I Classici
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Tu, sanguinoso scrittore: “Verderame” di Michele Mari.
E’ indubbio che ci siano meccanismi ben precisi che ci indirizzano su autori invece che su altri. In questa nostra rubrica di classici, in verità, le scelte che cadono su uno scrittore invece che un altro derivano però solo dalla qualità delle loro opere
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Comico, malinco(m)ico o insensato? “Gli asparagi e l’immortalità dell’anima” di Achille Campanile.
L'arte di Campanile deve nascondere un mistero: non si spiegherebbe se no un successo editoriale che dura praticamente da ottant'anni.
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Un vecchio ‘ribelle’ che si ribella: “Barcelona” di Germano Lombardi.
Considerando l’anno di uscita e il fatto che fosse l’esordio narrativo di Gaetano Lombardi, possiamo dire, senza cadere nell’imprecisione, che Barcelona fu un perfetto esempio di romanzo sperimentale
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Alcuni principi della neoavanguardia: “Partita” di Antonio Porta.
Spesso mi sono chiesto, a proposito della nascita della neoavanguardia e di tutto il movimento del Gruppo 63, come mai, tra gli autori e predicatori di questo vero e proprio trasferimento, ci fossero molti poeti.
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Un intellettuale assai complesso: “Paolo il caldo” di Vitaliano Brancati.
Certo la vita di Brancati non fu facile. La sua adesione al fascismo fu uno dei massimi errori della sua esistenza.
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Un prezioso narratore: “I ragazzi di Milano” di Mario Schettini.
Sì, Mario Schettini è davvero uno scrittore rappresentativo di una cultura e di un sentire che sono moderni (ovviamente riferito ai suoi tempi).
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Era un lieto narrare: “Viaggio nella luna” di Angelo Del Boca.
Inizio questo profilo con una curiosità che però fa pensare a come siamo diventati e forse come non saremo più. Cercavo delle note biografiche di Del Boca
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La Resistenza da chi l’ha veramente fatta: “La scelta” di Angelo Del Boca.
La scelta tratta proprio di questo: di un bivio esistenziale, storico prima di ogni cosa, siamo nel '43, la Repubblica di Salò è ormai una realtà, bisogna dunque scegliere tra l'essere repubblichino e combattere il "nuovo" fascismo.
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Un “che di regime” piuttosto distante: “Oceano” di Vittorio Giovanni Rossi.
Piuttosto complesso parlare oggi di Vittorio Giovanni Rossi. Per i semplici lettori di narrativa italiana è praticamente uno sconosciuto.
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Un uomo dalle mille tentazioni: “Gog” di Giovanni Papini.
Papini non è elemento ben etichettabile. Sin dagli esordi s’interessò alla letteratura e l’esperienza di Leonardo, una rivista di cui fu artefice
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