla accanto ad artisti come Chris Isaak, il mio adorato Amos Lee, a Shelby Linne, ma anche a Lucinda Williams: prima o poi qualcosa accadrà (forse i Calexico ci metteranno lo zampino?)
Aspettavamo questo disco dopo l'antologia doppia Recollection del 2010 e qualche avventura non troppo entusiasmante (vedi A wonderful world accanto al grande vecchio Tony Bennett, e Watershed): ed il risultato ci conforta.
Più imbarazzante di così: 'Interplay' di John Foxx and the Maths.
Credo che nella musica ci siano due correnti che non demordono: quelli che pensano che fare sempre la stessa musica sia conveniente e decoroso (se non addirittura glorioso) e quelli che invece non s'accorgono che fanno la stessa musica (c'è differenza eccome!). Quest'ultimi appartengono a quell'area di simil soul tutta campionata che è repellente per la fatuità e l'omogeneità dei prodotti (basta sintonizzarsi una sola volta su MTV, magari 'beccare' la classifica dei singoli più gettonati, e rendersi subito conto di quanto quello che si trasmette è diverso solo perché son diversi quelli che lo cantano
Per me è 'ni': 'Vamp' di Nada.
Ero rimasto a Tutto l'amore che mi manca, album soddisfacente, con qualche pezzo gagliardo, e che aveva visto la produzione di John Parish ed il contributo di Howe Gelb (che chi ci segue sa con quanto amore lo teniamo in considerazione). Certo Nada non è una che si dissangua nella produzione discografica: sembra una tipa accorta e centellina con certosina coerenza le sue incisioni. Tomo tomo cacchio cacchio e silenziosamente è arrivato Vamp, che di materia gossip è privo, ma non privo di spunti.
Il mezzo fascino tribale di Paul Simon: 'So beautiful or so what'.
Ho sempre avuto un conto in sospeso con Paul Simon, già dai tempi con Garfunkel. Nel senso che la sua musica, nonostante abbia toccato vertici assoluti, non ha mai pizzicato realmente le corde del mio cuore. E con tutta franchezza non so perché.
Lo ritengo autore da alti e bassi nonostante certe intuizioni che hanno lasciato il segno, (vedi Graceland), ma per esempio il suo ultimo disco da studio prima di questo, Surprise, era noioso ed irregolare
Farlo 'strano' stavolta paga: 'Alegrias' di Howe Gelb & a band of gypsies.
Howe Gelb è creatura imprevedibile e l'uscita di questo disco dopo pochi mesi dall'altro, quel Blurry Blue Mountain che aveva attestato tutta la perentoria classe del cantautore con qualche pezzo di assoluto valore, lo conferma senza alcun ombra di dubbio.
Perché Alegrias – e i più accorti potrebbero presentire qualcosa già dal titolo e dalla collaborazione - mischia il sound tipico dei Giant Sands col flamenco! Eh sì, proprio quello, e Raimundo Amador
La rimpatriata dei Nirvana produce un capolavoro pazzesco. "Wasting light" dei Foo Fighters.
Erano anni che non sentivo un album di puro rock di questo livello. Forse dai Queens of the Stone Age, anzi forse prima ancora, dagli ultimi veri Soundgarden, quelli di Superunknown. Ebbene, posso dire che questo Wasting light dei Foo Fighters, settimo album in studio per il sempiterno nume Dave Grohl è un album monumentale. A partire dal singolo. 'Rope'. Una roba potente, fuori di testa e melodiosamente incandescente. Come incandescenti sono tutti i pezzi di questo album che ha visto una vera e propria rimpatriata dei mai sufficientemente rimpianti Nirvana;
Livello alto, riuscita diversa, originale: 'Nessuno mi può giudicare' di Massimiliano Bruno
Era da tanto tempo che non si vedeva una commedia italiana di questo livello. Livello alto, riuscita diversa, originale. Ci voleva Massimiliano Bruno, magistrale attore di teatro, già sceneggiatore per i film di successo di Fausto Brizzi, alla sua prima prova come regista. La storia è semplice. Alice (Paola Cortellesi) è una ricca signora borghese romana, snob, sposata a un industriale dei sanitari e pure mezza razzista. Vivono a Roma Nord in un villone con tanto di servitù. Un bel giorno lui muore e lei si ritrova piena di debiti col figlio piccolo e costretta sul lastrico. Così sarà obbligata a cambiare quartiere.
Noia ed emozioni nel disco di Brad Mehldau e Anne Sofie Von Otter: 'Love songs'
Il miglior pianista 'figo del bigonzo' del pianeta l'ha fatta un po' grossa. Brad Mehldau, ormai prestato da anni al jazz, lui che ha una formazione del tutto classica, ha chiamato la mezzo soprano svedese Anne Sofie Von Otter (recidiva: nel 2001 si fece produrre da Elvis Costello per un album, For the stars, di indubbia grazia e suggestione) e le ha fatto incidere un doppio album. Ma se il secondo cd, con tutti i suoi difettucci, per lo meno ti rischiara la giornata, il primo attira nuvole e temporale.
Ma non rompete. Questi son dischi! Mina: 'Je suis - Yo soy - I am'
Spesso mi si dice che ascolto robaccia. Me ne vanto: ma il problema è vedere se il nazional popolare di cui mi nutro ha valenza o se è solo deriva del più trito piagnisteo italico.
L'ulteriore gradino di discernimento riguarda la tradizione: e qui, se permettete, millanto conoscenze di una certa consistenza, Vuoi l'età, vuoi una certa propensione per la curiosità e gli aspetti anche ludici della questione di cui si tratta. Insomma, provate a mettere in discussione quello che sto per scrivere e vi spacco le gengive.
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