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Il Paradiso degli Orchi
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Racconti

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Simone Quadri

Innesti

Tutto è cominciato dagli occhi; a pensarci bene, la parte più semplice da replicare. Una camera, un disco di archivio per filmati e immagini, delle API(1) per collegarsi al sistema nervoso, un po’ di design nella realizzazione del bulbo oculare. E tac: il gioco è fatto.

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Leo Ruberto

Morte su Facebook

Era rassicurante, era rassicurante per quelli della mia generazione affermare che niente sarebbe mai durato, “oggi”. Oggi è passato, e invece ci sono cose che sono durate. Eravamo nell'era del digitale e pensavamo che la novità di oggi che ha cambiato il nostro stupido modo di vivere sarebbe poi scomparsa come si cancella un file dal proprio computer, o peggio come si scorre un contenuto sul nostro smartphone per poi dimenticarsene, e se te ne ricordi comunque non riesci più a trovarlo.

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Serena Russo

La coltellata

Quella notte sentivo Anna piangere. Non riuscivo a girarmi dall’altro lato del letto. Sapevo che la sua rabbia veniva da lontano, dallo stomaco, dal sangue. Fu l’unico momento in cui sospettai che lei sapesse qualcosa, ma non avevo il coraggio di dirle che questo qualcosa torturava anche me da tempo.

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Massimiliano Città

Dodici anni

M’è parso di sentire che ormai sono trascorsi dodici anni. Non ne sarei così sicuro. D’altra parte dentro di me il tempo scorre in una maniera tale che è difficile potersi raccapezzare. Da quel che sembra, fuori, fuori da qui, da me, sono passati tutti questi anni, davvero tanti.

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Simone Quadri

La Casa

Nessuno si prende la briga di avvertirci. A quanto pare hanno indetto un qualche tipo di sciopero di categoria proprio il giorno della selezione. Terminata l’astensione al sevizio, l’informazione si perde tra i meandri delle procedure interne. Sta di fatto che fino al momento del colloquio finale rimaniamo all’oscuro di tutto; per dire, quando il telefono prende a squillare, Matilde è nel bel mezzo della lezione di disegno. L’intermediatore chiede dove diavolo siamo finiti. Tempo cinque minuti e dobbiamo essere dall’altra parte della città.

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Massimiliano Città

Rue de Belleville

A Parigi l’inverno è più freddo se nulla hai per scaldarti la pelle. A Parigi dicembre è gelido con i senza tetto. Gli artisti di strada questo sono in fondo. Senza tetto. Gente senza un tetto stabile che accolga la loro fatica.

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Marco Di Fiore

Vienna per due

Sosto sotto a un balcone, frugando nella borsa. La pioggia, adesso incessante, mi ha colto impreparato all'angolo di Corso Butera. Ho l'abitudine di portare con me, sempre, un piccolo ombrello, presente di amici ormai lontani. Lo tengo nelle viscere della tracolla, per l'evenienza dico sempre. E oggi l'evenienza è arrivata, finalmente.

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Maurizio Donazzon

Una settimana fortunata

Erano le cinque, Serena dormiva dandogli la schiena. Dopo essersi rigirato tutta la notte tra le lenzuola, Giancarlo decise di alzarsi. Se fosse passato in ricevitoria all’apertura, l’attesa sarebbe terminata prima.

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Davide Riossone

Per l'ostinazione di un pesce

Quando giunsero sul posto, il suo corpo era gonfio come se qualcuno ci avesse soffiato dentro per un’ora buona, e immobile quanto un pezzo di legno lasciato galleggiare sul pelo dell’acqua, trasportato dalla corrente, si potrebbe dire.

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Massimiliano Città

Ania

Ania era una bambina dalla bellezza folgorante. Era venuta al mondo come un sospiro a rallegrare la vita dei genitori, per anni spenti in inutili tentativi d’allargare l’orizzonte della loro famiglia. Alfonso, attempato insegnante d’educazione musicale e Sandra, un tempo brillante mezzosoprano, entrambi discesi verso il declivio d’una grigia esistenza, avevano in un pomeriggio d’autunno risalito la china. Grazie a lei, la piccola Ania che, morbida come una candida nuvola bianca, s’era messa lì,

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