RECENSIONI
James Hepburn
Il complotto
Nutrimenti, Pag. 272 Euro 16,50
Non c'è nulla da fare, ma quel delitto, a Dallas, nel novembre del '63, per gli americani ha la stessa valenza dell'11 settembre. Come se si fosse fermato un paese intero sull'orlo del baratro e con esso si fosse consumata l'innocenza di milioni di persone. Poi sarebbe accaduto l'incredibile, il bis col fratello di JFK, e poi anche Martin Luther King, ma certamente l'episodio del 'martirio' di Kennedy destabilizzò la società civile. Gli americani hanno sempre convissuto col fantasma di Dallas, forse perché non hanno mai creduto alla buffonata 'mediatica' della colpevolezza di Lee Oswald (eppure uno scrittore attento e sensibile come Norman Mailer ha imbastito un ponderoso libro, Il racconto di Oswald, proprio sulla figura del presunto assassino e su i suoi trascorsi sovietici) e anche recenti avventure letterarie testimoniano il perdurare della capacità straniante e affascinante nello stesso tempo della tragedia (pensiamo all'ultimo King - tra l'altro l'autore confessa di credere alla teoria dell'uomo solo e quindi alla colpa di Oswald! O a quell'incredibile ipotesi che vuole Kennedy ucciso per aver coperto il mistero degli alieni!).
Intanto James Hepburn non esiste, ma esiste un personaggio, presumibilmente francese (infatti il nome equivale a J'aime Hepburn, cioè 'Io amo Hepburn' l'attrice), appoggiato da De Gaulle, che nel 1968 fece circolare negli USA 'sto libercolo con il preciso intento di rivelare i veri responsabili dell'omicidio Kennedy. Naturalmente non ebbe rilevanza pubblica, e presto sparì dalla circolazione anche se il nostro Saverio Tutino ne parlò alla fine degli anni sessanta, perché alcune copie 'girarono' in Italia, ipotizzando addirittura che quell'operazione fosse dovuta all'interessamento di Agnelli.
Certamente è credibile (molto credibile): ma non perché dica chissà quali verità, ma perché l'ipotesi che avanza, quella di un complotto ordito da petrolieri, CIA, mafia e poteri forti dell'establishment americano è l'unica verosimile per una vicenda che di credibile, agli occhi dell'opinione pubblica, non ha mai avuto nulla, tranne forse l'indagine del procuratore Garrison (ricordate il film JFK di Oliver Stone?) e il filmato di Zapruder, diventato ormai leggendario.
Il primo a non credere alla responsabilità di Osvald fu il fratello di JFK, Robert, anche lui poi assassinato nel 1968 durante la campagna elettorale per la presidenza americana: a proprie spese organizzò un'inchiesta segreta che non riuscì a concludere anche per l'evento tragico che lo riguardò personalmente.
Non penso che un libro come Il complotto, per quanto esaustivo, possa chiudere definitivamente la vicenda di Dallas: probabilmente nel corso degli anni, con l'apertura di archivi segreti, se ne saprà sempre di più, ma l'indagine dell'inesistente James Hepburn può costituire davvero la base per una ridefinizione più attendibile dell'omicidio Kennedy.
di Alfredo Ronci
Intanto James Hepburn non esiste, ma esiste un personaggio, presumibilmente francese (infatti il nome equivale a J'aime Hepburn, cioè 'Io amo Hepburn' l'attrice), appoggiato da De Gaulle, che nel 1968 fece circolare negli USA 'sto libercolo con il preciso intento di rivelare i veri responsabili dell'omicidio Kennedy. Naturalmente non ebbe rilevanza pubblica, e presto sparì dalla circolazione anche se il nostro Saverio Tutino ne parlò alla fine degli anni sessanta, perché alcune copie 'girarono' in Italia, ipotizzando addirittura che quell'operazione fosse dovuta all'interessamento di Agnelli.
Certamente è credibile (molto credibile): ma non perché dica chissà quali verità, ma perché l'ipotesi che avanza, quella di un complotto ordito da petrolieri, CIA, mafia e poteri forti dell'establishment americano è l'unica verosimile per una vicenda che di credibile, agli occhi dell'opinione pubblica, non ha mai avuto nulla, tranne forse l'indagine del procuratore Garrison (ricordate il film JFK di Oliver Stone?) e il filmato di Zapruder, diventato ormai leggendario.
Il primo a non credere alla responsabilità di Osvald fu il fratello di JFK, Robert, anche lui poi assassinato nel 1968 durante la campagna elettorale per la presidenza americana: a proprie spese organizzò un'inchiesta segreta che non riuscì a concludere anche per l'evento tragico che lo riguardò personalmente.
Non penso che un libro come Il complotto, per quanto esaustivo, possa chiudere definitivamente la vicenda di Dallas: probabilmente nel corso degli anni, con l'apertura di archivi segreti, se ne saprà sempre di più, ma l'indagine dell'inesistente James Hepburn può costituire davvero la base per una ridefinizione più attendibile dell'omicidio Kennedy.
di Alfredo Ronci
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