RECENSIONI
Hakan Nesser
L'uomo senza un cane
Guanda, Pag. 443 Euro 18,00
Ma i fantasmi sono sempre quelli. Si legge a pag. 366: C'erano parecchie cose su cui Gunnar Barbarotti meditava volentieri, ma occuparsene concretamente avrebbe richiesto risorse vertiginose. Il senso dell'amore, per esempio. Oppure l'omicidio Palme. O il concetto di democrazia.
Dunque amore, Palme e concetto di democrazia non solo come ossessione lucida di un ispettore inusuale, ma come tormento, fors'anche incubo, di un'intera generazione di svedesi (come se un poliziotto italiano fosse assillato dal calcio, dal delitto Moro e dal conflitto di interessi di Berlusconi! E magari fosse!).
Ed un immagine di un paese che esiste solo nelle cartoline stupide di una cultura che non vuole distanziarsi dal luogo comune e dall'insignificante abitudinarietà. La realtà è altra: Che stupido colpire due volte quando ne sarebbe bastata una, disse Eva Backman. Gli sarebbe costato sei anni in più. Ma era positivo che gli immigrati cominciassero a giocare a golf. Era la strada più breve per entrare nella società ladrona svedese (Pag. 267... e non è Bossi che parla!).
Il noir, nonostante qualcuno dica che ha tradito le sue istanze, per la ripetitività dei meccanismi e per la puttanesca attitudine di vendersi ad un mercato sempre più ingordo di delitti, ha davvero globalizzato il mondo, rendendo i paesi sempre più simili e sempre più devastati dalla barbarie del capitalismo.
Ma non mi va di vendermi per quello che non sono: non sto qui a ergermi paladino di istanze anti-sistema, tanto meno paladino di un movimento noir che, e qui do ragione ai detrattori, è diventato come il pesce fuori dal frigorifero dopo giorni: non gli si può stare vicino (oh iperbole sì, ma spesso, come diceva un vecchio politico democristiano, a malignare si dice la verità).
Sto qui a segnalare ed eventualmente consigliare un libro. Nesser è uno dei miei autori preferiti, non solo scandinavi, si differenzia sia dalla nettezza investigativa di Mankell che dalla smania imitativa degli americani di Jo Nesbo (tanto per citarne due), ma L'uomo senza un cane, pur rispettando i canoni della sua scrittura (è lenta ed affascinante, come il placido Don... non diceva così una vecchia canzone patriottica?), morde il freno e non brilla come invece altre avventure poliziesche dello scrittore di Kumla hanno fatto.
Si legge con piacere, ma resta un che di irrisolto e soprattutto di non convincente nel 'plot'.
Gran duol mi prese alcor quando lo 'ntesi, diceva il sommo poeta. Forse esagero, ma un pizzico di delusione stavolta c'è.
di Alfredo Ronci
Dello stesso autore

Il ragazzo che sognava Kim Novak
Guanda, Pag. 249 Euro 14,40Ci sono autori che ti segnano, ti accompagnano, ti stimolano, ma con un incedere silenzioso, quasi preoccupati di ferire. Hakan Nesser, svedese di Kumla, cittadina al centro del paese, è uno di questi.
Ricordo ancora l'impatto: Il commissario e il silenzio (peraltro ristampato recentemente in economica dai Super Pocket) mostrava un commissario, Van Veeteren, davvero inusuale, addirittura assente nella storia – e questo di per sé ha dell'illogico se si pensa che in un meccanismo noir la presenza dell'indagatore deve essere assolutamente pregnante – ma non per questo non risolutivo.

Era tutta un'altra storia
Guanda, Pag. 528 Euro 18,00L'uomo senza un cane, la prima avventura dell'ispettore Barbarotti non ci aveva granché entusiasmato (e non chiedeteci nemmeno come mai un scrittore di romanzi noir svedese debba inventare una figura di un poliziotto di origine italiane con un nome simile!). Intendiamoci, il libro si leggeva bene ed aveva il solito 'quid' attrattivo (per una disamina più completa del titolo, posizionatevi sul motore di ricerca del paradiso ed inserite la parola chiave 'nesser'... ça va sans dire), ma essendo Nesser un nostro pallino, nel senso che ha capacità introspettive non indifferenti

L'uomo che odiava i martedi
Guanda, Pag. 471 Euro 19,00Ricapitoliamo.
Dicevamo a proposito di L'uomo senza un cane: Dunque amore, Palme e concetto di democrazia non solo come ossessione lucida di un ispettore inusuale, ma come tormento, fors'anche incubo, di un'intera generazione di svedesi (come se un poliziotto italiano fosse assillato dal calcio, dal delitto Moro e dal conflitto di interessi di Berlusconi! E magari fosse!).
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