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Il Paradiso degli Orchi
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CLASSICI

Alfredo Ronci

Una bella sorpresa: “Miracolo d’estate” di Laura Di Falco.

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Montale è stato il mio primo recensore e mi ha sempre mantenuto, fino ad ora, il privilegio della sua amicizia. Palazzeschi per sua bontà diceva che ero una delle sue più serie scrittrici italiane. Di Comisso ho centotrenta lettere che penso un giorno di pubblicare. Ma il rapporto più di amicizia e simpatia è stato con Vitaliano Brancati e con il compianto Ercole Patti. Ho cercato di avere rapporti epistolari con Sciascia ma lui non mi ha mai risposto.
Certo che scrivere ed avere come sponsor un poeta come Eugenio Montale che diceva un talento narrativo più che autorevole significa molto, ma per Laura Di Falco, scrittrice siciliana, questo apprezzamento insieme a tutte le altre amicizie che lei stessa ha frequentato, non sono bastate perché si superasse questo oblio sulla sua persona che tuttora consideriamo effettivo. (Solo una domanda. Mi chiedo: possibile mai che tra le amicizie che la Di Falco ha menzionato non c’è nessuna scrittrice? Davvero la letteratura degli anni sessanta/settanta era solo un parco giochi d’ingerenza maschile?).
Molti sono i romanzi della Di Falco, dall’originario Paura del giorno (1954) a quello più famoso e venduto ed anche candidato al Premio Strega mel 1976 L’inferriata, ma noi orchi che abbiamo la puzza sotto il naso abbiamo scelto Miracolo d’estate (1971) anche per un altro motivo. E questo motivo ce lo suggerisce la seconda di copertina: L’aspirazione ossessiva alla maternità che condiziona la vita di Giovanna, trova un imprevisto alleato nella fantascienza. (…) L’uomo-scienziato che ha aiutato a realizzare la strabiliante metamorfosi della bambola in bambina, anziché un demiurgo si rivela un tiranno, un dittatore del pensiero, che agisce con il freddo distacco, richiesto dall’esperimento.
Capirete che con un simile inizio nessun orco poteva restare al proprio posto. Credo anche che in nessuno studio approfondito della fantascienza italiana risulti (anche per vie traverse) il nome della Di Falco.
Ma il discorso è anche un altro. Ma davvero parliamo di fantascienza o Miracolo d’estate è solo una sorta di componimento che tratta di una genitorialità non voluta, o forse solamente nascosta, e quindi anche di una diatriba sentimentale tra un uomo e una donna?
Non è facile rispondere, in più c’è un “aggravio” che in qualche modo pesa sulla risoluzione del conflitto (bambola o bambina): non c’è un finale, che nella fantascienza, come anche nella letteratura più di mercato, è più evidente. Miracolo d’estate è semplicemente un mezzo per rendersi conto della difficoltà del vivere, qualunque siano le condizioni.
Vediamo un po' la trama.
In un cassetto dove Giovanna, la protagonista del romanzo, tiene in ordine, anche se un po’ consumata dal tempo, una bambola ricordo di un’infanzia, un giorno al posto di questa trova una bambina vera e propria, una bambina bellissima, dai capelli attraenti che, però, sin dagli inizi di questa drammatica evoluzione, non vuole nulla a che fare con Giovanna. Una bambina talmente evoluta che, oltre a crescere in modo sostanzioso è anche in grado di prendere in giro gli adulti dicendo (tra le altre cose): A un tratto si fermò a gambe larghe davanti a Emanuele (il marito di Giovanna). “Lo sai da dove sono venuta io? Giù da una stella, con un disco volante” e rise con una voce squillante che riempì il giardino.
Le reazioni alla crescita della bambina sono molteplici: dalla inserviente di casa che è gelosa delle attenzioni di Giovanna e abitua la piccola a qualsiasi richiesta, al marito di Giovanna che non crede alla trasformazione da bambola a bambina e quindi l’adotta come fosse una figlia abbandonata.
E la madre “parziale” cosa fa? Ricordandosi che nell’attimo in cui c’è stata la trasformazione c’era un amico del marito, lo rintraccia solo per sentirsi dire che: Finora i risultati più soddisfacenti li abbiamo raggiunti nel mondo vegetale, come ha già potuto notare dalle piante stupende che la circondano. Ma il nostro orgoglio sarà quando riusciremo a liberare l’uomo dal male; se per male s’intende la privazione di ciò che si desidera. Abbiamo tutta una schiera di cosiddetti “scrutatori”, che in virtù della loro forza di concentrazione, si stanno sforzando di cogliere, da qualunque luogo provengano, gli impulsi, le aspirazioni; e noi cercheremo, non appena avremo perfezionato la nostra scoperta, di accontentare tutti, come abbiamo fatto con lei.
Ma Giovanna non si accontenta, perché nulla in realtà le è spiegato. Certo, un romanzo non si può descrivere con due citazioni, ma quel che lo segna invece, al di là della storia, è il finale. Che è esattamente e narrativamente uguale all’inizio. E che non è un finale.
Una bella sorpresa.




L’edizione da noi considerata è:

Laura Di Falco
Miracolo d’estate
Rizzoli



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