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Il Paradiso degli Orchi
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Attualità

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Stefano Torossi

Raccapricci storici

Appia Antica. La notizia: Nuovo direttore, nuovi progetti, nuove promesse. Titolone sul giornale: “Per l’Appia soldi e fantasia”. Noi la percorriamo spesso sulle due ruote rischiando la pelle per via del traffico da tangenziale e compiangiamo i temerari turisti che ci si avventurano a piedi strisciando lungo i muri come malfattori.

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Stefano Torossi

Frustrazione meteo

Frustrati dalla mancata frequentazione di iniziative mondane o culturali perché ogni volta che uno cerca di mettere il naso fuori: bum! ecco la quotidiana bomba d’acqua, accompagnata dalle temperature polari del maggio più freddo degli ultimi settant’anni (quindi, di nuovi eventi da raccontare, neanche l’ombra), ci dobbiamo rassegnare a piazzarvi la replica di uno dei nostri articoli del passato. Ma è una proposta piena di caldo, sole, cicale e (come potrebbero mancare) ruderi.

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Stefano Torossi

Il mecenate

Dalla storia: “Gaio Clinio Mecenate, Arezzo, 68 – 8 avanti Cristo, uomo ricchissimo e potente, amico di Augusto, modesto scrittore per conto proprio ma grande protettore delle arti e degli artisti (Orazio, Virgilio, Properzio, tanto per buttar giù qualche nome)”. Dal dizionario: “Mecenate - Persona dotata di risorse e potere che sostiene concretamente la produzione creativa delle arti e degli artisti o il suo recupero”.

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Stefano Torossi

La macchina del tempo

Ci siamo saliti (la prima volta) facendo un salto indietro di mezzo secolo la sera del 27 aprile all’Auditorium Parco della Musica per “The Beatles Revolution”, un concerto dei Beat Box con la Roma Philarmonic Orchestra diretta (benissimo) da Stefano Trasimeni. La perfetta Cover Band. Identica agli originali nei suoni, nei cambi di costumi, parrucche, baffi e barbe finte, perfino con il bassista mancino.

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Stefano Torossi

Il relatore

Pareti di damasco rosso sangue, soffitto di bruna quercia, le finestre ermeticamente chiuse (pubblico in età: si sa, aria di fessura aria di sepoltura) praticamente una tomba. E abbiamo rischiato che diventasse la nostra, all’Accademia di San Luca l’undici marzo scorso. Si trattava della presentazione dell’Enciclopedia di Arti Contemporanee, quarto volume, a cura di Achille Bonito Oliva: quattro relatori (che ci asteniamo dal nominare) più lui.

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Stefano Torossi

Panze, ceffi...

In principio era una discarica. Sono passati duemila anni e sempre discarica è rimasta, ma adesso è storica. È il Mons Testaceus, monte dei cocci, dove venivano ammucchiati i frammenti delle anfore olearie e vinarie destinate ai triclini sontuosi dei ricchi (ma, fuori dal luogo comune sui romani crapuloni, di sicuro anche alle tavole dei poveri) che arrivavano per nave al porto fluviale di Roma.

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Stefano Torossi

Il povero Cla-Cla

All’Ara Pacis si apre la mostra “Claudio, il destino di un imperatore”. Allestimento sontuoso, pareti rosse, fari puntati. Alcuni pregevoli pezzi originali di scultura, molti calchi in gesso, di nessun interesse artistico, naturalmente, ma importanti per capire meglio il periodo. Tutto molto ufficiale.

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Stefano Torossi

Roma, magnificenza e scemenza

La Galleria Colonna è aperta solo il sabato mattina e c’è la fila. Tutto bene organizzato come ai Musei Vaticani e con prezzi altrettanto salati. Ma vale la pena andarci perché il salone è un insupera-bile esempio di magnificenza. Grande, luminosissimo, pieno di belle opere d’arte, e soprattutto concepito con un gusto, certo barocco e quindi carico, ma così armonioso che il sovrappeso neanche si sente.

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Stefano Torossi

Il ciclista

24 marzo 2019. Domenica ecologica. Uno dei pochi momenti, a Roma, in cui un ciclista può considerarsi quasi al sicuro dai pericoli del traffico a motore che normalmente ignora completamente quello a pedale (per la verità noi abbiamo visto qualche incrocio in cui l’automobilista non ignorava affatto il ciclista, anzi lo puntava proprio come se volesse abbatterlo).

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Stefano Torossi

Il viaggiatore

La primavera è appena arrivata e con lei i primi richiami pubblicitari a viaggi e vacanze: tutto fa-cile, economico, veloce e sicuro. Oggi. Invece, nel sedicesimo secolo, ecco a cosa andava incontro uno sconsiderato come Michel de Montaigne, autore del “Journal de voyage en Italie, 1580 et 1581”, uno dei più gustosi diari di viag-gio che ci siano capitati sotto gli occhi, che aveva deciso di spostarsi non in territori inesplorati, ma semplicemente dalla Francia all’Italia, paesi civili della civile Europa dell’epoca.

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