RECENSIONI
Sam Kean
La brigata dei bastardi
Adelphi, Traduzione di Luigi Civalleri, Pag. 475 Euro 32,00
Chi è Sam Kean? E’ un famoso fisico che, pare, a tutt’oggi non abbia scritto nulla sulla fisica, ma si diverte a raccontare di episodi non proprio marginali. Ma vediamo lui stesso cosa scrive all’inizio del romanzo: “Sovente, alle presentazioni dei miei libri, qualcuno mi domanda perché non ho mai scritto nulla sulla fisica (…) Eppure, nei miei quattro libri precedenti l’ho praticamente ignorata (…) Perché? La risposta più breve è che fin dai tempi del college il mio grande amore, oltre alla fisica, è sempre stata la letteratura, alla quale dovevo restare fedele”.
Altro che se Kean non è rimasto fedele alla letteratura! Non solo, pur raccontando cose di estrema tragicità (ma è giusto il sottotitolo del tomo, e cioè… La vera storia degli scienziati e delle spie che sabotarono la bomba atomica nazista visto che nel 1945 i nazisti non avevano concluso assolutamente nulla?), ogni tanto si permette di ironizzare su questioni difficili e qualche volta, pur avendo consultato migliaia di libri, articoli e fonte primarie, si faccia prendere dall’arte dello scrivere e svolazza per sentieri che crediamo appena sostenibili.
Tanto per dirne una: c’è piaciuta molto l’impresa dei militari inglesi nell’affrontare i pericoli della centrale di Vemork in Norvegia, che produceva acqua pesante per il programma atomico nazista, un po’ meno, forse, la tensione muscolare ad essa collegata, per via di certi rimandi che facevano pensare più ad un’impresa della Banda Bassotti.
Tant’è. Il libro funziona. E lo si capisce da come è impostato, meglio, da come è scritto. Sembra che essere una spia prima di essere un affare di guerra, sia uno schema ben preciso. Uno schema che a volte prende strade non coincidenti (tipo Moe Berg, l’uomo del basket professionista) e altre volte ben indirizzate (il colonnello Boris Pash). Il tutto accompagnato da una lingua letteraria che ha pochi eguali nel mondo.
Si sa, la bomba atomica la costruirono prima gli americani (il prima funziona poco però, perché nell’aprile del ’45 i tedeschi non avevano in mano un bel niente) e la fiondarono contro due grosse città giapponesi quando lo stesso Giappone aveva decretato la resa. Bazzecole. Pinzillacchere. Se comunque volete un libro che vi fa anche riflettere, La brigata dei bastardi fa per voi.
di Alfredo Ronci
Altro che se Kean non è rimasto fedele alla letteratura! Non solo, pur raccontando cose di estrema tragicità (ma è giusto il sottotitolo del tomo, e cioè… La vera storia degli scienziati e delle spie che sabotarono la bomba atomica nazista visto che nel 1945 i nazisti non avevano concluso assolutamente nulla?), ogni tanto si permette di ironizzare su questioni difficili e qualche volta, pur avendo consultato migliaia di libri, articoli e fonte primarie, si faccia prendere dall’arte dello scrivere e svolazza per sentieri che crediamo appena sostenibili.
Tanto per dirne una: c’è piaciuta molto l’impresa dei militari inglesi nell’affrontare i pericoli della centrale di Vemork in Norvegia, che produceva acqua pesante per il programma atomico nazista, un po’ meno, forse, la tensione muscolare ad essa collegata, per via di certi rimandi che facevano pensare più ad un’impresa della Banda Bassotti.
Tant’è. Il libro funziona. E lo si capisce da come è impostato, meglio, da come è scritto. Sembra che essere una spia prima di essere un affare di guerra, sia uno schema ben preciso. Uno schema che a volte prende strade non coincidenti (tipo Moe Berg, l’uomo del basket professionista) e altre volte ben indirizzate (il colonnello Boris Pash). Il tutto accompagnato da una lingua letteraria che ha pochi eguali nel mondo.
Si sa, la bomba atomica la costruirono prima gli americani (il prima funziona poco però, perché nell’aprile del ’45 i tedeschi non avevano in mano un bel niente) e la fiondarono contro due grosse città giapponesi quando lo stesso Giappone aveva decretato la resa. Bazzecole. Pinzillacchere. Se comunque volete un libro che vi fa anche riflettere, La brigata dei bastardi fa per voi.
di Alfredo Ronci
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