Cinema e Musica
Un Battisti lisergico: Edda con 'Odio i vivi'
Si ha l'impressione di un lamento infinito, di una battaglia coi propri fantasmi. Per non parlar della voce.
Uno dei dischi italiani più belli della stagione, e per vari motivi. Perché non è sciocco, ma non è elemento secondario, circondati come siamo dal vuoto pneumatico, perché pur attualissimo e psichedelico nella sua dinamica ci riporta indietro nel tempo, perché è cantato da dio.
Partiamo da quest'ultimo punto: la voce di Edda (per la precisione Stefano Edda Rampoldi, ex leader dei Ritmo Tribale),
Daniel Johnston: il sogno e l'incubo americano.
Daniel Johnston si presenta sul palco del Piper il 23 aprile com'era prevedibile: T-Shirt extra large blu (che non riesce a contenere la sua pancia), tuta grigia, chitarra in mano e il suo inseparabile quaderno ad anelli, zeppo di fogli plastificati che ne contengono il repertorio. Johnston si guarda intorno spaesato e inizia a suonare, è fuori tempo, sbaglia più della metà degli accordi, stona per tutta la canzone, biascica... La domanda sorge spontanea (forse in tutta la sala) perché è così famoso? Perché artisti del calibro di Tom Waits, Kurt Cobain, Sonic Youth, Beck lo ammirano tanto?
Masochismo, nostalgia o sociologia? 'Canzonissima, 3 cd e 1 dvd.
Beccato in flagranza di reato. Un amico durante una cena (si) chiede: mi piacerebbe conoscere uno che compra certa roba. Ce l'aveva davanti: io. E mica è stato facile convincerlo della bontà del prodotto. Perché forse ragioni sufficienti nemmeno ce le avevo.
Provo a 'giustificarmi', partendo dal primo assunto della domanda del titolo.
Masochismo: hai voglia. Non so in quale percentuale, ma c'è. Perché come non accusare di tale perversione il soggetto che, in ordine puramente casuale,
La carta d'identità dei White Rabbits e del loro 'Milk famous'.
Provenienza: Missouri
Luogo di lavoro: New York
Discografia: terzo album
Label: illibatamente indie
Tentazioni: non ancora 'major'
Riferimenti: Specials
Riferimenti occulti: Beatles e new wave
Album d'esordio per gli Young the Giant. Ondeggiano fra i Maroon 5 e i Coldplay, ma mirano altrove
Capita che un album esca nel 2010 sotto silenzio totale e due anni dopo venga ristampato perché esce un singolo che impone il gruppo a livello mondiale. Succede con gli Young the Giant, band di Irvine, California. L'album omonimo è uscito nel 2010 ma è solo nel 2011 che i singoli iniziano a imporsi. "Apartment" leggera come una ballata indie-pop, "My Body" più scatenata nel suo rock cantilenato. E tuttavia, è solo nel 2012 che il gruppo finalmente si impone sulle scene con il singolo che li ha lanciati alla grande e ha fatto riesplodere l'album: 'Cough Syrup', decisamente uno dei pezzi dell'anno.
La Pippa non è pippa affatto: 'Amami' di Arisa.
La Pippa Rosalba, in arte Arisa, è stata la più bella sorpresa del passato Sanremo, presentando un brano 'La notte' di inusitata eleganza per una platea di quel genere. Donde veniva siffatta grazia? Sicuramente da chi la produceva e da chi l'accompagnava orchestralmente sul palco: Mauro Pagani.
Il violinista più creativo ed intelligente del nostro panorama musicale ne ha fatta un'altra delle sue: fregandosene dell'allure un po' sbarazzino della Pippa, le ha confezionato un brano ed un intero album, appunto Amami, che in alcuni momenti lascia affascinati e storditi.
Basta co' 'ste ciance, questo è rock. Sinead O' Connor: 'How about I be me (and you be you)'.
'Sta storia che il rock è morto è un finto problema. Non credo si tratti di onorar cadaveri, ma piuttosto di capirne l'essenza. Se il rock lo intendiamo come partecipazione allora qualche dubbio sulla sua vitalità ce l'avrei pure io, se l'intendiamo come un'espressione essenzialmente culturale, allora mi pare che le cose stiano in modo diverso.
Prendiamo per esempio Sinead O' Connor, son passati ormai vent'anni da quando strappò in televisione la foto di papa Woytila
Tornano i Counting Crows con un album di cover, e riprendono decisamente vita.
Purtroppo (o per fortuna) io ho ancora negli orecchi la voce celestiale di Adam Duritz degli anni'90 (insieme a quella di Mark Lanegan, una delle più affascinanti dell'ultimo scorcio del secolo scorso). Mi risuonano le note di due album che hanno segnato la storia del rock americano come August and Everything After e Recovering the Satellites. Difficile, se non impossibile abituarsi a tutto quello che hanno partorito dopo (o che non hanno partorito), se si eccettua il live Across the Wire.
Sarà nostalgia però... : Caetano Veloso, David Byrne 'Live at Carnagie Hall'
Mi si conceda di dir questo, prima del silenzio, perché è cosa che appartiene innanzi tutto alla mia persona, poi a ciò che ella rappresenta.
Cerco di spiegarmi: mi arriva il disco in questione e mi vien da cogitare. Ossignore come cogito, e alla fine erutto in considerazioni personalissime. E contrarie al senso comune.
Domanda: ma 'sti due stanno davvero bene insieme? Cioè... era inevitabile il loro incontro? Ma davvero l'amalgama, considerando la musica, è perfetto?
L'incontenibile elettricità dell'essere: 'Meanwhile in Madland' di Herva.
Esistono degli incontri che hanno il potere di cambiare una vita. Poco importa se sia macchina o umano. Quello che conta è l'impatto sulla singola esistenza. Herva aveva 8 anni quando scoprì 'Fruity Loops', un programma che permette di creare musica. La sua autocoscienza, appena sufficiente ad afferrare un disco, credere che sia un videogioco e inserirlo nel lettore del pc, lo condusse davanti a un rompicapo di equalizzatori intrappolati in un monitor. Pochi secondi, necessari a dover affrontare la consapevolezza di non aver trovato il mondo che cercava, ma di esserci entrato.
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