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CLASSICI

Marco Minicangeli

La nascita del “Tartan Noir” . "Come cerchi nell'acqua" di William McIlvanney.

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Jack Laidlaw, poliziotto. Nel nome già una dichiarazione d’intenti. Un codice morale tutto suo che lo porta a muoversi tra le periferie degradate di Glasgow. “Niente fate. Niente mostri. Solo persone…”, dice Laidlaw e il corollario di questo teorema è che le uniche persone delle quali dovremmo aver paura siamo noi stessi.
Primo di una trilogia Come cerchi nell’acqua (1977) è narrato in maniera magistrale, un linguaggio teso, preciso, nessuna parola buttata lì in modo distratto, ma un continuo incastrarsi di suggestioni narrative che non permettono al lettore di distrarsi. Non a caso William McIlvanney, scozzese purosangue, è considerato uno dei padri fondatori del “tartan noir”, una tendenza narrativa nata in Scozia e caratterizzata da atmosfere cupe e una marcata impronta sociale.
Stavolta Laidlaw si trova ad indagare sulla morte di una ragazza diciottenne, Jennifer Lawson. Ad aiutarlo e a fargli da contraltare il giovane Harkness, che fa fatica a volte a seguirlo nei fumosi pub di Glasgow. Un’indagine complicata, anche perché a cercare l’assassino sono in molti, a cominciare dal padre di Jennifer, Bud Lawson. Non sarà perciò una cosa facile, tutt’altro, ma il segreto, nel cercare il colpevole, sarà quello di individuare i cerchi nell’acqua provocati dalle sue azioni.

 L’edizione da noi considerata è:

William McIlvanney
Come cerchi nell’acqua
Fox/Crime  (1977)



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