RECENSIONI
Henry James
La lezione del maestro
Adelphi, Traduzione di Maurizio Ascari., Pag. 108 Euro 11,00
Di nuovo James.
E non è un caso che l’ennesima opera dello scrittore anglo-americano venga da una casa editrice che sa affrontare i problemi degli altri e i propri.
Ma per quanto riguarda La lezione del maestro ho l’impressione che Adelphi sorvoli un po’ la questione morale ed etica di James e si lasci andare ad un effetto tranchant che però poco riguarda l'intreccio di questo capolavoro.
Vediamo un po’ la trama: Paul Overt, giovane scrittore, incontra con grande emozione Henry St. George, lo scrittore da lui idolatrato, che lo mette in guardia dalle insidie dell’amore romantico, essendo persuaso che la vita di famiglia comprometta la creatività e l’integrità artistica.
Overt partirà per un lungo viaggio, quando tornerà troverà una sorpresa: la donna da lui adorata, per quanto molto più giovane di Henry St George, deciderà di sposare il vecchio scrittore costringendo il giovane a riflettere sul sublime sacrificio a cui si sta sottoponendo.
Stop. Tutto qua.
Secondo Adelphi il romanzo è un capolavoro di ambiguità al pari del Giro di vite (e la Fonte sacra, aggiungerei io se fossi d’accordo). Secondo me, in questo romanzetto di poche pagine, non c’è nulla di ambiguo da affrontare, essendo il vecchio St George ben persuaso di quello che ha fatto e di quello che potrebbe fare.
Dice ad un certo punto del libro rivolto al giovane adulatore: Sa benissimo che se avesse scritto i miei libri si sparerebbe un colpo in testa!
Ecco dunque la verità del vecchio scrittore: è vero che la letteratura deve essere messa in guardia dalle insidie dell’amore romantico, ma è anche vero che sono pochi quelli che sanno mantenere una direzione tale che non implichi tale jattura.
Lui non è capace di evitare tale jattura e quindi si sposa. E l’atto secondo lui e secondo chi comprende perfettamente il libro non è né un tradimento né una forzatura. E’ semplicemente un modo come un altro di riconoscere i propri limiti.
La lezione del maestro è uno dei numerosi racconti che Henry James dedicò all’arte dello scrivere: e uno dei suoi prediletti, tanto che volle includerlo nella selettiva New York Edition delle sue opere.
Chissà mai se lo considerò ambiguo.
di Alfredo Ronci
E non è un caso che l’ennesima opera dello scrittore anglo-americano venga da una casa editrice che sa affrontare i problemi degli altri e i propri.
Ma per quanto riguarda La lezione del maestro ho l’impressione che Adelphi sorvoli un po’ la questione morale ed etica di James e si lasci andare ad un effetto tranchant che però poco riguarda l'intreccio di questo capolavoro.
Vediamo un po’ la trama: Paul Overt, giovane scrittore, incontra con grande emozione Henry St. George, lo scrittore da lui idolatrato, che lo mette in guardia dalle insidie dell’amore romantico, essendo persuaso che la vita di famiglia comprometta la creatività e l’integrità artistica.
Overt partirà per un lungo viaggio, quando tornerà troverà una sorpresa: la donna da lui adorata, per quanto molto più giovane di Henry St George, deciderà di sposare il vecchio scrittore costringendo il giovane a riflettere sul sublime sacrificio a cui si sta sottoponendo.
Stop. Tutto qua.
Secondo Adelphi il romanzo è un capolavoro di ambiguità al pari del Giro di vite (e la Fonte sacra, aggiungerei io se fossi d’accordo). Secondo me, in questo romanzetto di poche pagine, non c’è nulla di ambiguo da affrontare, essendo il vecchio St George ben persuaso di quello che ha fatto e di quello che potrebbe fare.
Dice ad un certo punto del libro rivolto al giovane adulatore: Sa benissimo che se avesse scritto i miei libri si sparerebbe un colpo in testa!
Ecco dunque la verità del vecchio scrittore: è vero che la letteratura deve essere messa in guardia dalle insidie dell’amore romantico, ma è anche vero che sono pochi quelli che sanno mantenere una direzione tale che non implichi tale jattura.
Lui non è capace di evitare tale jattura e quindi si sposa. E l’atto secondo lui e secondo chi comprende perfettamente il libro non è né un tradimento né una forzatura. E’ semplicemente un modo come un altro di riconoscere i propri limiti.
La lezione del maestro è uno dei numerosi racconti che Henry James dedicò all’arte dello scrivere: e uno dei suoi prediletti, tanto che volle includerlo nella selettiva New York Edition delle sue opere.
Chissà mai se lo considerò ambiguo.
di Alfredo Ronci
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