ATTUALITA'
Eleonora Del Poggio
Saffiche convergenze e coincidenze letterarie

Highsmith – Una storia d'amore degli anni Cinquanta di Marijane Meaker (1) è uno spaccato interessante della vita omosessuale americana immediatamente dopo la fine della guerra. La relazione tra le due scrittrici, Patricia Highsmith e Marijane Meaker appunto, rivela un'epoca assai lontana dalle rivoluzioni sociali e sessuali che sarebbero seguite poi. E' invece un periodo di sotterfugi ed espedienti per trovare il modo di vivere una "diversità" tutto sommato passabile e non frustrante.
Negli anni Cinquanta si poteva ancora venir licenziati perché si era omosessuali, o perdere il contratto d'affitto, gli amici eterosessuali, la famiglia – persino in una grande città come Manhattan, si era più sicuri nella clandestinità. Quelli che erano usciti allo scoperto spesso non avevano nulla da perdere, comunque.
Vero, perché al di là delle sottigliezze sociologiche e verità storiche, un dato di fatto era inconfutabile: un minimo di vita gay era consentita solo in alcuni ambienti, per lo più legati all'intellettualità e ad un elevato status sociale. Se un "difetto" ha questo libro forse è riscontrabile nelle estenuanti cene tra artisti e colleghi (non tutti sono capaci di rappresentare le ambigue dissimulazioni di un certo mondo come fa Woody Allen) che lo segnano spesso e che testimoniano in qualche modo la condizione "privilegiata" di una casta, ma delineano, allo stesso tempo, con nettezza psicologica l'evolversi della storia d'amore tra le due protagoniste.
Una storia d'amore che non ha una vera e propria fine, ma che si lascia intuire nella sua inevitabile nemesi attraverso gli innumerevoli indizi di idiosincrasie ed incomprensioni tra la Highsmith, soggiogata dalla sua tentazione di apolide e la Meaker, più "stretta" nella sua "tenzone" casalinga.
Ma ci piace pensare che le due tenteranno, anche attraverso la letteratura, di indirizzare i propri scritti verso tematiche scabrose e politicamente scorrette (ricordiamo che è della metà degli anni cinquanta la caccia alle "streghe" comuniste e gay del senatore McCarthy). La Highsmith, nel 1952, con lo pseudonimo di Claire Morgan pubblicò The Price of Salt, considerato il primo romanzo lesbico con un lieto fine (pare che sia sempre stato destino dei gay morire tra atroci sofferenze sentimentali-cliniche!) e che Bompiani pubblicò solo nel 2001 (!) col titolo Carol. Mentre la Meaker, alla fine degli anni cinquanta fece uscire una serie di anticipatori saggi sul lesbismo, col nome di Ann Aldrich, come We walk alone: Through Lesbo's Lonely Groves o il seguito We, Too, Must Love.
Ma non è sul versante "sessuale" che mi piace insistere a proposito di Highsmith – Una storia d'amore degli anni Cinquanta, ma sulle curiose coincidenze letterarie che spesso la letteratura poliziesca dovette "dipanare".
Nel 1958 il giallista inglese Nicholas Blake, tra l'altro padre dell'attore Daniel Day Lewis, nel pubblicare un suo romanzo dal titolo A penknife in My Heart (in italiano Una lama nel cuore – Giallo Mondadori 1961) in una prefazione quasi inusuale dichiarò: Dopo che questo libro era andato in stampa, ho scoperto che i fondamenti della sua trama sono simili a quelli di un romanzo di Patricia Highsmith, Sconosciuti in treno, pubblicato nel 1950 per i tipi Cresset Press e da cui in seguito è stato tratto un film. Io non ho mai letto questo romanzo né visto il film, e non ricordo neppure di aver mai sentito parlare di entrambi. Il mio trattamento dell'idea di base – lo scambio delle vittime – è molto diverso da quello della signorina Highsmith. Ma due dei personaggi principali della mia storia, ho scoperto con grande rammarico, hanno lo stesso nome di battesimo di due dei suoi. Ciò detto, vorrei ringraziare la signorina Highsmith per l'affetto e la simpatia da lei mostrati riguardo alla difficile situazione in cui mi ha gettato la longa manus della coincidenza.
