Cinema e Musica
L’insostenibile logica del martirio: Silence
Nello scenario di un Giappone dal paesaggio lussureggiante e selvaggio, spesso avvolto dalle nebbie (Kurosawa non è passato invano) due giovani missionari portoghesi del XVII secolo abbracciano l’impresa impossibile di rintracciare padre Ferreira, loro maestro e mentore, di cui si dice, ma la notizia appare inverosimile, che abbia abiurato la fede cristiana per sfuggire al martirio.
Quando l’incubo è il risveglio: Passengers
Un giovane meccanico intenzionato a trasferirsi come colono su un lontano pianeta e imbarcato su un’astronave in stato di ibernazione, si risveglia convinto di essere ormai prossimo all’atterraggio, ma scopre con orrore che un malfunzionamento del sistema ha determinato il suo risveglio con un anticipo di novant’anni.
Il settantenne che cerca la serenità: This Path Tonight di Graham Nash.
Tempo fa parlammo di David Crosby e del suo bellissimo, ultimo, album. E’ tempo ormai che non parliamo di Young, ma solo perché si sta ormai spulciando l’impossibile del suo passato.
L’isteria non paga: “Amici non ne ho…ma amiche sì” della Bertè.
Della serie L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente. Eh sì, la Bertè in questo lavoro urla, sbraita, s’impenna e grida. Perché? Perché crede che il mondo intero ce l’abbia con lei e che qualcuno vorrebbe non averla tra i piedi. Dunque lei urla e sbraita.
Ad ognuno il suo. You and I di Jeff Buckley.
Anche questo ci voleva. Che il disco fosse privo di armonia. Perché è precedente al suo grande successo (Grace) e perché si portava dietro la grande figura del padre. Testuali parole (da un critico di cui non faccio nome)… non corrisponde un’armonia d’insieme che dia al lavoro la consistenza necessaria.
Chi la fa l’aspetti. Malia di Massimo Ranieri.
Non tutti sanno che il Massimo nazionale ha realizzato negli ultimi anni alcuni dei più gioviali e sentiti album di sempre. Non li cito tutti e nemmeno riporto dei brani significativi, ma non per difetto o perché sono un bullo di periferia, ma solo perché l’insieme dell’operazione andava presa in toto… e su questo si era d’accordo tutti.
Signora si nasce: “Renaissance” della Connie Lush band.
Lontana dalle scene per colpa di un piede rotto, Connie Lush torna alla ribalta con una nuova band preceduta, sicuramente, da una più nuova voglia di rigenerarsi.
Ci vuole amore ma ci vuole civiltà: “Nothin Civil” di Aubryn.
Registro dinamico, versatile e timbro inconfondibile, fresco e forte: mi sembrano ottime qualità per chi come Aubryn si è distinta nella manifestazione made in USA - Songwriting Competition 2015 -.
I migliori dischi del 2015.
Ecco la nostra fatica. E che fatica. Giusto per non farci dire che siamo noiosi e inconcludenti.
Natale è sempre: “The frost is all over” di Kate Rusby
Delicata operazione ornamentale e di recupero, quella di Kate Rusby che ci propone un delizioso natale da pub, tra amici che amano reinventarsi una tradizione dalle mille sfumature,
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