RECENSIONI
Daniele Garbuglia
Fare fuoco
Società Editrice Milanese, Pag.185 Euro 16.00L’una era un anno avanti al liceo e meditò le sue speranze immediatamente dopo gli esami di maturità. Si disse, a suo tempo, che era faccendiera, in realtà solo che faceva faccende, perché era cuoca e oltre queste mansioni serie, non produceva altro. Fu arrestata, ma subito dopo rilasciata anche se poi non poté raggiungere i suoi perché affidata a servizi sociali.
L’altro lo conobbi prima per corrispondenza (collaborò attivamente alla realizzazione del Paradiso) poi, con brevi permessi che gli concedevano ogni tanto (stava nel carcere di Sulmona), personalmente (ma non vi racconto quello che passai per via diretta e indiretta).
Perché sto segnalando tutto questo?
Perché nel libro dell’ultimo Garbuglia (nome su cui gli orchi hanno sempre puntato) si parla di un terrorista che man mano che la vita e gli avvenimenti vanno avanti, si chiede il perché delle sue azioni e soprattutto il valore sociale?
Della serie: stessi facendo una cazzata?
Non vi racconto altro della storia (ma se posso permettermi di dire una cosa, invece del titolo Fare fuoco io il libro lo avrei chiamato, anche con un pizzico di ironia, Alto tradimento), ma onestamente sui dubbi e sulle incertezze di certi individui ne abbiamo avuto sempre le tasche piene.
Capisco l’onestà e gli intendimenti del Garbuglia (l’ho detto, in questo mondo di ladri e di scrittori è uno dei pochi su cui scommettere) ma non riesco a capire l’essenza del tutto.
Vuol forse farci capire che dietro certe imprese delittuose c’è forse qualcosa di umanamente prevedibile?
Vuol forse farci intendere che le teste matte del terrorismo (o almeno qualcuna di esse) non erano pronte ad attraversare le piaghe dell’inferno?
Quisquiglie e pinzillacchere, avrebbe detto Totò (e non solo lui). Chi ha studiato il terrorismo e soprattutto chi lo ha vissuto (per non parlare di chi lo ha subito) s’è fatta un’idea ben precisa dei meccanismi dell’evento. Ben oltre le sincere considerazioni di Garbuglia.
Uno potrebbe dire: ma il Garbuglia ha scritto il libro per le nuove generazioni. Ma quali? Quelle che non sanno nemmeno cos’è la strage di Piazza Fontana?
Ma su, andiamo. Siamo onesti.
di Alfredo Ronci
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Casagrande, Pag.140 Euro 12,80Blob questa estate ha fatto un esperimento: ha trasmesso a puntate, per 5 minuti al giorno, un intero film. Era il "famigerato" Mulholland drive di David Lynch. Chiamando la rubrica "lynchipit" e facendola precedere dalle rapide immagini del crollo delle torri gemelle.
Vi chiederete: che c'entra col libro di Garbuglia?
C'entra: Home potrebbe essere un "tentativo lynchiano" di scrivere una storia sospesa. Oddio, manca in questa l'ambiguità di fondo, quel senso orrorifico dell'attesa e del misfatto che il regista americano semina abbondantemente (...)
Musica leggera
Casagrande, Pag. 125 Euro 15,00Alla mia domanda su cosa pensasse dell'incredibile tesi di Antonio Scurati a proposito della narrativa contemporanea che non sarebbe tale perché priva della tenaglia della drammaturgia e delle esperienze di guerra, Garbuglia aveva risposto molto intelligentemente: Cosa c'è di bellico in un tipo che una mattina si sveglia e si ritrova scarafaggio? O ancora: è così importante la cornice bellica in un racconto come Una questione privata di Fenoglio? O ancora più paradossale: come spieghiamo l'opera di uno scrittore come Robert Walser? Non so
La vita privata
Casagrande, Pag. 96 Euro 14,00Questo è un libro arrivato a casa poco prima di natale e ho pensato che, guarda te, fosse un bel regalo. Sì un bel regalo. Perché io conosco Daniele Garbuglia e posso dire che, in questo inferno mediatico e letterario, è una delle poche speranze nel territorio impazzito della nostra editoria indigena.
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