Onestamente è difficile pensare che un famoso giallista come Blake, inventore tra l'altro del celebre investigatore Nigel Strangeways (!), abbia potuto ignorare non dico il libro della Highsmith, ma il celebre film di Alfred Hitchcock da cui era tratto (Delitto per delitto il titolo conosciuto dal pubblico italiano). Misteri della letteratura poliziesca. Che poi misteri non erano.
Nell'età d'oro del giallo, dalla fine degli anni trenta a gran parte degli anni cinquanta, i migliori scrittori di trame delittuose si riunivano in un'associazione e discutevano di intrecci narrativi e di successi editoriali dei colleghi. Era una sorta di gioco di società, ma crediamo, anche di gioco al massacro e il singolo giocatore sperava sempre nel colpaccio e nella creazione di una racconto ad alta potenzialità esplosiva.
Racconta la Meaker in Highsmith – Una storia d'amore degli anni Cinquanta: La condivisione di idee maniacali era un tema che Pat e io avevamo in comune. Nella nostra versione di solito due uomini venivano coinvolti in un crimine. Pat aveva scritto Sconosciuti in treno nel 1950, dove due uomini si scambiano gli omicidi. Nel 1954, come Vin Packer, io avevo pubblicato in paperback una versione romanzesca del turpe caso Fredan-Wepman, dove un giovane convince un amico ad aiutarlo a uccidere la madre. Con mio orrore la Gold Medal Books l'aveva rintitolato Whisper His Sin. Il mio titolo invece era The Cyanide Cocktail Murder.
E tre! Alla faccia dell'originalità ( e a questo punto sospettiamo che la Meaker non abbia mai saputo delle scuse "prefate" del signor Blake!).
In realtà, come dicevo prima, la prassi era consolidata, perché nella ricerca a tutti i costi di una trama originale e convincente, i giallisti dell'epoca spesso rischiavano la scopiazzatura e il plagio. Ora se un noir contemporaneo assomiglia ad un altro è solo perché la realtà ha copiato se stessa, ma mettendo da parte la "presunta" ispirazione dello scrittore di poliziesco.
Marijane Meaker
Highsmith - Una storia d'amore degli anni Cinquanta
Sellerio
Pag. 252 Euro 14.00
Negli anni Cinquanta si poteva ancora venir licenziati perché si era omosessuali, o perdere il contratto d'affitto, gli amici eterosessuali, la famiglia – persino in una grande città come Manhattan, si era più sicuri nella clandestinità. Quelli che erano usciti allo scoperto spesso non avevano nulla da perdere, comunque.
Vero, perché al di là delle sottigliezze sociologiche e verità storiche, un dato di fatto era inconfutabile: un minimo di vita gay era consentita solo in alcuni ambienti, per lo più legati all'intellettualità e ad un elevato status sociale. Se un "difetto" ha questo libro forse è riscontrabile nelle estenuanti cene tra artisti e colleghi (non tutti sono capaci di rappresentare le ambigue dissimulazioni di un certo mondo come fa Woody Allen) che lo segnano spesso e che testimoniano in qualche modo la condizione "privilegiata" di una casta, ma delineano, allo stesso tempo, con nettezza psicologica l'evolversi della storia d'amore tra le due protagoniste.
Una storia d'amore che non ha una vera e propria fine, ma che si lascia intuire nella sua inevitabile nemesi attraverso gli innumerevoli indizi di idiosincrasie ed incomprensioni tra la Highsmith, soggiogata dalla sua tentazione di apolide e la Meaker, più "stretta" nella sua "tenzone" casalinga.
