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CLASSICI

Alfredo Ronci

Un intellettuale “meraviglioso”: “Una storia meravigliosa” di Dino Terra.

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In realtà il suo vero nome era Armando Simonetti, ma cambiò il suo cognome nel lontano 1920 quando, non ancora diciassettenne, esordì in campo saggistico-letterario con una sorta di pamphet dal titolo D’Annunzio e il caso Fiume, dove, con inusitata gagliardia (che il Vate figuriamoci se la riconosceva) se la prendeva con il poeta e soprattutto con la questione, allora all’ordine del giorno, di Fiume e di una serie di scottanti problemi politici.
Più avanti Terra, quando divenne uno scrittore ed un intellettuale conosciuto in Italia, disconobbe l’opera e come si suol dire, la gettò al macero. Fu recuperata molti anni dopo e fu anche pubblicata da Marsilio.
Si riteneva un pacifista, e conoscendo anche le teste di serie dell’epoca (frequentò per vari anni anche Antonio Gramsci), un comunista ben delineato. Ma non sono le sue idee politiche ad interessarci, quanto le sue proposte narrative che, nel corso dei suoi novantadue anni, furono numerosissime e variegate.
Il caso Fiume, diciamo la verità, fu un caso a parte, anche tenendo conto della giovane età di Terra, non invece i suoi romanzi che abbracciarono le istanze letterarie dei vari periodi storici e mai risultarono proni, ma assai vitali e singolari. Terra per esempio è ricordato soprattutto per Ioni, di ambientazione futurista, anche se poi nel corso degli anni è riuscito a sviluppare tematiche mai troppo conformi a schemi dettati da scuole o correnti.
Noi abbiamo scelto Una storia meravigliosa. E i motivi sono più di uno, ma quello che più salta agli occhi agli osservatori più critici è che nel 1964, l’anno di uscita del libro, colui che firmò la prefazione fu Giorgio Bassani. Perché, direte voi, proprio lui? Considerando le tappe critiche di Terra e le sue varie esternazioni politico-letterarie Bassani, da un punto di vista strettamente editoriale, poteva sembrare fuori dalla portata di Terra.
Bassani era colui che aveva accettato, in quegli anni, di far pubblicare da Feltrinelli l’ormai famosissimo Il Gattopardo, che il Gruppo 63 riteneva una sorta di viatico nella tempesta. Non solo, sia Cassola che lo stesso Bassani risultarono essere tra gli artefici dell’invecchiamento del romanzo.
Fu un caso tutto questo? Cioè che il libro di Terra fosse omaggiato da un personaggio che invece non avrebbe dovuto apparire, nonostante non ci fosse nulla nella storia che potesse far pensare ad una presa di posizione avanguardista di Terra?
Scriveva Bassani: Dino Terra è uno scrittore di lunga e matura esperienza (attorno al ’37 io ero un ragazzo avido di letterature contemporanee, mentre lui collaborava già da anni alle riviste fiorentine di allora, che, come ognuno sa, raccoglievano il frutto dei migliori ingegni dell’epoca). Una storia meravigliosa, inoltre, mi pare un libro di prim’ordine; e il pubblico, che ha fiuto assai più fino di molti critici di professione, è da credere che gli avrebbe riservato in ogni caso una cordiale accoglienza.
La trama di Una storia meravigliosa è molto semplice e lineare: Riccardo Tessin, uomo di mezza età, improvvisamente si innamora di una ragazza, Agata Cardini. L’amore sembra reciproco, anzi, è proprio la ragazza a coinvolgerlo in situazioni sempre più coinvolgenti, sino a che un incidente di auto costringe Agata ad un lungo periodo di riposo, durante il quale rifiuta qualsiasi tipo di confronto con l’uomo. Tessin, deluso e sconvolto, si uccide con un colpo di rivoltella.
Detto così sembrerebbe un film sentimentale e strappalacrime (nel 1964 c’erano i fotoromanzi a svolgere quel tipo di situazioni) in realtà Terra costruisce una storia niente affatto melensa, anzi, arricchita d’intuizioni a volte felici… Quanto apparentemente è difficile stabilire la priorità fra l’uovo e la gallina, altrettanto sarebbe stato arduo stabilire una gerarchia fra la spinta sessuale e la pura intellettualità dei loro rapporti; ma certo che l’una faceva d’incentivo all’altra.
Se non fosse che Terra è assai precedente a Busi, direi che fra i due, al di là di certe scelte editoriali (qui Terra preferisce la terza persona mentre, si sa, Busi preferisce assolutamente la prima), c’è una certa affinità che non sarebbe il caso di tralasciare.
Ad un certo punto del libro Agata afferma: Ma credi che i fatti miracolosi sia possibile capirli? Non c’è risposta e crediamo che nemmeno Terra sia stato tanto convincente a darla. Ma forse l’esito della vicenda sta in un passo successivo: Una storia singolare, presso che assurda nella sua linearità, ma anche una storia normale, semplice, limpida nonostante le incongruenze.
Tutto lì. E non è poco.




L’edizione da noi considerata è:

Dino Terra
Una storia meravigliosa
Ceschina



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