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Il Paradiso degli Orchi
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I Classici

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Alfredo Ronci

Cos’è questo buco nel muro? “L’Oblò” di Adriano Spatola.

Recentemente, leggendo un libro “contemporaneo” sono incappato in questa frase: Avrei voluto fare un buco nel muro per vedere se anche loro erano seduti a tavola come noi, a cenare in silenzio.

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Puzzle impazzito?: “Tristano” di Nanni Balestrini.

Questo romanzo finisce così: A che pensi. Senza il punto interrogativo. Ed effettivamente ci andrebbe da pensare, dopo la lettura di Tristano.

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Un bel romanzo: Gli inganni” di Sandro De Feo.

Questo è un discorso che, credo, ho affrontato anche in un’altra occasione. Della serie: cosa bisogna dire quando, per necessità o, meno schizofrenicamente, per diletto, si fa conoscenza con un autore e soprattutto con un romanzo che in qualche modo ha toccato la nostra sensibilità?

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Alfredo Ronci

Esempio di fantascienza particolare: “Fine del viaggio” di Alessandro Sily.

Leggendo, come a volte faccio, romanzi o storie di fantascienza (prediligo quelle scritte nel periodo che va dagli anni ’50 a gli anni ’70) spesso mi chiedo: ma come mai nella materia non esistono scrittori fondamentali come, chessò, Proust, Joyce, Celine, Gadda e via dicendo?

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Alfredo Ronci

Un amico dei reietti e dei disperati: “I vàgeri” di Lorenzo Viani.

La vita è un correre alla morte. E’ la seconda volta che ci interessiamo a questo scrittore molto particolare e di caratura. Nella prima si diceva: Andiamo sullo scrittore

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Alfredo Ronci

Esempio di alienazione: “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello.

Sono passati molti anni, ma di quel tempo mantengo intatte certe sensazioni che nei periodi successivi hanno comunque significato qualcosa. E questo su Pirandello è uno di quelli.

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Alfredo Ronci

Un maestro: Carlo Emilio Gadda. “L’Adalgisa”.

Scriveva Gianfranco Contini tempo fa in occasione della pubblicazione dell’opera omnia di Gadda realizzata da Garzanti: Fu dunque ben legittimo che al cuore dei primi festeggiamenti milanesi per Gadda, nel 1983

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Alfredo Ronci

Un vero peccato dimenticarlo: “Moscardino” di Enrico Pea.

Spesso ci è capitato, durante i nostri studi dei classici, di essere incappati in autori che, nonostante alcune considerazioni dei critici, o anche degli scrittori, fossero state di un certo peso e anche di una certa importanza (tralasciamo quelli che sono stati, colpevolmente

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Alfredo Ronci

La fantascienza di un archeologo scientifico subacqueo: “Homunculus” di Gianni Roghi.

Il romanzo inizia così: Insomma non capisco l’importanza di questi particolari. Lei dice che contano. Sarà, non è il mio mestiere, ma mi sembra che sia un perdere tempo. Comunque, comunque, cominciamo pure da principio. Le cose sono andate così. Se lei crede, signor commissario, può prendere nota.

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Alfredo Ronci

Lo “spiritoso” hard-boiled: “Ti stiro i connotati, tesoro!” di Carlo Manzoni.

Fu un personaggio niente male e pure come scrittore e dal punto di vista artistico non si fece mancare nulla. Fu anche vignettista e le sue creazioni...

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