CINEMA E MUSICA
Adriano Angelini
Il pop psichedelico dei nuovi pagani americani, gli MGMT

La canzone d'apertura del terzo album degli MGMT, Congratulations assomiglia spudoratamente a qualsiasi pezzo dei Beach Boys. La canzone si chiama It's working e se non sapessimo che il duo è newyorkese, intellettuale e new age penseremmo a qualche biondo ossigenato che si diverte a cavalcare l'onda dell'oceano a Malibu e a tempo perso a sdraiarsi sulla rena infuocata aspettando il falò notturno con una chitarra in braccio. Il secondo pezzo, Song for Dan Treacy, parte come gli Smiths e finisce per diventare una canzoncina anni'70 da colonna sonora. Tastierine e scanzonato jingle yeah yeah. Con Someone's missing si intuisce che il produttore è lo stesso dei Flaming Lips, Dave Fridmann e che il tocco impresso nel loro album precedente (lo strepitoso Oracular Spectacular) è sì inconfondibile ma anche ludico e infantile.
Congratulations, terzo album di questa colorata e iper pagana band americana non riesce a raggiungere le vette straordinarie raggiunte dal precedente. Convince solo a metà (anche se quella metà basta e avanza per consacrarli come una delle band più travolgenti del decennio). Perché se Flash Delirium continua a passare semi inosservata, fra i suoi ritornelli in falsetto, le arie da spiaggia e il ritmo a metà fra Scissor Sisters e Supertramp, se I found a whistle riporta un bel po' di carica grazie alla sua leggiadria di ballata melanconica, davanti a un capolavoro sontuoso e commovente come Siberian Breaks ci leviamo il cappello che non portiamo, ci inchiniamo, facciamo paragoni forse ingenerosi o azzardati (i Genesis di Firth of Fifth?), cantiamo e danziamo, gioiamo e celebriamo la bellezza di un rito pagano che solo quel tipo di rock sa rievocare. Si tratta infatti di una vera e propria suite (di 12 minuti e 10 secondi) che spazia e abbraccia tutti i generi musicali; dalla ballata, alla graffiante e intrippatissima cavalcata di un brano rock progressive, dal pezzo d'orchestra all'accenno elettronico. Una canzone (limitativo definirla tale) del genere l'avremmo vista benissimo dentro un album degli Jethro Tull. In un concerto degli Yes. Un capolavoro assoluto, che probabilmente segnerà la storia del rock di questo nuovo secolo, credetemi non sto scherzando. Però finisce qui, anche i pezzi seguenti, come l'inutile e forzatamente solare e sbarazzina Brian Eno lascia così, incerti; l'album si ripiglia un po' nel finale; Lady Dada's nightmare è uno strumentale che data agli stessi anni del secolo scorso; tastiere, batteria livellata, effetti urlanti à la Wayne Coine, bel crescendo. Congratulations, la title track, è tanto Beatles, Eagles, America, tutto trasportato in questo secolo musicale dove i giovani hanno dimenticato e i vecchi non sono andati a vedere cosa c'è avanti. La sintesi che gli MGMT stanno tentando è un'operazione difficile, riuscita in parte. Ma vi assicuro, Siberian Breaks rimarrà nella storia.
MGMT
Congratulations
Columbia records, 2010
Congratulations, terzo album di questa colorata e iper pagana band americana non riesce a raggiungere le vette straordinarie raggiunte dal precedente. Convince solo a metà (anche se quella metà basta e avanza per consacrarli come una delle band più travolgenti del decennio). Perché se Flash Delirium continua a passare semi inosservata, fra i suoi ritornelli in falsetto, le arie da spiaggia e il ritmo a metà fra Scissor Sisters e Supertramp, se I found a whistle riporta un bel po' di carica grazie alla sua leggiadria di ballata melanconica, davanti a un capolavoro sontuoso e commovente come Siberian Breaks ci leviamo il cappello che non portiamo, ci inchiniamo, facciamo paragoni forse ingenerosi o azzardati (i Genesis di Firth of Fifth?), cantiamo e danziamo, gioiamo e celebriamo la bellezza di un rito pagano che solo quel tipo di rock sa rievocare. Si tratta infatti di una vera e propria suite (di 12 minuti e 10 secondi) che spazia e abbraccia tutti i generi musicali; dalla ballata, alla graffiante e intrippatissima cavalcata di un brano rock progressive, dal pezzo d'orchestra all'accenno elettronico. Una canzone (limitativo definirla tale) del genere l'avremmo vista benissimo dentro un album degli Jethro Tull. In un concerto degli Yes. Un capolavoro assoluto, che probabilmente segnerà la storia del rock di questo nuovo secolo, credetemi non sto scherzando. Però finisce qui, anche i pezzi seguenti, come l'inutile e forzatamente solare e sbarazzina Brian Eno lascia così, incerti; l'album si ripiglia un po' nel finale; Lady Dada's nightmare è uno strumentale che data agli stessi anni del secolo scorso; tastiere, batteria livellata, effetti urlanti à la Wayne Coine, bel crescendo. Congratulations, la title track, è tanto Beatles, Eagles, America, tutto trasportato in questo secolo musicale dove i giovani hanno dimenticato e i vecchi non sono andati a vedere cosa c'è avanti. La sintesi che gli MGMT stanno tentando è un'operazione difficile, riuscita in parte. Ma vi assicuro, Siberian Breaks rimarrà nella storia.
MGMT
Congratulations
Columbia records, 2010
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