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Il Paradiso degli Orchi
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I Classici

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Alfredo Ronci

Poco classico? “L’impazienza di Rigo” di Giancarlo Buzzi.

A volte ci è stato chiesto, in tutti questi anni della rivista Il Paradiso, (sembra uno scherzo, ma sta per compiere 35 anni

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Alfredo Ronci

Un maniaco dello stile: “Mania” di Daniele Del Giudice.

Diceva di lui Riccardo Giacconi che ebbe Del Giudice come relatore di tesi: L’ho incontrato diverse volte nella sua casa a Venezia. Gli chiedevo di raccontarmi del suo rapporto con Calvino, su cui scrivevo la tesi.

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Un “piccolo” capolavoro: “Zebio Còtal” di Giulio Cavani.

Scriveva Pier Paolo Pasolini nell’introduzione al volume come fosse atto dovuto: Risulta chiaro, da quanto ho detto, come la materia con cui Cavani lavora, è estremamente tenera

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Santa e poco realista: “I gioielli rubati” di Orsola Nemi.

Conservo ancora, dopo tanti anni, un ritaglio di un giornale, e precisamente Sette del Corriere della Sera, in cui Maurizio Serra, chissà poi per quali reconditi motivi, dedica due paginette della rivista a Orsola Nemi,

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Un onesto raccontare: “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern.

E questo sarei io: Rigoni Mario di GioBatta, n.15454 di matricola, sergente maggiore del 6° reggimento alpini, battaglione Vestone, cinquantacinquesima compagnia, plotone mitraglieri.

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Quale diversità! “La grande vacanza” di Goffredo Parise.

Qualcuno potrebbe obiettare: perché il recensore ha preferito il secondo libro di Parise al posto del primo (tanto per intenderci: ll ragazzo morto e le comete)? La risposta è molto semplice...

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Un romanzo per niente facile: “Marcel ritrovato” di Giuliano Gramigna.

Come dico nella presentazione, un romanzo per niente facile. E i motivi sono tanti, ma credo che quello più importante è che Gramigna...

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Le gelosie fan sempre male: “Genus” di Franco Cordero.

Su Cordero bisogna fare anzitutto un po’ di insinuazioni (tanto per non prendersi troppo sul serio): ma era davvero uno scrittore o si divertiva a romanzare mentre il suo “vero” lavoro era quello di esperto di filosofia del diritto?

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Cos’è questo buco nel muro? “L’Oblò” di Adriano Spatola.

Recentemente, leggendo un libro “contemporaneo” sono incappato in questa frase: Avrei voluto fare un buco nel muro per vedere se anche loro erano seduti a tavola come noi, a cenare in silenzio.

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Alfredo Ronci

Puzzle impazzito?: “Tristano” di Nanni Balestrini.

Questo romanzo finisce così: A che pensi. Senza il punto interrogativo. Ed effettivamente ci andrebbe da pensare, dopo la lettura di Tristano.

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