RECENSIONI
Michele Vaccari
Italian fiction
ISBN, Pag.213 Euro 13.00
Copertina: bianca, come tradizione della ISBN, ma con un capello biondo (pare di tal Silvia Sartorio), striscia di cocaina, pasticca di ecstasy. La quarta: hashish, marijuana, ecstasy liquido.
Trama: Elena, la migliore cosplay italiana viene rapita da un naziskin e portata in Svezia per un mega rave.
Cos'è una cosplay? Ce lo facciamo dire dall'autore: Il termine cosplay deriva dalla contrazione dei due termini inglesi costume e player. Il neologismo nasce in Giappone negli anni novanta per indicare quegli appassionati di anime e manga (otaku) che desiderano letteralmente calarsi nei panni dei propri eroi (pag.28).
Nulla di che intendiamoci, perché Elena è una cosplay italiana. Così, naturale, onesta. Costantemente effimera. (pag.64).
Guido Combutta, detto Guido warrior, il rapitore della cosplay è un membro mediocre dell'organizzazione destrorsa Fronte nazionale skinhead, con precedenti penali per rissa e apologia del fascismo, è un soggetto molto pericolo, ossessionato da un forte senso di onnipotenza dovuto a frustrazioni da eterno secondo. (Pag. 99).
Tale figlio tale padre perché anche Morigero Combutta è ricercato, per uxoricidio, e in più se ne va in giro per l'Europa vestito da Mal dei Primitives.
E l'incontro in terra svedese è un'occasione perché è un posto magnifico, dove la leggenda vuole si stia tenendo il rave clandestino più lungo della Storia. Si racconta che nessuno sappia quando è iniziato, e si dice che andrà avanti così fino alla fine del mondo. (Pag.172) Dove si coglie l'attimo perché non è più tempo di stronzate romantiche ché con i gargarismi d'amore ci sciacquiamo il culo. (Pag.182). E dove appari e fingi. Ti eviterai le botte e le ritorsioni, starai meglio con me e te stesso. Fidati. E adesso, vieni qui! (pag.194).
Insomma Italian fiction è un'italian fiction portata all'estremo con spruzzi tarantiniani e con un finale che sembra preso dal ciclo del drive-in di Joe Lansdale.
E' questa la superiorità pop (che proprio perché al di la di ogni steccato, ingloba anche la letteratura) che tanto decanta Franco Bolelli nel suo saggio Cartesio non balla?
Credetemi non c'è spocchia nella mia domanda.
Me ne faccio un'altra: è questo il risultato della democratizzazione della scrittura dovuta ad Internet e ai blog? Perché diciamocela tutta, prima della Rete la letteratura e la cultura in genere erano comunque espressione di un potere borghese. Ora non più.
E' un bene comunque?
Orchetto di giudizio francamente impossibile. Almeno finché qualcuno non risponda ad una delle domande poste.
di Alfredo Ronci
Trama: Elena, la migliore cosplay italiana viene rapita da un naziskin e portata in Svezia per un mega rave.
Cos'è una cosplay? Ce lo facciamo dire dall'autore: Il termine cosplay deriva dalla contrazione dei due termini inglesi costume e player. Il neologismo nasce in Giappone negli anni novanta per indicare quegli appassionati di anime e manga (otaku) che desiderano letteralmente calarsi nei panni dei propri eroi (pag.28).
Nulla di che intendiamoci, perché Elena è una cosplay italiana. Così, naturale, onesta. Costantemente effimera. (pag.64).
Guido Combutta, detto Guido warrior, il rapitore della cosplay è un membro mediocre dell'organizzazione destrorsa Fronte nazionale skinhead, con precedenti penali per rissa e apologia del fascismo, è un soggetto molto pericolo, ossessionato da un forte senso di onnipotenza dovuto a frustrazioni da eterno secondo. (Pag. 99).
Tale figlio tale padre perché anche Morigero Combutta è ricercato, per uxoricidio, e in più se ne va in giro per l'Europa vestito da Mal dei Primitives.
E l'incontro in terra svedese è un'occasione perché è un posto magnifico, dove la leggenda vuole si stia tenendo il rave clandestino più lungo della Storia. Si racconta che nessuno sappia quando è iniziato, e si dice che andrà avanti così fino alla fine del mondo. (Pag.172) Dove si coglie l'attimo perché non è più tempo di stronzate romantiche ché con i gargarismi d'amore ci sciacquiamo il culo. (Pag.182). E dove appari e fingi. Ti eviterai le botte e le ritorsioni, starai meglio con me e te stesso. Fidati. E adesso, vieni qui! (pag.194).
Insomma Italian fiction è un'italian fiction portata all'estremo con spruzzi tarantiniani e con un finale che sembra preso dal ciclo del drive-in di Joe Lansdale.
E' questa la superiorità pop (che proprio perché al di la di ogni steccato, ingloba anche la letteratura) che tanto decanta Franco Bolelli nel suo saggio Cartesio non balla?
Credetemi non c'è spocchia nella mia domanda.
Me ne faccio un'altra: è questo il risultato della democratizzazione della scrittura dovuta ad Internet e ai blog? Perché diciamocela tutta, prima della Rete la letteratura e la cultura in genere erano comunque espressione di un potere borghese. Ora non più.
E' un bene comunque?
Orchetto di giudizio francamente impossibile. Almeno finché qualcuno non risponda ad una delle domande poste.
di Alfredo Ronci
Dello stesso autore

Michele Vaccari
L'onnipotente
Laurana editore, Pag. 219 Euro 15,50Diceva il caro Guzzanti in una delle sue trasformazioni: Sere', ma je la fa? Uhhhh nun je 'a fa! Infatti non gliel'ho fatta. Ho abbandonato il libro di Vaccari a metà e non me ne dolgo affatto.
Ma il cor mi si spaura se dovessi finirla qua e assecondare solo il mio fastidio. Dov'è dunque la sostanza che ha determinato l'incomodo? Non è facile rispondere di botto e non voglio assolutamente sottrarmi alla contumacia. In realtà preferirei prenderla alla larga e disquisire (nel breve spazio che mi è concesso) di editoria (per poi aggiungere una postilla finale al valore del libro in oggetto).
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