I Classici

Un modus vivendi che pesa: “Dalla parte di lei” di Alba De Cespedes.
Non possiamo immaginare quali siano state le intenzioni della Mondadori di ripubblicare un’edizione, peraltro cortesemente introdotta da Melania Mazzucco, del romanzo della de Cespedes. Forse per via di elementi che portano i lettori a confrontarsi, anche duramente, con l’oggi e la situazione sociale della donna, ma capovolti?

Un bel gesto del vivere: “In questa notte del tempo” di Vincenzo Vitale.
Non è facile scrivere qualcosa quando a chiederlo è uno scrittore di gran classe. Di più: non è facile star dietro ad una storia morale di forte simbolismo civile e non travolgere l’ideologia di un uomo che ha saputo più di tutti definire il concetto di nemico e soprattutto il concetto di guerra.

L’ossessione dell’uomo moderno: “Il circolo Otes” di Giuseppe D’Agata.
Iniziamo questa recensione correggendo un errore. L’errore è di chi ha fatto la presentazione del libro dicendo: “Il grosso pubblico lo ha imparato a conoscere dopo il successo de Il medico della mutua (Feltrinelli 1964) dal quale Luciano Salce sta ricavando un film, che avrà come protagonista Ugo Tognazzi”.

La parodia e l’inganno: “Nostra signora dei turchi” di Carmelo Bene.
Il romanzo uscì nel 1966 e i più informati dicono che si rinchiuse nella sua casa per molti giorni fino all’esaurimento delle sue forze e alla realizzazione di quello che, dati i tempi, molti tentarono di inserirlo nel filone dell’avanguardia.

Un diciottenne con stile: “L’Altrieri” di Carlo Dossi.
Certo è abbastanza evidente la personalità inquieta e nevrotica dell’autore. Autore che, forse piegato dalle sue stesse inquietudini, decide, nel 1881, di ripubblicare il suo diario, l’Altrieri appunto, del 1868.

Un segno della tragedia che verrà: Vamba e il “Giornalino di Gianburrasca”.
Secondo voi, quale furono le intenzioni di Vamba (Luigi Bertelli), nel momento in cui uscirono le prime copie del suo famosissimo libro?

Un signore dall’aura inconfondibile: Alberto Carossi e il suo “Un ballo dagli Angrisoni”.
C’è un dubbio, anzi una negligenza, che assale le persone che si dedicano, con un po’ di coraggio e anche con un certo amore, alla nostra letteratura e soprattutto al periodo che va dal 1920 al 1945.

Un verista dimenticato: Mario Pratesi e ‘L’eredità’.
Quando si parla di verismo, per noi italiani l’unico protagonista assoluto è Giovanni Verga. Per carità, nulla da obiettare, ma si sa che una moda, una tendenza, addirittura una scuola, diventano più grandi e incisive se accanto ad un maestro riconosciuto attorno a quell’aura di concretezza sopravvivano altre figure di marcata validità.

La storia di una storia che forse c’è: 'Malacqua' di Nicola Pugliese.
1976. Nicola Pugliese, giornalista napoletano del quotidiano 'Roma' (che si definisce anche scrittore di racconti, anche se 'Malacqua' è un romanzo)

Come gli Uomini si trasformerebbero in Donne. Libro di Leda Muccini.
E’ lecito, mi chiedo da un po’ di tempo, dubitare del titolo di un libro e addirittura anche della sua copertina (anche se scelta col dovuto rispetto)? Forse sì, pur con le sue dovute precisazioni. Ma veniamo al caso.
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