Attualità

I detective dell'occulto: Rileggendo "Uno scomodo cappotto di legno" di Simone Dellera
Questo romanzo assume, a rileggerlo adesso, una importanza duplice: da un lato come una storia autonoma, in grado di intrattenere il lettore, reinterpretando in maniera non banale alcuni canoni classici dell’horror da Poe a Lovecraft. Dall’altro è un testo seminale, perché introduce quello che sarà il personaggio vincente dell’autore, quel Mickey De Santis, detective dell’occulto, presente in altri due libri, Sette e Sette vibrisse.
Roma, la grande bellezza
Fondazione Cerasi Questa goffa trippellona, opera di Antonietta Raphael e da lei battezzata “Fuga da Sodoma”, ci riceve al pianterreno di Palazzo Merulana dove ci viene offerta in questi giorni, in una specie di museo che è in realtà un salotto artistico, la collezione Cerasi, una raccolta di opere italiane, principalmente del primo novecento, fino ad ora privata, adesso messa a disposizione dei romani.
Rìcolaaa...
Il giuramento delle Guardie Svizzere. Rìcolaaa… è il richiamo (spot pubblicitario delle caramelle) che ci è salito alla gola vedendo a un certo punto della cerimonia tre magnifici giovanotti in elmo, corazza e pennacchio presentarsi imbracciando tre spropositati alpenhorn che hanno appoggiato non sui verdi prati dell’alta val Pusteria, ma sui grigi sanpietrini del Cortile di San Damaso in Vaticano e poi ci hanno dato dentro emettendo un bel coro di muggiti di approssimativa intonazione ma di sicura suggestione, anche se vagamente fuori contesto.
Santa Bibiana ha perso un dito!
Di Santa Bibiana avevamo già raccontato un paio di mesi fa la meraviglia che ci aveva colpiti ritrovandola fuori di casa sua, e precisamente alla grande mostra di Bernini alla Galleria Borghese: “…abbiamo visto per la prima volta un non finito beniniano (convinti fino a oggi che il non finito fosse un’esclusiva di Michelangelo), e precisamente la statua di Santa Bibiana, proveniente dall’omonima, oscura chiesa dalle parti di Piazza Vittorio, dove stava infilata in una nicchia, quindi senza bisogno di mostrare un didietro ben rifinito.
Gaetano dei cactus
Gaetano dei Cactus. La settimana scorsa eravamo arrivati a Porta S. Sebastiano. Oggi prose-guiamo sull’Appia Antica, ma solo pochi passi; infatti, quasi al bivio con l’Appia Pignatelli, davanti alla Cartiera Latina, ci fermiamo a uno sciccosissimo vivaio.
Il Gelosetto
Una lacrima. Sfidiamo chiunque abbia la nostra età a trattenere una lacrima alla vista di questo attrezzo, che oggi è archeologia industriale, ma che ai tempi della nostra gioventù rappresentava il fiore della nuova tecnologia: il Gelosetto! Il primo registratore a nastro, scadente ma alla portata di tutti.
Aggiornamenti e confronti
29 marzo 2015, stampa sportiva. GP di Motociclismo del Qatar. Valentino Rossi vince nel suo solito modo entusiasmante e sale sul podio insieme ad altri due italiani: festa grande, inno nazionale. Baci e abbracci e la regolamentare doccia di champagne. Poi leggiamo che lo champagne (siamo in zona islamica) è analcolico.
Approssimazione romanesca
Manca l’acqua… Noi, invece, non potevamo mancare alla molto attesa apertura al pubblico, pochissimi giorni fa, dell’appena restaurata Uccelliera Farnese al Palatino.
Trionfi e miserie
Trionfi… Invitati, venerdì 23 marzo, alla Cappella Sistina per i Vespri Solenni della quinta settimana di Quaresima. Primo: non c’è che dire, occasione unica. Intanto si entra senza subire l’interminabile coda d’ingresso ai Musei Vaticani, unica possibilità per un comune mortale di accedere alla Sistina.
Sense of humour
Il nostro amico compositore Fabrizio De Rossi Re ha uno spiccato sense of humour. E non è facile, non crediate. Sono pochi i musicisti (anzi, gli artisti in generale) dotati di questa caratteristica preziosa. Bene, ne ha profuso in abbondanza per mettere in scena una piccola perla di soli trenta minuti alla Biblioteca Vallicelliana venerdì 16. Trenta minuti, per assistere ai quali abbiamo dovuto aspetta-re un’ora, metà in Piazza della Chiesa Nuova, al freddo e al gelo, l’altra metà nel salone, peraltro magnifico, al secondo piano dell’Oratorio dei Filippini; e per questa ora in più siamo stati noi a dovere mettere in scena il nostro sense of humour.
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