Ma ci piace pensare che le due tenteranno, anche attraverso la letteratura, di indirizzare i propri scritti verso tematiche scabrose e politicamente scorrette (ricordiamo che è della metà degli anni cinquanta la caccia alle "streghe" comuniste e gay del senatore McCarthy). La Highsmith, nel 1952, con lo pseudonimo di Claire Morgan pubblicò The Price of Salt, considerato il primo romanzo lesbico con un lieto fine (pare che sia sempre stato destino dei gay morire tra atroci sofferenze sentimentali-cliniche!) e che Bompiani pubblicò solo nel 2001 (!) col titolo Carol. Mentre la Meaker, alla fine degli anni cinquanta fece uscire una serie di anticipatori saggi sul lesbismo, col nome di Ann Aldrich, come We walk alone: Through Lesbo's Lonely Groves o il seguito We, Too, Must Love.
Ma non è sul versante "sessuale" che mi piace insistere a proposito di Highsmith – Una storia d'amore degli anni Cinquanta, ma sulle curiose coincidenze letterarie che spesso la letteratura poliziesca dovette "dipanare".
Nel 1958 il giallista inglese Nicholas Blake, tra l'altro padre dell'attore Daniel Day Lewis, nel pubblicare un suo romanzo dal titolo A penknife in My Heart (in italiano Una lama nel cuore – Giallo Mondadori 1961) in una prefazione quasi inusuale dichiarò: Dopo che questo libro era andato in stampa, ho scoperto che i fondamenti della sua trama sono simili a quelli di un romanzo di Patricia Highsmith, Sconosciuti in treno, pubblicato nel 1950 per i tipi Cresset Press e da cui in seguito è stato tratto un film. Io non ho mai letto questo romanzo né visto il film, e non ricordo neppure di aver mai sentito parlare di entrambi. Il mio trattamento dell'idea di base – lo scambio delle vittime – è molto diverso da quello della signorina Highsmith. Ma due dei personaggi principali della mia storia, ho scoperto con grande rammarico, hanno lo stesso nome di battesimo di due dei suoi. Ciò detto, vorrei ringraziare la signorina Highsmith per l'affetto e la simpatia da lei mostrati riguardo alla difficile situazione in cui mi ha gettato la longa manus della coincidenza.
Onestamente è difficile pensare che un famoso giallista come Blake, inventore tra l'altro del celebre investigatore Nigel Strangeways (!), abbia potuto ignorare non dico il libro della Highsmith, ma il celebre film di Alfred Hitchcock da cui era tratto (Delitto per delitto il titolo conosciuto dal pubblico italiano). Misteri della letteratura poliziesca. Che poi misteri non erano.
Nell'età d'oro del giallo, dalla fine degli anni trenta a gran parte degli anni cinquanta, i migliori scrittori di trame delittuose si riunivano in un'associazione e discutevano di intrecci narrativi e di successi editoriali dei colleghi. Era una sorta di gioco di società, ma crediamo, anche di gioco al massacro e il singolo giocatore sperava sempre nel colpaccio e nella creazione di una racconto ad alta potenzialità esplosiva.
Racconta la Meaker in Highsmith – Una storia d'amore degli anni Cinquanta: La condivisione di idee maniacali era un tema che Pat e io avevamo in comune. Nella nostra versione di solito due uomini venivano coinvolti in un crimine. Pat aveva scritto Sconosciuti in treno nel 1950, dove due uomini si scambiano gli omicidi. Nel 1954, come Vin Packer, io avevo pubblicato in paperback una versione romanzesca del turpe caso Fredan-Wepman, dove un giovane convince un amico ad aiutarlo a uccidere la madre. Con mio orrore la Gold Medal Books l'aveva rintitolato Whisper His Sin. Il mio titolo invece era The Cyanide Cocktail Murder.
E tre! Alla faccia dell'originalità ( e a questo punto sospettiamo che la Meaker non abbia mai saputo delle scuse "prefate" del signor Blake!).
In realtà, come dicevo prima, la prassi era consolidata, perché nella ricerca a tutti i costi di una trama originale e convincente, i giallisti dell'epoca spesso rischiavano la scopiazzatura e il plagio. Ora se un noir contemporaneo assomiglia ad un altro è solo perché la realtà ha copiato se stessa, ma mettendo da parte la "presunta" ispirazione dello scrittore di poliziesco.
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