I Classici

Cose dell’altro mondo: “I neoplatonici” di Luigi Settembrini.
Se un caso del genere fosse capitato, chessò, in Francia o in Germania, non avrebbe suscitato quel po po’ d’infamia (anche se, diciamolo apertamente, certe tematiche erano ostili non solo da noi, ma in tutto il mondo).

Molto più facile leggerlo che raccontarlo.
“Non lo so, non riesco a capire. Sarò malato, ma io amo questo libro. Lo devo leggere almeno una volta l’anno”. Vi chiedo scusa se, parafrasandola, ho preso in prestito una delle battute più celebri dei film di Nanni Moretti

La “vittoria” del romanzo. “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino.
Sembrerà incredibile ma questo è il primo libro di Calvino che appare nella nostra rubrica dei classici italiani. Qualcuno si chiederà: ma c’è un motivo ben preciso per questa scelta così azzardata?

Un classico che a volte “non lo è”: “Un don Chisciotte in America” di Alberto Lecco.
Alberto Lecco passa per un classico che a volte “non lo è” nel senso che vengono riconosciuti preziosi i suoi lavori, che spesso compare nelle liste dei maggiori scrittori del novecento, ma alla fine il tutto si risolve in un nulla.

E quest’ altro chi è?: “In pienezza di cuore” di Michele Malesaputo.
Avranno detto, quelli del 1990, l’anno di uscita di questo libro, ma questa cosa cos’è? Già, credo l’avrei detto anch’io di fronte soprattutto ad una copertina che, se hanno ragione i pessimisti, il colore porta pure jella.

Non era uno scherzo: “La stagione del basilisco” di Pietro Lazzaro.
La stagione del basilisco fa giustamente parlare di quella schiera di scrittori, e di conseguenza di opere, che ha rappresentato una sorta di chiave di volta nella nostra letteratura ma che però non è riuscita a scavalcare il mercato

E dove lo mettiamo lui?: “Il velocifero” di Luigi Santucci.
Questo libro uscì nel 1963 e riscontrò anche un certo interesse, tanto che solo in Italia riuscì a vendere quasi centomila copie. Già 1963, quando la letteratura italiana “tremò” perché si era affacciata un’orda di contestatori che avrebbe indicato vie nuove al nostro modo di vedersi e soprattutto di vedere il mondo.

Il mistero de “Il piccolo caos” di Gian Piero Bona.
Anni fa, recensendo I pantaloni d’oro di Bona, mi ergevo a estimatore dello scrittore, dicendo: Tre libri vanno assolutamente letti: questo, Il soldato nudo (1961, già citato) e l'oggetto di culto Il piccolo caos (1963), raccolta di racconti.

Ricordi di sofferenze: “Roma amara e dolce” di Ercole Patti.
Vorrei iniziare questo appunto su Ercole Patti riportando un mio giudizio espresso tempo fa sempre sul Paradiso: … Ercole Patti è lo scrittore del semplice, anche del triste

Ma chi è questa signora?: “La bella di Lodi” di Alberto Arbasino.
Chi sarà mai questa bella di Lodi, che in pieno 1972 (ma poi vedremo che non è così) cade, tra l’incudine e il martello (per dire penna), nelle mani del cattivo, burbero e chissà quale altra definizione possa andar bene, Alberto Arbasino?
CERCA
NEWS
-
19.12.2025
Sellerio
Piero Dorfles: "Le parole del male". -
19.12.2025
Adelphi
Matsumoto Seicho: "Vangelo Nero". -
19.12.2025
Il ramo e la foglia
Matteo Auciello "Tecniche miste di trasformazione".
RECENSIONI
-
Anna Bailey
I nostri ultimi giorni selvaggi
-
Paolo Agnoli
Gli ebrei e la cultura
-
Han Kang
Non dico addio
ATTUALITA'
-
La redazione
Pausa natalizia
-
Stefano Torossi
JEAN-PHILIPPE RAMEAU 1683 – 1764
-
Stefano Torossi
GIULIO BRICCIALDI 1818 – 1881
CLASSICI
CINEMA E MUSICA
-
Marco Minicangeli
La mia famiglia a Taipei
-
Marco Minicangeli
To a Land Unknow
-
Marco Minicangeli
Predator: Badlands
RACCONTI
-
Massimo Grisafi
Dondola dondola
-
Luca Alessandrini
Apres la pluie vient le beau temps
-
Leonello Ruberto
Mondo adulto
