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Il Paradiso degli Orchi
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I Classici

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Alfredo Ronci

Un ‘giallista’ anomalo: “Uno, due, tre” di Tito A.Spagnol.

Vale la pena parlare di uno scrittore che, nonostante tutto, cioè nonostante le ristrettezze del regime fascista, seppe in qualche modo portare avanti un discorso letterario,

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Alfredo Ronci

Ma sono davvero dei ragazzi?: “I ragazzi della spiaggia” di Rolando Viani.

Lorenzo Viani. Chi era costui? A volte (in realtà quasi sempre), nelle Enciclopedie della letteratura italiana, non viene nemmeno preso in considerazione.

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Il triste “umanesimo” di un siciliano: “Giovannino” di Ercole Patti.

La quarta di copertina del libro in oggetto parla di “una educazione sentimentale”. Forse è un po’ troppo

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E cosa ti fa un nuovo scrittore?: “La parte difficile” di Oreste Del Buono.

Un romanzo che è al tempo stesso di azione e di stranite atmosfere, una storia di terso e spietato vigore, un libro che non vi lascierà dormire. Queste poche righe sono state prese dal libro di Raymond Queneau Esercizi di stile

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Uno scrittore che si è voluto censurare: “I superflui” di Dante Arfelli.

Arfelli dice d’averlo scritto in dieci giorni e che in mente aveva, anche se parzialmente, i nomi di Hemingway, di Tennessee Williams e del nostro Giuseppe Berto,

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Alfredo Ronci

Uno scrittore fuori da ogni moda: “Traditori di tutti” di Giorgio Scerbanenco.

Giorgio Scerbanenco ha avuto una vita tutt’altro che felice. Un passato burrascoso, col padre, Valeriano che, insegnante in una scuola di Kiev, fu fucilato

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Divertirsi non è un problema: “La trappola colorata” di Luciano Folgore.

Luciano Folgore, nome d’arte di Omero Virgilio Cesare Francesco Vecchi (1888-1966), fu tra i principali collaboratori di Marinetti,

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Un marxista per forza: ‘Le terre del Sacramento’ di Francesco Iovine.

Su Francesco Iovine è stata fatta, almeno stando a quanto si è letto e soprattutto si è scritto, una tassonomica precisazione sul suo operato, o meglio, su quanto lo scrittore stesso, nel corso della sua attività, ha prodotto.

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Il lavoro distruttivo del fascismo: “L’uomo di Camporosso” di Guido Seborga.

Seborga è stato uno scrittore dimenticato, i suoi libri, che hanno avuto discreto successo a partire dalla fine degli anni quaranta, non sono stati mai più ripubblicati e su di lui ovviamente, è caduto il silenzio.

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Resistenza, sempre Resistenza: “Il gallo rosso” di Giovanni Dusi.

Mi sarebbe piaciuto sapere cosa avrebbe potuto dire Claudio Pavone su questo libro che uscì nel 1973 per Marsilio.

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