I Classici

Una garbata raccontatrice del Novecento: “Ritratto in piedi” di Gianna Manzini.
Scriveva Giacomo Debenedetti nel suo esemplare Intermezzo su Gianna Manzini: Gianna Manzini è un amalgama di istinto e di consapevolezza talmente straordinario, che persino il suo modo di accaparrarci, pure così accattivante, ci fa più volte temere di essere in difetto.

Ma cosa c’è di tanto strano? “Sillabari” di Goffredo Parise.
Nella vita gli uomini fanno dei programmi perché sanno che, una volta scomparso l’autore, essi possono essere continuati da altri. In poesia è impossibile, non ci sono eredi.

Era qualcosa di nuovo? “la ragazza Carla” di Elio Pagliarani.
Per un attimo lasciamo da parte i personaggi che “stanno intorno” a questa storia, e mi riferisco ai vari poeti e scrittori che fecero parte del Gruppo ’63 (anche se, bisogna proprio dirlo, in qualche modo si rifaranno vivi), e parliamo solo dell’autore: Elio Pagliarani

Uno fra tanti? “Il sosia” di Stelio Mattioni.
Nel 1962 esce Il sosia dello scrittore esordiente Stelio Mattioni. La domanda, pertinente soprattutto ai giorni nostri, è questa: che fare di un libro come questo dal momento che l’anno di uscita è anche tra i più “corposi” e interessanti della nostra letteratura?

Per quanto egregio, ma anche noioso: “Al Polo Australe in velocipede” di Emilio Salgari.
E qui si presenta un problema di non poco conto, che cercherò di ridurre ponendo una domanda che qualsiasi altro lettore si porrebbe: ma perché si è scelto questo libro per presentare l’opera di Salgari invece, chessò, il ciclo di Sandokan oppure i pirati della Malesia?

Un bel fanfarone ai pari coi tempi: “Capitan Fanfara. Il giro del mondo in automobile.” Di Yambo.
Non è la prima volta che, in questa rubrica, ci interessiamo, e giustamente, della letteratura per ragazzi. Lo abbiamo fatto con Vamba e il suo Giornalino di Gianburrasca

"La guerra sporca all’interno della guerra civile" di Pablo Rossi.
Granada, luglio 1936. Il famosissimo poeta e commediografo Federico Garcia Lorca è stato arrestato dai nazionalisti dopo il tentato golpe contro la Seconda repubblica spagnola,

"Fahrenheit 451" è un grande classico.Di Ray Bradbury
Non è la fantascienza robotica di Isaac Asimov, né quella angosciante e visionaria di Philip Dick, ma la interpretazione lucida e puntuale di quello che potrebbe accadere in un prossimo futuro.

Due storie perfette, ma una “incantevole”: “Due storie di donne” di Rolando Cristofanelli.
Come già preannunciato nel profilo dedicato a Bertini, eccoci ora a parlare di Rolando Cristofanelli. Anche qui vale il discorso fatto in precedenza: è stato il classico contenuto nel romanzo di Cristofanelli a decidere sulla sua importanza, piuttosto che noi ad armeggiare perché poi lo si possa considerare un classico.

Qualche sorpresa: “Il bardotto” di Valerio Bertini.
Sarà la stagione calda (torrida, direi), saranno le temperature oltre ogni limite, ma anche nelle scelte editoriali che facciamo c’è del ristagno. Ristagno forse non è il termine giusto, ma indubbiamente nel caso dei classici ci facciamo prendere dai classici.
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