CINEMA E MUSICA
Magda Lanterna
Cuccioli da non accarezzare: Life - Non oltrepassare il limite
![immagine](uploads/tx_orchidata/Life-Non-oltrepassare-il-limite-2017-Daniel-Espinosa-12-932x621_1_.jpg)
Diciamo che Alien ha fatto scuola. E buona scuola, anche se non si è ancora trovato un allievo in grado di superare il maestro.
La storia è ormai classica. Una squadra di scienziati a bordo della Stazione Spaziale Internazionale accoglie una capsula di ritorno da Marte con i campioni prelevati dal suolo. Ragioni di sicurezza vogliono che i reperti vengano esaminati direttamente a bordo, in modo che eventuali minacce restino confinate lontano dalla Terra. Il piccolo gruppo, formato da specialisti di diverse nazionalità, è bene affiatato e collaborativo. Quando i loro sforzi sono coronati dalla scoperta di una embrionale forma di vita l’entusiasmo sale al culmine e produce piccole smagliature nel rigido protocollo di sicurezza.
Da qui si innesta la catena di imprevisti che produrrà conseguenze fuori controllo. Sembrerebbe uno svolgimento scontato, ma dobbiamo fare tanto di cappello al regista, Daniel Espinosa (Safe House - Nessuno è al sicuro, Child 44 - Il bambino numero 44) per averlo orchestrato con un ritmo che tiene in sospeso dall’inizio alla fine alternando senza respiro le azioni e i colpi di scena, fino all’ultimo istante. Ottima è la ricostruzione della stazione orbitante e della “creaturina” aliena che cresce senza soluzione di continuità (e come cresce bene!) dalla sfera della tenerezza a quella dell’orrore. Gli attori sono bravi, anche se nessuno ha il carisma di Sigourney Weaver.
Il film ha una sua vita autonoma, ma i riferimenti ad Alien sono evidenti. A cominciare dala presenza di donne in ruoli chiave (ora è abbastanza frequente, ma all’epoca di Alien questa era la straordinaria novità, lo sdoganamento dai luoghi comuni: una donna comandante, e nemmeno una scena d’amore!). Poi l’alieno che si sviluppa all’interno della struttura, il suo rapporto invasivo con i corpi umani, la caccia reciproca. Infine l’esistenza di un ordine segreto noto a un solo membro dell’equipaggio. E non manca qualche richiamo Gravity: la tecnologia, l’elemento claustrofobico, il rapporto di fiducia e abnegazione che lega i superstiti. Un film riuscito, con un finale a sorpresa, e con belle sferzate di adrenalina.
Life - Non oltrepassare il limite
Titolo originale
Life
Lingua originale
inglese
Paese di produzione
Stati Uniti d'America
Anno
2017
Regia
Daniel Espinosa
Sceneggiatura
Rhett Reese, Paul Wernick
Interpreti e personaggi
Jake Gyllenhaal: David Jordan
Rebecca Ferguson: Miranda North
Ryan Reynolds: Roy Adams
Hiroyuki Sanada: Sho Kendo
Ariyon Bakare: Hugh Derry
Olga Dihovichnaya: Katerina Golovkin
La storia è ormai classica. Una squadra di scienziati a bordo della Stazione Spaziale Internazionale accoglie una capsula di ritorno da Marte con i campioni prelevati dal suolo. Ragioni di sicurezza vogliono che i reperti vengano esaminati direttamente a bordo, in modo che eventuali minacce restino confinate lontano dalla Terra. Il piccolo gruppo, formato da specialisti di diverse nazionalità, è bene affiatato e collaborativo. Quando i loro sforzi sono coronati dalla scoperta di una embrionale forma di vita l’entusiasmo sale al culmine e produce piccole smagliature nel rigido protocollo di sicurezza.
Da qui si innesta la catena di imprevisti che produrrà conseguenze fuori controllo. Sembrerebbe uno svolgimento scontato, ma dobbiamo fare tanto di cappello al regista, Daniel Espinosa (Safe House - Nessuno è al sicuro, Child 44 - Il bambino numero 44) per averlo orchestrato con un ritmo che tiene in sospeso dall’inizio alla fine alternando senza respiro le azioni e i colpi di scena, fino all’ultimo istante. Ottima è la ricostruzione della stazione orbitante e della “creaturina” aliena che cresce senza soluzione di continuità (e come cresce bene!) dalla sfera della tenerezza a quella dell’orrore. Gli attori sono bravi, anche se nessuno ha il carisma di Sigourney Weaver.
Il film ha una sua vita autonoma, ma i riferimenti ad Alien sono evidenti. A cominciare dala presenza di donne in ruoli chiave (ora è abbastanza frequente, ma all’epoca di Alien questa era la straordinaria novità, lo sdoganamento dai luoghi comuni: una donna comandante, e nemmeno una scena d’amore!). Poi l’alieno che si sviluppa all’interno della struttura, il suo rapporto invasivo con i corpi umani, la caccia reciproca. Infine l’esistenza di un ordine segreto noto a un solo membro dell’equipaggio. E non manca qualche richiamo Gravity: la tecnologia, l’elemento claustrofobico, il rapporto di fiducia e abnegazione che lega i superstiti. Un film riuscito, con un finale a sorpresa, e con belle sferzate di adrenalina.
Life - Non oltrepassare il limite
Titolo originale
Life
Lingua originale
inglese
Paese di produzione
Stati Uniti d'America
Anno
2017
Regia
Daniel Espinosa
Sceneggiatura
Rhett Reese, Paul Wernick
Interpreti e personaggi
Jake Gyllenhaal: David Jordan
Rebecca Ferguson: Miranda North
Ryan Reynolds: Roy Adams
Hiroyuki Sanada: Sho Kendo
Ariyon Bakare: Hugh Derry
Olga Dihovichnaya: Katerina Golovkin
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